E Cgia calcolò: attenzione al rischio usura in Ciociaria

Il rischio di usura in Ciociaria. L'analisi di Cgia. Dove la situazione è peggiorata. Il Protocollo Frosinone per accelerare gli interventi e le indagini

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Colpa del Covid, colpa della crisi. Colpa degli imprevisti arrivati all’improvviso. Soprattutto colpa di chi non accetta la sconfitta, che negli Usa invece fa parte dell’impresa e non è un dramma ma una linea dei totali e da lì il giorno dopo si riparte. In Italia no. E allora si finisce nella spirale dell’usura: ultimo girone della disperazione, illusione effimera di non fallire. Sono quasi 118mila le imprese italiane che si trovano a rischio usura.

Dopo anni in cui erano in calo, i numeri complessivi di queste realtà sono tornai a crescere: di oltre 2.600 unità.  Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che stanno andando verso la deriva dell’insolvenza. E conseguentemente, sono stati segnalati dai vari intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. In pratica, se non paghi le rate finisci in quell’elenco ed a quel punto nessuno ti farà più credito: banche, assicurazioni, società finanziarie, società di leasing, società di factoring.

Di fatto, si tratta di una vera e propria  “schedatura” che preclude a queste attività di accedere a un nuovo prestito. 

Roma in vetta

A denunciare la situazione è l’Ufficio studi della Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre con un dettagliato report pubblicato oggi sul proprio sito internet. 

A livello provinciale, il numero più elevato di imprese segnalate come insolventi, si concentra nelle grandi aree metropolitane. Al 30 giugno 2024, Roma era al primo posto con 10.827 aziende. Subito dopo c’era Milano con 6.834 aziende, seguita da Napoli con 6.003, poi Torino con 4.605 e Firenze con 2.433. 

Rispetto a 12 mesi prima, in termini percentuali, il peggioramento ha interessato innanzitutto Benevento con il +17,3% di imprese affidate con sofferenze (in valore assoluto +97).  Seguono Chieti con il +13,9% (+101), Savona con il +12,4% (+62), Rieti con il +11,8% (+25) e Lecce con il +11,4% (+179) (vedi Tab. 1).

Analizzando i dati per ripartizione territoriale, la CGIA rileva che l’area più a “rischio” è il Sud. Qui si contano 39.538 aziende in sofferenza (pari al 33,6% del totale), seguono il Nordovest con 29.471 imprese (25% del totale), il Centro con 29.027 (24,7% del totale) e infine il Nordest con 19.677 (16,7% del totale).

Usura al Sud, guadagni al Nord

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

L’usura si pratica al Sud, ma i soldi vengono poi reimpiegati al Nord. È un po’ lo stesso che accade con la raccolta del risparmio: solo una parte dei soldi raccolti vengono usati sul territorio, il resto finisce al Nord. Che ha più progetti, maggiore capacità di investire e scommettere. È uno dei dati che emerge dall’ultima indagine della Direzione Investigativa Antimafia.

Se il Mezzogiorno è l’area geografica d’Italia più a rischio usura, i proventi di queste attività illegali vengono sempre più reinvestiti al Nord. Negli ultimi tempi le indagini della DIA dimostrano come il denaro contante proveniente dalle attività criminali primarie, come l’usura, venga reimpiegato con sempre maggiore frequenza in determinate aree d’Italia. Soprattutto al Nord: in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana.

Le imprese che finiscono nella black list della Centrale dei Rischi, difficilmente possono beneficiare di alcun aiuto economico dal sistema bancario. Rischiano così molto più di altri, di chiudere le attività. Nei casi peggiori, di scivolare tra le braccia degli usurai.

Chi rischia di più

Quali sono le province italiane con il maggior numero di imprese affidate e “in sofferenza” e quindi a fondato rischio di usura? Secondo la CGIA, ai primi 5 posti  come detto ci sono:  

PosizioneProvinciaImprese aff 30/06/2023Imprese aff 30/06/2024Diff 2023/2024%
1Benevento562659+97+17,3
2Chieti729830+101+13,9
3Savona502564+62+12,4
4Rieti211236+25+11,8
5Lecce1.5741.753+179+11,4

La situazione nel Lazio

La provincia di Rieti si colloca nella top five nazionale, per numero di imprese affidate con sofferenze, con un quasi 12% in più rispetto allo scorso anno. Quella di Viterbo è l’unica del Lazio che fa registrare un andamento positivo; quindi con meno aziende in difficoltà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La Ciociaria è al 38^ posto nazionale su 107 province, quindi in fascia alta, con ben 40 imprese in difficoltà in più rispetto al 2023. Con un incremento quindi del 3.6%.

PosizioneProvinciaImprese Aff 30/06/2023Imprese Aff 30/06/2024Diff 2023/2024%
13Latina1.2711.374+103+8,1
18Roma10.13110.827+696+6,9
38Frosinone1.1151.155+40+3,6
82Viterbo710696-14-2,0

Questo non significa che tutte poi finiscano nelle mani degli usurai. Ma costituisce comunque una criticità ed una potenziale necessità di accesso al credito da canali non convenzionali. Gli usurai, appunto. 

Il protocollo di Frosinone

Frosinone Prefettura Foto: © Stefano Strani

L’usura è l’ultima frontiera per chi non può accedere ad altre forme di credito. Tre anni fa, la prefettura di Frosinone ha provato ad inserirsi in questo circolo vizioso. L’allora prefetto Ignazio Portelli e l’allora procuratore Antonio Guerriero, hanno sottoscritto un protocollo con l’obiettivo di velocizzare le procedure per gli aiuti alle vittime di usura, migliorare l’azione investigativa ed essere più rapidi nell’erogazione delle misure di aiuto alle vittime. Sia di usura che di racket.

Da tre anni la prefettura di Frosinone ha avviato un iter codificato, una campagna di ascolto aperta a tutti i soggetti coinvolti. Si sono ripetuti incontri con le Procure, le banche, le forze di polizia, imprenditori e sindacati, associazioni. Moltre volte, evidenziarono il prefetto ed il procuratore, dietro all’usura c’è l’investimento di capitali in nero della camorra.

All’epoca, all’ufficio territoriale del Governo di Frosinone sono giunte 285 istanze da vittime di usura o presunte tali: 62 accolte, 174 non accolte, 36 in istruttoria. Dal 1996 In Ciociaria sono stati erogati circa 4,6 milioni di euro, di cui 3,8 a titolo di mutuo senza interessi.

(Foto di copertina: (Foto © DepositPhotos.com).