La visione di Niccolini ed il nuovo ruolo di Confagricoltura: quello efficace

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

E’ presidente in carica di Confagricoltura Latina, cioè di uno degli spot associativi cruciali per mettere a regime le esigenze di un comparto che vale circa 180 milioni di euro. E che con il Pontino va a rappresentare il 3,7% del valore di comparto nazionale ed il 78% di quello della Regione Lazio. Roba da far pesare il piatto della bilancia produttiva regionale più di Brenno il senone a Roma espugnata.

Quando nel 2021 Luigi Niccolini venne confermato alla guida di Confagricoltura pontina in una provincia che all’agricoltura affida una parte fondamentale del suo Pil, lui si rese conto di due cose.

Due input che Niccolini ha messo a regime parallelo anche come responsabile di Informare, l’Azienda speciale di Internazionalizzazione Formazione ed Economia del Mare della Camera di Commercio Frosinone Latina.

Regimentare il comparto

La prima: che l’aria stava cambiando più velocemente di quanto non cambiasse una certa concezione del settore, e che andasse modellato il Green Deal, il piano dell’Unione Europea per rendere l’economia più sostenibile, cioè più attenta all’ambiente, riducendo l’inquinamentousando meno combustibili fossili e proteggendo la natura, senza bloccare lo sviluppo economico e con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni di gas serra entro il 2050. Perché modellarla e sulla base di cosa? Sulle esigenze di un comparto in liaison strettissima con i cambiamenti climatici.

La seconda: che bisognava regimentare, testimoniare ed implementare le esigenze di una branca operativa che è molto più di quello che una certa mistica pop sottintende.

Un comparto cruciale da sempre ed oggi più cruciale che mai. In che misura e secondo quali direttrici Niccolini lo ha spiegato di persona. Con una chiave di lettura duplice: innovazione tecnologica ed input assoluto alla logistica che è suddita di un settore legato alla stagionalità.

Incentivare i giovani

Partiamo dal nodo della manodopera: come si convincono nel concreto i giovani a ritornare alla terra come spot produttivo ed opportunità esistenziale?

“L’idea è quella di superare la fallacità di certi luoghi comuni. Una volta si diceva ‘braccia rubate all’agricoltura’. Di solito nel nostro settore il ricambio generazionale avviene per una sorta di ‘successione’, di padre in figlio. E’ difficile che una famiglia di professionisti veda i figli decidere di fare gli agricoltori, a meno che non abbiano terreni di proprietà e la finestra di un cosiddetto ‘secondo lavoro’. Ecco, qui interveniamo noi: lo scopo di Confagricoltura come associazione è quello di operare per rendere il settore sempre più attrattivo”.

In che modo?

“C’è un sistema incentivante tramite i Psr, i Piani di Sviluppo regionale, che oggi si chiamano Piani di Sviluppo locale a matrice Europea”.

Lo sviluppo di un comparto così cruciale è legato soprattutto all’ottimizzazione delle sue potenzialità: quali iniziative avete messo in campo in questo senso?
Luigi Niccolini

“Ci sono fondi che vengono dati a fondo perduto ed attraverso l’utilizzo dei quali i giovani al di sotto dei 35 anni e che vogliano aprire un’attività agricola possono operare appieno, sia attraverso il format della ‘costola familiare’ che della scelta radicale di partire ex novo con una nuova avventura”.

“L’agricoltura è sempre stata cruciale, ma calcoli che in particolare nell’ultimo decennio è stata investita da uno sviluppo tecnologico impressionante”.

“E questo sia nei macchinari che nelle sementi, perché noi siamo convinti che il solo modo per far fronte al cambiamento climatico ed alle conseguenti malattie delle piante più virulente proprio questo serva. Come pure per far fronte al mercato, dove il consumatore chiede cibi sempre più salutari – e non vuol sentir parlare di fitofarmaci – sia un elemento fondamentale. Cardinale per fare quel salto di qualità che il consumatore stesso richiede”.

Il decennio determinante

“Visto quindi che ogni anno vengono tolti sempre più principi attivi, che sono quelli che costituiscono gli agro-farmaci, a mio avviso il solo modo per superare questo collo di bottiglia è quello di spingere sull’innovazione tecnologica.

