
Le Piccole e Medie Imprese della provincia di Frosinone segnalano crescita e fiducia, nonostante dazi USA e carenze di manodopera. Il tasso di occupazione è aumentato, mentre l'85,7% delle aziende ha investito. Tuttavia, il 52% fatica a trovare personale qualificato, creando un potenziale problema per la ripresa economica. L'analisi di Federlazio
Segnali solidi di crescita, recupero, ripresa e fiducia. Sono quelli lanciati dalle Piccole e Medie Imprese della provincia di Frosinone, fotografate dalla nuova indagine congiunturale di Federlazio. Tengono botta nonostante tutto: dazi USA, rincari delle materie prime, penuria di manodopera. La sintesi? Si lavora, si assume, si investe. Ma il nodo vero – e sempre più stretto – resta la mancanza di personale qualificato.
La fotografia economica del territorio

Il saldo tra imprese nate e cessate è positivo (+0,79%). L’export, dopo un 2023 in frenata, torna a crescere (+0,8%). Gli occupati salgono del 4%, portando il tasso di occupazione al 57,8%. E la cassa integrazione? In calo del 14%, con 9,2 milioni di ore autorizzate. Segnali chiari: il motore produttivo gira, anche se non ancora a pieno regime.
Il 45% delle imprese ha chiuso il 2024 con un fatturato in aumento e solo il 25% segnala una flessione. Il 38% ha assunto, il 52% ha mantenuto stabile il personale. A parlare sono i numeri, non gli slogan: il tessuto imprenditoriale locale mostra di sapere reagire, di voler crescere. Anche nel 2025.
Investimenti? Sempre alti

L’85,7% delle aziende ha investito nell’ultimo anno. E per il futuro, il 42% ha già pianificato nuove iniziative. Ma attenzione: il 31,6% è pronto solo se il contesto sarà favorevole e un altro 10% resta “possibilista”. Segno che l’ottimismo c’è, ma è un ottimismo misurato, concreto, da imprenditori abituati a camminare con i piedi per terra.
Il dato che preoccupa è questo: il 52% delle imprese fatica a trovare lavoratori, sia qualificati che operai generici. Era il 40% un anno fa. Una crescita costante di un mismatch che, se non risolto, rischia di diventare strutturale. E di inceppare la ripresa.
Federlazio ha sondato anche l’impatto delle nuove misure protezionistiche degli Stati Uniti. Il 41% delle imprese del Lazio definisce la situazione “piuttosto critica”, mentre il 34% teme ripercussioni gravi fino al rischio chiusura se le tensioni si prolungano. Il 67% non crede che l’Italia potrà facilmente compensare le perdite sul mercato americano con nuovi sbocchi.
Beccidelli: “Le imprese tengono, non lasciamole sole”

Il presidente di Federlazio Frosinone Domenico Beccidelli, sottolinea: «Il nostro tessuto imprenditoriale mostra una grande capacità di adattamento, ma non possiamo ignorare il problema della carenza di personale. Servono sinergie vere tra imprese, istituzioni e territorio. Il Frusinate è in fermento, e settori come logistica, aerospazio e farmaceutico sono in espansione. Ma serve un sistema coeso per sostenere questa corsa».
Il territorio c’è, le imprese pure. Ma per trasformare la resistenza in crescita stabile servono visione, formazione e politiche attive. La provincia di Frosinone ha già mostrato di che pasta è fatta. Ora tocca alla politica rispondere con lo stesso pragmatismo.