
La dottoressa Veta, Chief Brand & Sales Officer di Gemar (il più grande produttore continentale di palloncini in gomma naturale), è diventata la presidente dell'European Balloon & Party Council. In un'intervista racconta la storia di successo dell'azienda di Casalvieri e le difficoltà di un settore alle prese con le stringenti regole del Green deal imposte dall'Ue
Sulla linea del fronte, con il suo sorriso e la sua fermezza. Di fronte alle sfide imposte dall’Europa. Per nulla intimorita dal fatto di provenire da un piccolo paese della provincia di Frosinone. Gloria Veta è la Chief Brand & Sales Officer di Gemar, che è il più grande produttore in Europa di palloncini in gomma naturale. Radici e sede centrale a Casalvieri, stabilimenti in Italia, Francia e Germania, uffici di rappresentanza i tutti i punti del mondo in cui sia utile. Sostanza e non apparenza. È nel Dna di famiglia.
Dalla settimana scorsa lascia la seconda linea dell’European Balloon & Party Council cioè l’associazione Europea del palloncino con sede a Bruxelles. Passa sulla posizione più importante: l’hanno eletta presidente, all’unanimità e per acclamazione. Lascia la casella di vice presidente ricoperta in questi anni a Julie Dommett di Anagram Europe.
Da quella posizione, in questi anni ha affrontato una delle battaglie più dure per la categoria dei produttori di palloncini in gomma naturale. È quella per gestire le nuove regole ambientali imposte dal un Green Deal europeo che sta mettendo in ginocchio la produzione di automobili; nel campo del Balloon & Party ha rischiato di fare altrettanto con le norme sulle plastiche per le asticelle dei palloncini, le piccole parti in plastica. La risposta è stata il passaggio a nuovi materiali.
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Dove ci stanno portando le scelte imposte con il Green Deal ?

“Appoggiamo lo spirito delle proposte UE per una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e alla gestione degli impatti prodotti dal tessuto industriale. Questa attenzione e questi sforzi devono essere rivolti allo sviluppo sostenibile delle aziende in cui il concetto di sostenibilità è importante quanto quello di sviluppo. Le scelte e le decisioni prese dall’Europa devono conciliare con la cura dell’ambiente, con la tutela delle realtà produttive europee, in particolar modo delle SME che producono in linea con standard di protezione dell’ambiente e dell’uomo che altre Nazioni, extra UE, non hanno”.
Per anni l’ambiente è stato sacrificato sull’altare dell’occupazione: oggi non possiamo più permettercelo.
“Giusto. Considerando che ESG sta per Environmental, Social and Governance ed esprime l’impatto ambientale, sociale e di governance di una impresa o di una organizzazione che opera sul mercato, l’impatto sociale è importante quanto quello ambientale per cui il progresso deve essere sostenibile ed equo attraverso la tutela delle aziende e delle persone che vi operano.
Sul mondo dell’Auto quelle scelte hanno avuto un impatto che rischia di cancellare un intero settore. Invece nel vostro campo?

“Il rischio è comune a vari settori tra cui quello del giocattolo e del palloncino. I Regolamenti che prevedono restrizioni e requisiti importanti che impattano i produttori europei, lasciando però libero mercato alle importazioni straniere, che non rientrano nello scopo di applicazione oppure non vi è sufficiente vigilanza sul mercato”.
Sta dicendo che voi dovete rispettare le regole ma se apriste uno stabilimento in Asia potreste ignorare le regole?
“Sto dicendo che ironicamente, questi regolamenti che mirano ad un minore impatto ambientale mettono fuori mercato produttori affidabili europei, facendo invece colmare il vuoto con prodotti che possono comportare maggiori rischi per la sicurezza e per l’ambiente”.
Vi siete dovuti adeguare ad una norma sulle microplastiche ed avete dovuto innovare ricorrendo a nuovi materiali: quanto c’è di innovazione nel mondo dei palloncini?
“Il palloncino Gemar non è prodotto in plastica ma in lattice di gomma naturale e non vi è aggiunta di microplastiche negli additivi e nei pigmenti utilizzati. L’innovazione è però sempre possibile, come nella scelta di materie prime provenienti da foreste controllate secondo schemi internazionali riconosciuti per la gestione e la tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle comunità locali. La Gemar è certificata con catena di custodia nella produzione di palloncini 100% -FSC”.
In generale, si associa al tempo libero ed al divertimento un concetto di leggerezza, invece dietro ci sono centinaia di posti di lavoro, investimenti, marketing: quanto in Europa?

