Il colosso danese sospende la produzione del farmaco anti-obesità e avvia una revisione strategica dopo il crollo in Borsa. Sindacati in allarme per il futuro dello stabilimento ex Catalent. Rocca convoca i vertici per salvare investimenti e occupazione.
La multinazionale danese del farmaco Novo Nordisk rivede i suoi investimenti nel mondo, mette “temporaneamente in pausa” i suoi progetti sul farmaco anti obesità Wegovy e da lunedì ne sospende la produzione nello stabilimento di Anagni “in attesa di un riallineamento strategico”. Scommette sul nuovo farmaco contro la cirrosi epatica e per questo si prepara all’acquisizione della società farmaceutica statunitense Akero Therapeutics per un valore massimo di 5,2 miliardi di dollari. L’operazione mira a garantire l’accesso a efruxifermin, un promettente farmaco per il trattamento delle malattie del fegato ed utilizzato nel trattamento della cirrosi.
L’annuncio ad Unindustria

L’annuncio dello stop alla produzione del Wegovy ad Anagni è stato fatto questo pomeriggio nella sede di Unindustria a Frosinone dal direttore dello stabilimento italiano. Parla di uno stop “temporaneo” in quanto legato all’andamento del farmaco sul mercato: Wegovy sta risentendo molto della concorrenza più aggressiva da parte dell’americana Eli Lilly che ha sviluppato un farmaco anti obesità in pastiglie anzichè in siringhe come quello danese e con tempi di efficacia più rapidi. (Leggi qui: Terremoto Novo Nordisk: via 9mila posti e si rivedono tutti i piani).
La scelta di fermare la produzione fa seguito all’annuncio delle settimane scorse di una contrazione del mercato, con un calo dell’8% nelle vendite globali e una perdita di oltre 60 miliardi di euro di capitalizzazione in borsa. Decisive sono state anche le nuove condizioni che si sono create negli Usa a causa dell’introduzione dei dazi sui farmaci prodotti in Europa decisi dal governo Trump, la diffusione incontrollata di copie non autorizzate del principio attivo ‘semaglutide‘ e le difficoltà legali e brevettuali, con la scadenza anticipata del brevetto di Ozempic in Canada.
L’investimento a rischio

Alla produzione del Wegovy ad Anagni era legato un investimento da 2,5 miliardi di dollari considerato strategico sul piano nazionale. Novo Nordisk oggi ha confermato che si sta procedendo ad una rivalutazione complessiva degli investimenti globali e per questo “una parte delle attività di espansione del sito è stata temporaneamente messa in pausa, in attesa di un riallineamento strategico”. Il “riallineamento strategico” determinerà una riduzione di oltre 9.000 posti di lavoro nel mondo: era stato annunciato il 10 settembre ma per lo stabilimento di Anagni “sebbene non sia possibile escludere singoli impatti su alcune funzioni di supporto, non ci saranno ricadute significative e non vi sarà necessità di attivare una procedura collettiva”. Cioè: non si licenzia in massa, non si chiude l’impianto.
A microfoni spenti, i presenti all’incontro riferiscono che dei tre stabilimenti Novo Nordisk continuerà la produzione del Wegovy solo quello negli Stati Uniti d’America. In pratica, al momento “l’adeguamento dei volumi produttivi, dovuto alle mutate condizioni di mercato” ed il conseguente stop alla linea di produzione del farmaco per l’obesità non avrà impatti sul personale a contratto indeterminato ma solo su una parte dei contratti temporanei in scadenza a fine 2025.

Sempre relativamente ad Anagni l’azienda ha chiarito che vanno avanti “altri interventi già approvati ed in corso di esecuzione. Il sito nei prossimi mesi sarà dotato di due ulteriori Suite per il riempimento e l’ispezione di Siringhe Preriempite e di relative capacità di confezionamento. Continuano, inoltre, il progetto di installazione di una suite per la produzione di cartucce. E pure il progetto di riattivazione della produzione di riempimento e confezionamento di flaconi”.
L’allarme dei sindacati
I sindacati sono preoccupati. Mettono in evidenza che “lo stabilimento ex Catalent di Anagni era, fino a poche settimane fa, un polo strategico europeo. Oggi è coinvolto in una sospensione della produzione di uno dei farmaci chiave, con potenziali ripercussioni sull’occupazione e sulla continuità industriale“. Ma soprattutto, dicono ancora i sindacati Filctem Cgil e Femca Cisl, è stato riferito che “l’investimento iniziale di oltre 2 miliardi di euro e le promesse di crescita occupazionale rischiano di essere compromessi se non verranno garantite nuove linee produttive e un piano di espansione industriale credibile“.

I sindacati hanno chiesto chiarezza immediata da parte dell’azienda sul futuro dello stabilimento e sulle tempistiche della sospensione. Vogliono garanzie sulla tutela dei livelli occupazionali e che nessun lavoratore venga penalizzato da scelte aziendali non condivise. Inoltre è stato chiesto l’avvio di un tavolo di confronto urgente con le istituzioni per monitorare l’evoluzione della crisi.
Filctem Cgil e Femca Cisl, chiedono “trasparenza sugli investimenti futuri e sulle prospettive produttive. Il territorio non deve subire le conseguenze di scelte industriali dettate da logiche finanziarie”.
Rocca convoca Novo Nordisk e sente Urso

In serata il Governatore del Lazio Francesco Rocca ha convocato i vertici italiani e internazionali della multinazionale farmaceutica Novo Nordisk. Li incontrerà nei prossimi giorni per fare un punto urgente della situazione. Rocca lo ha fatto nella sua veste di commissario straordinario del Governo per facilitare gli interventi di Novo Nordisk sul territorio del Lazio.
Il presidente Rocca ha già avviato contatti con il Gabinetto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Fa sapere la Regione Lazio – “è costantemente al lavoro per trovare una soluzione per salvaguardare l‘occupazione e le prospettive industriali di Anagni”.



