Il progetto Blossom Avenue in Aula: Natalia “Cambierà la città”

In Consiglio la Valutazione Ambientale Strategica per il progetto che punta a riqualificare un'intera area di Anagni. E rilanciare l'economia dell'intero territorio. In ballo 1000 posti. Ma c'è chi dice no

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Farà caldo. Ma non per il ferragosto imminente. E nemmeno per la mancanza dell’aria condizionata all’interno della Sala della Ragione. Il consiglio comunale fissato ad Anagni il prossimo 13 agosto (ore 19) si annuncia infuocato non tanto per il solleone estivo, ma per il tema dell’assise: il progetto inerente alla realizzazione di un Polo logistico nella contrada di San Bartolomeo.

Più esattamente, in  Consiglio verrà  analizzato il rapporto ambientale propedeutico al rilascio della la Vas, ovvero la valutazione ambientale strategica relativa alla variazione urbanistica legata, appunto, al progetto.

Quaranta ettari di riqualificazione

Uno dei rendering del progetto Blossom Avenue ad Anagni

Una vicenda che ad Anagni è ben nota. Da quando, a febbraio, il Consiglio comunale ha approvato con la sola astensione del consigliere di minoranza Luca Santovincenzo il progetto per la variante urbanistica della zona di San Bartolomeo, al confine con il comune di Colleferro. Una variante che aveva come scopo quello di rendere possibile la presentazione di un progetto privato per la creazione di un polo logistico nella zona.

Un progetto presentato dal gruppo Blossom Avenue Partners che prevede la realizzazione di 40 ettari di capannoni, per un investimento di circa 70 milioni di euro. Non un gigantesco susseguirsi di capannoni ma un intero quartiere costruito intorno alla vocazione logistica dell’area. Pertanto: capannoni, ma anche uffici, negozi, servizi, ristoro, svago, piazzette e tutto ciò che occorre ad un quartiere. Ma dalla vocazione industriale precisa. (Leggi qui: Il Consiglio dice si alla rivoluzione Blossom Avenue. E leggi anche Blossom Avenue porta Anagni nella logistica del futuro).

C’è chi dice no… come sempre

Una delle aree verdi nel progetto

La proposta, da subito, aveva creato scompiglio, soprattutto da parte degli ambientalisti cittadini. Tanto che contestualmente erano state portate avanti una serie di azioni contro questa prospettiva. Il 30 aprile era stato inviato un esposto al Prefetto di Frosinone in cui si chiedeva l’annullamento della delibera consiliare. Il 2 maggio era stato presentato un documento indirizzato ai consiglieri comunali di Anagni per fare istanza di annullamento della delibera. Il 16 maggio infine era stata inoltrata una memoria, indirizzata al comune e ai consiglieri della Regione Lazio, con osservazioni e opposizioni alla delibera consiliare.

Di tutto questo si parlerà nel prossimo consiglio comunale. In caso di eventuale approvazione del Rapporto Ambientale propedeutico alla Vas, tutti i documenti, comprensivi anche delle osservazioni critiche sul progetto depositate negli ultimi mesi dagli ambientalisti anagnini, verranno inviati alla Regione Lazio. Successivamente, probabilmente tra settembre ed ottobre di quest’anno, ci sarà un nuovo consiglio comunale ad Anagni. Che servirà a varare o a rifiutare definitivamente il progetto.

La denuncia di Santovincenzo

Nel frattempo, a far salire i toni ci ha pensato il consigliere Santovincenzo (che in Consiglio sul tema si era astenuto). L’esponente della minoranza ha ricordato come, all’epoca del consiglio di febbraio, alla minoranza non fosse stato dato il tempo “per esaminare i documenti (ricevuti solo su richiesta formale nemmeno 48 ore prima della seduta consiliare)“. Inoltre, non erano state accolte “le nostre espresse e reiterate richieste di consentire con avvisi pubblici la partecipazione della cittadinanza e dei portatori di interesse in commissione“. Mentre l’amministrazione ed i responsabili della società proponente si erano “fatti forti di incontri e un placet ricevuto dai rappresentanti di un comitato, di cui non c’era traccia agli atti.

Non è, per Santovincenzo, l’unica anomalia sul tema. Non c’era stata replica alla richiesta di accesso agli atti della seduta consiliare, né a quella di rettifica del verbale della seduta consiliare. Se si mettono assieme tutti i punti, per l’esponente della minoranza la convocazione del nuovo consiglio sul tema a due giorni da Ferragosto appare un evidente tentativo di creare per il progetto “un iter palesemente accelerato con compromissione dei diritti delle minoranze“.

Anche perché “nessuno ha ancora spiegato le ragioni di una simile urgenza“; e soprattutto perché in altre zone progetti di tale rilevanza “sono resi pubblici per tempo e discussi in sede istituzionale con il coinvolgimento trasparente della comunità“, senza “iter preferenziali“, proprio “perché la collettività va messa in condizione di farsi un’idea, di pesare il rapporto sacrifici/benefici“.

Chi governa scrive l’agenda

Daniele Natalia

Netta la replica del sindaco Daniele Natalia. Che, a proposito dei tempi ristretti denunciati da Santovincenzo, ha ricordato che l’agenda dei lavori dell’attività amministrativa viene scritta dalla maggioranza. Quando al Consigliere Santovincenzo capiterà la fortuna, come è successo a me, di guidare questa amministrazione, sarà lui a scandire come riterrà opportuno i tempi della macchina amministrativa“.

Natalia ha poi negato la presenza di qualsiasi iter preferenziale. Parlando di “rispetto pedissequo dell’iter che in queste circostanze si segue“. Ha poi ricordato come, tra ricorsi, approfondimenti e quant’altro, sulla questione si sia andati molto a fondo. Dicendosi quindi risoluto ad “andare avanti con trasparenza e con fermezza. Convinto come sono che questo progetto cambierà non soltanto la contrada di San Bartolomeo, ma tutto il comune di Anagni”.

Troppo ottimista? Parlano i numeri. “Cambierà tutto in termini di ricchezza complessiva e di possibilità di occupazione, visto che sono in ballo circa 1000 posti di lavoro. Restiamo a disposizione di tutti per chiarimenti ed approfondimenti – ha concluso il sindaco – ma non ci faremo bloccare da chi, in modo capzioso e strumentale, vuole rallentare lo sviluppo della città“.