La lezione di Plasta Rei

Cosa significa il via libera della Regione Lazio al progetto di riqualificazione della ex Nalco a Cisterna di Latina, trasformandola in Plasta Rei. L'impianto innovativo per rigenerare la plastica con una tecnica unica in Europa. Guidato da Francesco Borgomeo, il progetto attuato da Fabio Mazzarella dice al mondo industriale che è ancora possibile fare produzione in Italia. Ma a condizione di innovare.

Una lezione nitida. Che la politica non potrà né ignorare né sottovalutare. Viene dal sud del Lazio e traccia una rotta ben definita: non ci sono possibilità di equivoci. La Regione Lazio ha annunciato sabato mattina di avere dato il via libera al progetto di riqualificazione della ex Nalco a Cisterna di Latina. È l’azienda della multinazionale americana che produceva solventi per caldaie: un ramo secco negli algoritmi dei fondi d’investimento. Le formule matematiche dicevano: inutile tenerla aperta.

Gli americani hanno ancora un minimo di creanza con gli italiani. Per questo avevano creato un percorso d’uscita che fosse il meno traumatico possibile: nulla a che vedere con i badge smagnetizzati dei ragazzi andati a lavorare in Fca a Piedimonte San Germano, scoprendo solo così’ e solo all’ultimo momento che il loro contratto non era stato rinnovato.

La conversione

Dopo avere creato un percorso di uscita ‘ammortizzata‘ fatto di cassa integrazione e Naspi avevano chiamato l’elenco degli uomini di cui potersi fidare: specialisti in riconversioni industriali. Gente capace di capire con un colpo d’occhio ai numeri ed alle attrezzature se una fabbrica di additivi chimici per le caldaie industriali può diventare qualsiasi altra cosa capace di dare lavoro alle famiglie che stanno per restare senza.

A quella call ha risposto l’uomo che ha già trasformato la ex Marazzi Sud di Anagni nel gioiellino della ceramica industriale Saxa Gres e la ex ideal Standard di Roccasecca della fabbrica di sampietrini green Grestone dove si fanno le pietre senza scavare le montagne. Ma prima aveva compiuto operazioni di ristrutturazione, dismissione, conversione, expertise per clienti del calibro di Enel, Eni, Wind, Glaxo Smith Kline, IBM, Gruppo Cos.

Borgomeo visita la fabbrica e nota al suo interno dei reattori. Analizza le skill dei lavoratori e decide di accettare la scommessa. Vuole utilizzarli per fare quello che mai a nessuno è riuscito: prendere la plastica del mare e tutta quella che oggi non può essere riciclata per rigenerarla e riportarla alla sua struttura chimica originaria. In sintesi: prendere rifiuti e trasformarli in plastica vergine. Chiama al suo fianco un manager di esperienza, Fabio Mazzarella e gli affida la realizzazione del progetto con i galloni di Ceo; chiama l’ex generale manager di Klopman Giuseppe Abbruzzesi al quale affida la presidenza.

La visione

Fabio Mazzarella, amministratore delegato di Plasta Rei

La prima mossa è quella di creare un laboratorio in house, assumere giovani universitari ed applicarli a quell’idea. Ci riescono. Poi chiamano altri giovani: gli fanno sviluppare le macchine che devono realizzare l’intero ciclo. È una rivoluzione perché fino a quel momento la plastica ricavata da altra plastica è stata fatta tritando e cuocendo quella vecchia ottenendone nuova ma di qualità più bassa. Soprattutto, dal ciclo sono escluse tutta una serie di plastiche destinate ad essere una sola cosa: spazio occupato in discarica. Con la rivoluzione Plasta Rei invece anche quella può diventare nuova plastica vergine. In Europa ancora nessuno è in grado di farlo.

Francesco Borgomeo compra, risana o converte e poi rivende. Ma trattiene una quota perché è il primo a scommettere sugli utili che produrranno i suoi risanamenti. Anche nel caso di Plasta Rei individua un partner del settore: si chiama Marco Codognola, il genio capace di prendere una buona azienda che ricicla e rigenera olii usati ed a colpi di scommesse, rilanci, acquisizioni ha creato uno dei principali poli dell’economia circolare in Europa. Prende scarti e li trasforma in materia prima.

Il suo brand Itelyum è diventato un colosso che poggia su tre pilastri: Itelyum Regeneration rigenera l’olio lubrificante usato ottenendone basi vergini ed a Ceccano c’è uno degli storici impianti del gruppo, con risultati ambientali da record; Itelyum Purification si occupa della purificazione dei reflui dell’industria chimica e farmaceutica; mentre Itelyum Ambiente raggruppa, controlla e coordina 26 aziende situate in tutta Italia che gestiscono oltre 1,5 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti industriali di cui mezzo milione derivano da handling e servizi, anche in ambito portuale. Una visione sulla quale scommette Stirling square capital partners Llp con la partecipazione di Deutsche Beteiligungs Ag.: gente che maneggia miliardi di euro.

La lezione

Marco Codognola

A febbraio scorso  Itelyum e Gruppo Borgomeo si alleano. L’azienda di Marco Codognola entra in Plasta Rei. A distanza di di tre mesi da quell’alleanza ora la Regione Lazio rilascia il provvedimento autorizzativo a cura della direzione regionale Ambiente. Consentirà alla Plasta Rei di avviare la riconversione industriale del sito con il salvataggio di tutti i 67 posti di lavoro: con competenze qualificate nell’ambito di processi industriali ad alta specializzazione.

L’investimento privato della Plasta Rei supera i 35 milioni di euro e darà vita ad un processo industriale innovativo, green e circolare, senza maggiore consumo di materie prime naturali e valorizzando al meglio le strutture esistenti. La plastica nuova nascerà dalla plastica vecchia.

Plasta Rei srl realizzerà inoltre un piano di riqualificazione del personale per insegnargli il nuovo lavoro, fornendo una nuova prospettiva a uno stabilimento presente sul territorio da oltre 70 anni. E che fino a pochi anni fa era destinato alla chiusura.

La lezione per l’intero comparto manifatturiero nazionale è che c’è la possibilità di continuare a fare produzione in Italia. Ma bisogna scommettere: su innovazione e ricerca. Sulla capacità di sperimentare che hanno i giovani e sul loro coraggio di osare. Puntare su quello che già esiste per farlo ad un costo più basso è scommessa già persa: non saremo mai in grado di competere su questo fronte con i paesi del continente di Cindia, come in economia si chiama il polo Cina ed India. Possiamo competere facendo cose nuove. Costa. E molti progetti poi finiscono nel cestino. Ma quelli che vanno a buon fine salvano interi stabilimenti e creano nuovi asset: come la ceramica green di saxa e di Grestone. E la plastica che salva l’ambiente con Plasta Rei.