“Il mercato europeo nel settore palloncino conta circa 11.600 posti di lavoro tra operatori diretti ed indiretti. Mentre l’intera industria del giocattolo conta circa 220mila persone che lavorano nei 27 Stati Membri.
L’UE è il più grande mercato di giocattoli al mondo, con una spesa totale dei consumatori pari a 16,5 miliardi di euro nel 2011″.
E quanto in Italia?
“Come Gemar, siamo i più grandi produttori di palloncini in lattice di gomma naturale in EU con una produzione media di circa 6 milioni di palloncini al giorno.
Il mercato del palloncino e party in Italia ha un valore di oltre 100 milioni di euro”.
Come si diventa numeri 1 al mondo come Gemar?
Nessuno è mai numero 1, la competizione serve ad ambire ad esserlo e per avere lo stimolo a fare sempre di più, ma con umiltà e voglia di imparare, non si deve smettere mai di imparare.

Per il resto tutto è relativo per cui dipende da che punto di vista si valuta l’azienda, per me è importante avere il primato sulla sostenibilità, qualità, innovazione e competitività del prodotto. Questi sono i numeri che per me contano davvero e che ci permetteranno di guardare al futuro e continuare la nostra tradizione di fabbricazione ultracentenaria che si tramanda da quattro generazioni e si inizia ad affacciare alla quinta”.
Invece della suite sulla Fifth Avenue avete scelto il capannone per produrre: da dove nasce questa visione così riservata del mondo?
“La nostra visione è semplice, siamo una tipica “family business” all’Italiana legata alla propria passione, alle proprie radici, alla propria storia e concentrata soprattutto a “fare” o, meglio, a “fabbricare”.
Poi alla Fifth Avenue ci si pensa, alla Fifth ci si va in vacanza o per fare un po’ di shopping, ma per il quotidiano la pace che ci regala la nostra terra è ineguagliabile”.
Gemar è anche Cultura: il vostro calendario ha impegnato un artista di rilievo internazionale dando un respiro ancora più ampio alla vostra attività.

“Gemar è cultura ed il calendario Gemar è forse uno delle massime espressioni che facciamo in quest’ambito. Il calendario Gemar nasce 10 anni fa da un sogno audace di creare un prodotto iconico, un “must-have” legato al mondo del palloncino. Ho concepito il progetto con la visione di mettere insieme arte, stile, creatività, stile e tanto ingegno. Oggi questo sogno è una realtà che si chiama #gemarcalendar – un appuntamento atteso ogni anno dalla nostra comunità – come un passaggio di rito per inaugurare il nuovo anno. Il #gemarcalendar è un prodotto esclusivo realizzato a tiratura limitata che viene omaggiato alle persone a noi care che si riconoscono in Gemar. L’edizione 2024 è stata affidata al maestro Marco Lodola che ha fatto brillare di luce e colori i nostri palloncini, per l’edizione 2025 abbiamo ripreso la collaborazione con Giada Curti facendo un progetto del tutto inedito.
Giada Curti ci ha fatto dono del suo inconfondibile stile tramutando la sua couture in palloncini, attraverso la maestria dei nostri abili decoratori abbiamo trasformato i palloncini Gemar in tessuti preziosi per realizzare la prima collezione di #Gcouture”.
L’European Balloon & Party Council cioè l’associazione Europea del palloncino con sede a Bruxelles l’ha chiamata a guidare il board nei prossimi anni: dove intende portare l’associazione?

“La missione di EBPC è da sempre rivolta alla crescita sostenibile e al progresso significativo del nostro settore, una sfida importante considerando il contesto attuale.
Il mio impegno più grande sarà di aiutare i nostri membri a navigare il cambiamento in atto e di contribuire a creare le condizioni migliori in cui operare e crescere attraverso il cambiamento cercando di trasformare le sfide in opportunità”.
Quali sono le sfide da affrontare?
“Le sfide sono significative e oserei dire esistenziali. Lo sono per industrie importanti come automotive, figuratevi per noi.
Gestire le pressioni legislative, ambientali e l’evoluzione o rivoluzione dell’intelligenza artificiale ci richiederà di essere strategici, adattabili ed uniti ma soprattutto di essere pronti al cambiamento ed alla trasformazione”.
Oggi il territorio ha il coraggio di rischiare?
“Più che nel territorio credo nelle persone di questo territorio, hanno il coraggio e la forza di realizzare grandi cose. L’importante è creare delle condizioni favorevoli in cui le persone operose possano esprimersi e dare il meglio di sé”.