Le prime boccate di ossigeno per il Meridione: l’era di Pescatore

La Nostra Storia industriale. La rivoluzione 1955/'76 che pian piano arrivò a trasformare il Paese e ad interessare anche le province di Frosinone e Latina

Guido Spegli di Presene

Historiae lumen veritatis est

Nei primi quindici anni di vita della Cassa per il Mezzogiorno furono distribuite sul territorio, nei diversi settori di competenza, molte risorse che portarono una vera e propria boccata d’ossigeno per il meridione. Il presidente della Cassa del Mezzogiorno, Gabriele Pescatore, in carica dal 1955 al 1976, fotografò tutta la ripartizione dei fondi in un apposito studio pubblicato nel 1966. Un lavoro dal titolo Dieci anni di esperienza della Cassa per il Mezzogiorno. Nelle pagine di quello studio emerge la potenza che la Cassa ebbe in quegli anni ma, soprattutto, la visione chiara della classe politica per lo sviluppo economico-sociale-industriale del Paese.

Il 31,6% delle risorse della Cassa vennero impiegato per le bonifiche delle aree, il 29% per la riforma fondiaria. Il 13.1% per la costruzione di acquedotti e fognature. Il 12,2% per la viabilità e il 7,5% per opere ferroviarie e marittime. Solo in parte residuale vennero impiegate risorse anche per opere di interesse turistico (il 2,3%) e opere destinate ai bacini montani (4,3%).

Straordinario grip occupazionale

Gabriele Pescatore (al centro)

Dall’analisi del presidente Pescatore scaturiscono anche altri dati molto importanti relativi alle attività della Cassa. Nello specifico si evidenziò come, nel primo decennio, i lavori eseguiti avessero portato a un volume di forza occupazionale pari a 248 milioni di giornate di lavoro operaie. Di queste 163 milioni erano per l’esecuzione delle opere pubbliche e 85 milioni per quelle di opere private.

In ultimo il presidente della Cassa spiegò anche la ripartizione complessiva del fondo a disposizione dell’Ente. Fondo ammontante a complessivi 2.077,5 miliardi di lire dopo gli ulteriori rifinanziamenti. Soldi che furono assegnati in larga parte al mondo agricolo con una dotazione pari a 1.149,5 miliardi di lire, pari al 55,3% del fondo complessivo.

La suddivisione degli investimenti

Gli investimenti, in questo comparto, furono suddivisi in opere pubbliche nei comprensori e nei bacini montani per 662 miliardi di lire. Poi opere private di miglioramento agrario per 187,5 miliardi di lire, credito agrario per 20 miliardi di lire e opere connesse con la riforma fondiaria per 280 miliardi di lire. A ciò si aggiunsero anche le opere nel campo irriguo che ammontarono a 253 miliardi di lire. E che permisero di realizzare 32 dighe, 14 traverse di derivazione, 77 trivellamenti per la costruzione di pozzi e la posa in opera di una rete irrigua lunga 9.000 km.

Il piano di trasformazione del Sud Italia permise di migliorare e modificare il Meridione poggiando le proprie linee d’azione su diversi fronti. Infatti, i progetti realizzati dalla Cassa del Mezzogiorno si fondavano sul diverso potenziale economico del sud Italia. 

La rivoluzione era iniziata e stava interessando anche le province di Frosinone e Latina.

Chi era Pescatore

Ma chi era il presidente Gabriele Pescatore? L’ex direttore de Il Messaggero e del Sole 24 Ore Roberto Napoletano gli ha dedicato un esaustivo volume, il cui sottotilo è “Il Grande Elemosiniere”. In quelle 194 pagine scritte per i tipi di Edizione Sintesi nel 1998 (un testo ormai quasi introvabile) lo definisce uomo di diritto e di talento che aveva fatto della riservatezza una regola di vita personale. E della capacità esecutiva, della trasparenza e della geometria lineare del fare il comandamento assoluto della sua vita lavorativa di giurista, servitore dello Stato, magistrato”.

Commovente anche la prefazione di Pasquale Nonno, firma storica del giornalismo napoletano. Nel testo viene dato atto che Pescatore, in assoluto silenzio, ha contribuito al miracolo economico italiano portando in dote i primi capitali di banche estere, il “raddoppio” degli effetti dei «prestiti Marshall» e, soprattutto, una macchina del fare che apriva e chiudeva cantieri, faceva le opere, portava l’acqua in Sardegna, cuciva di dighe, acquedotti e strade lo Stivale, finanziava la piccola e media impresa meridionale e la parte sana dell’impresa settentrionale che sceglieva il Mezzogiorno.

Per Napoletano “In estrema sintesi, fece in modo che il reddito pro capite del Sud arrivasse a volte a crescere più di quello del Nord senza mai fare assistenza o rubare una lira, alla guida di una pattuglia affiatata di trecento ingegneri. Insomma, in quel miracolo economico che trasformò un Paese agricolo di secondo livello prima in un’economia industrializzata poi in una potenza economica mondiale, Pescatore occupa un posto di prima grandezza”.

La commemorazione di Mattarella

Sergio Mattarella

Le pagine di quel libro collocano Pescatore al fianco di uomini del calibro di Menichella e Saraceno, dentro un olimpo di grandi che spazia dalla politica, “penso a De Gasperi e al suo centrismo ma anche al Fanfani del primo centrosinistra, al rigore morale e all’impronta liberale di Einaudi, ai Costa, ai Di Vittorio, ai Campilli, e altri ancora”.

A tributargli il riconoscimento del Paese è stato anche il Presidente della Repubblica Sergio MattarellaLa sua presidenza della Cassa per il Mezzogiorno, durata oltre un ventennio, ha segnato la stagione migliore dell’intervento pubblico per ridurre il divario tra Nord e Sud, per accrescere opportunità e diritti di larghi settori sociali, per realizzare programmi e infrastrutture necessari alle Regioni meridionali, e dunque alla crescita e al benessere della nazione intera», ha scritto ancora il presidente della Repubblica”. 

1^ Puntata. La visione industriale che ci è mancata: fin dall’Unità d’Italia

2^ Puntata. La lungimiranza perduta che fece nascere la Cassa del Mezzogiorno

3^ Puntata. Il battesimo ufficiale della Cassa del Mezzogiorno ed i 4 anni di Rocco

4^ Puntata. Le cinque fasi ed il primo decennio della Casmez: decennio insufficiente