“Su quella e sulla ricerca scientifica. Cioè, nello specifico, usare le cosiddette Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita. Come Confagricoltura le abbiamo fortemente volute con la nostra azione sindacale. Questo perché sono quelle che possono dare le risposte che noi tutti cerchiamo”.

“Lo scopo è creare delle nuove piante, nuove “cultivar” che non siamo immuni dagli attacchi esogeni, ma resistenti. Il che ci aiuterebbe moltissimo anche sul fronte del risparmio idrico, altro enorme problema che abbiamo“.

Nuove cultivar più resistenti

Il fenomeno del lavoro nero e del caporalato in agricoltura è tragicamente endemico, o lo si può battere?

“Quello del lavoro nero e del caporalato è un fenomeno che come Confafricoltura noi combattiamo senza, se, senza ma e senza quartiere. Poi, come associazione, noi individuiamo alcuni punti fondamentali per prevenirlo. Il primo: va creato un ‘luogo fisico’ o telematico dove si possano incontrare domanda ed offerta di lavoro.

Perché? Si spieghi…

“Perché a differenza degli altri settori quello dell’agricoltura è un settore che vive di picchi di stagionalità. Strutturalmente le aziende hanno uno zoccolo duro di dipendenti che vengono per tutto l’anno. Tuttavia, nei periodi di raccolta arriva il bisogno di un picco occupazionale che magari porti l’organico da 10/15 persone a 100”.

“Relativamente a Latina mi viene in mente la raccolta dei kiwi, ad esempio. Quando c’è il periodo di raccolta di questo prodotto orto frutticoli non si può certo restare in attesa che le persone arrivino tramite procedure burocratiche magari farraginose. Serve una raccolta nel giro di pochi giorni. E neanche con timing perfetto, perché magari uno organizza la raccolta per il giorno dopo e poi piove”.

E su cos’altro a suo parere di dovrebbe intervenire?
Luigi Niccolini

“Il secondo punto fondamentale da rivedere è quello del trasporto, perché la mano d’opera di cui si ha bisogno specie qui a Latina non vive in azienda, né è detto che viva nelle vicinanze. Molto vivono lontano e per arrivare nelle nostre aziende hanno bisogno di essere trasportati. Il che ci porta al punto: va messo in piedi un sistema di trasporto efficiente. La precedente consiliatura in Regione Lazio aveva organizzato delle linee dedicate, ma non è detto che il Cotral abbia fermate nei pressi dell’azienda agricola”.

“Pensi alla distanza tra centro direzionale e luogo di lavoro, ad esempio tra Pontinia e Sabaudia. Ecco, è proprio lì, nel contesto del trasporto, che molto spesso avviene l’intermediazione illegale del lavoro e si inserisce il cosiddetto ‘caporale’. Perciò per noi la soluzione è in housing, cioè la possibilità di alloggiare gratuitamente i nostri dipendenti in azienda, una cosa normale fino agli anni ‘70 tra l’altro. Servono incentivi per ricreare questo scenario di comunità”.

La siccità ed i cambiamenti climatici sono due facce della stessa medaglia. C’è un interfaccia con i Consorzi di Bonifica in tal senso, e qual è la sua idea generale sul Green Deal? Quando e con quale format diventa vantaggioso, oltre che necessario?

“Certo che sì. Abbiamo rapporti strettissimi con i Consorzi di Bonifica, in provincia di Latina il Cda e gli organi collegiali e decisori dello stesso sono formati proprio da agricoltori. E’ un dato fondamentale, perché l’acqua per il nostro tipo di agricoltura è come se fosse il carburante”.

“A Latina se non ci fosse il Consorzio non ci sarebbero né settore agricolo né le stesse città. Ed oltre alla funzione di drenaggio dell’acqua e prosciugamento dei campi di inverno da due o tre anni esiste una funzione altrettanto cruciale”.

“Che è quella di preservare il patrimonio idrico in invaso, allo scopo di usarlo in estate a scopo irriguo. Noi non ce ne rendiamo conto appieno, ma il cambiamento climatico è stato veloce, e di fatto noi viviamo una situazione di siccità latente“.

“Quindi non c’è più solo il tema della gestione dell’acqua, ma quello del dato per cui l’acqua sta mancando”.