La sala della memoria e del futuro: BpF apre la sala Bruno Di Cosimo

La cerimonia di intitolazione della sala alla Banca Popolare del Frusinate a Bruno Di Cosimo. Clebra una visione di fiducia e comunità, continuando il suo sogno: una banca centrata sulle persone e sull'innovazione.

Una sala luminosa nel cervello operativo della Banca Popolare del Frusinate, un terrazzo ampio proiettato verso il cuore produttivo del Capoluogo. Quel salone delle conferenze e quell’affaccio sulla città porteranno il nome di chi, quella banca, l’ha sognata, fondata, diretta: Bruno Di Cosimo. Primo presidente dell’istituto, scomparso ma mai dimenticato, simbolo di quella finanza che parlava il linguaggio della fiducia, delle strette di mano, del “ci vediamo domani” detto con la serietà che si riserva a un contratto firmato.

All’ultimo piano della direzione generale della BPF, venerdì pomeriggio si è fatto qualcosa di più che scoprire una targa: si è riannodato un filo. Quello della memoria viva, che passa di mano in mano tra dirigenti, impiegati, clienti e cittadini. «Il modo migliore per onorare chi ci ha preceduto non è guardare indietro, ma continuare a costruire con lo stesso coraggio», ha detto il Direttore Generale Domenico Astolfi, aprendo una cerimonia semplice solo in apparenza.

In memoria del Presidente

Bruno Di Cosimo il giorno dell’inaugurazione della Popolare del Frusinate in piazza del Caduti di via Fani a Frosinone

Perché nel raccontare Bruno Di Cosimo non si sono elencati solo numeri o grafici – pure importanti e solidissimi: oltre 1,2 miliardi di attivo, 13,1 milioni di utile netto, 30mila conti correnti, 987 milioni di raccolta totale, 797 milioni di impieghi, 13 sportelli, una forza lavoro in larga parte Under 30. Si è parlato di visione, di energia, di una personalità “vulcanica“, come l’ha definita chi oggi raccoglie il suo testimone. Uno che “faceva una cosa e ne pensava già due”. Uno che credeva in una banca diversa: popolare davvero, nel senso più profondo del termine.

L’uomo prima del capitale, le persone prima delle garanzie, i sogni prima delle proiezioni. È per questo che gli attuali vertici della banca fondata da Bruno Di Cosimo hanno voluto in prima fila la famiglia del loro storico ex presidente, accolta con affetto e gratitudine da tutta la squadra. Un momento di commozione ma anche di orgoglio, in cui anche il senatore Lino Diana ha voluto ricordare Di Cosimo come «un uomo di valori veri, che credeva che lo sviluppo economico dovesse camminare insieme al progresso sociale».

Il segno della memoria

Fabio Sbianchi (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

L’eredità lasciata da Bruno Di Cosimo non è solo la banca: è soprattutto un modo di pensare e vedere le cose. È per questo che l’attuale presidente Fabio Sbianchi dice che «nel nome di Di Cosimo questa banca deve essere aperta ai soci ed alla città». O ancora il Dg Domenico Astolfi che evidenzia come «sala e terrazza hanno la stessa visione che ebbe il nostro storico presidente: custodisce radici ma innovando. Perché il modo migliore per ricordare non è guardare indietro ma continuare a guardare avanti con la stessa visione con la stessa visione di chi ci ha preceduto». 

Poi ha preso la parola il sindaco Riccardo Mastrangeli. E, senza troppi giri di parole, ha centrato il punto: «Oggi non celebriamo una semplice intitolazione. Oggi tocchiamo le corde più profonde della nostra comunità». Perché Bruno Di Cosimo non è stato solo un Presidente, ha ricordato, ma un uomo di visione. Uno che vedeva oltre. E che ha costruito fiducia mattone dopo mattone, facendola diventare patrimonio collettivo.

Il Dg Domenico Astolfi con i Consiglieri Diurni e Mastroianni

Il sindaco ha disegnato il perimetro esatto di quell’eredità: «Bruno Di Cosimo credeva che lo sviluppo economico dovesse camminare insieme al progresso sociale. E che una banca dovesse essere prima di tutto un luogo di solidarietà. Per famiglie, imprese, giovani. Per la nostra terra».

L’eredità non si misura in bilanci

Parole scandite con chiarezza. Con emozione. Con rispetto. Ma anche con l’orgoglio di chi oggi raccoglie i frutti di quella semina. «La sua eredità non si misura in bilanci. Ma in relazioni, coraggio, e voglia di guardare avanti». Mastrangeli ha rivendicato il ruolo della Popolare come motore di crescita, ma anche come faro di cultura, sport, prossimità: «È una banca che conosce le nostre strade. Che parla la lingua della gente. E questo è il segno tangibile dell’eredità di Di Cosimo».

Riccardo Mastrangeli

Poi un passaggio toccante, rivolto alla famiglia: «La vostra presenza oggi ci ricorda che i valori più grandi non finiscono con la vita di un uomo. Continuano a germogliare. A ispirare. A dare frutto». E ancora: «Intitolargli questa sala è molto più che dare un nome. È dire che da oggi qui si costruirà memoria attiva. Si metteranno a valore i suoi insegnamenti. Si farà spazio a nuove idee, senza mai perdere di vista ciò che siamo».

La conclusione è un abbraccio in forma di parole: Mastrangeli dice che il nome di Bruno Di Cosimo non appartiene al passato. Appartiene al nostro domani. Perché ha seminato valori che vivranno nella città, nelle persone, nella Banca Popolare del Frusinate. La vostra storia è la nostra storia. E continueremo a scriverla insieme.

L’innovazione

La direzione generale della Banca Popolare del Frusinate

E non è un caso che accanto alla sala sia stata annunciata anche la nascita di un Innovation Hub, realizzato in collaborazione con Alpin Tech District. Perché se la sala Di Cosimo rappresenta le radici, l’innovation hub sarà il ramo che guarda al domani: formazione, competenze, tecnologia, sempre con l’uomo al centro. Una banca che sa da dove viene, e per questo sa dove andare.

La sala, ha annunciato il presidente, sarà uno spazio aperto: non solo per riunioni o corsi interni, ma anche per ospitare iniziative sociali, culturali, eventi delle associazioni, incontri delle famiglie dei soci. Un luogo che promette di diventare crocevia di idee, confronto e partecipazione.

Per questo nella sede della Banca Popolare del Frusinate, non si è celebratata solo una figura del passato. Si è dato un nome e un volto a un’idea che ancora cammina sulle gambe di chi crede che economia e comunità possano andare d’accordo. La sala porta il nome di Bruno Di Cosimo. Ma dentro ci sarà spazio per tutti quelli che vorranno costruire, con coraggio, qualcosa di nuovo.