
L’idea di Altobelli di colmare il divario tra offerta specializzata e domanda nella finanza creativa, creando professionalità precise per il territorio ed il Paese.
Il problema lo aveva ribadito, sollevandolo in purezza, la Cgia di Mestre poche settimane fa. Ed è ancora problema cardinale: nell’equazione tra offerta e domanda di lavoro spesso e volentieri quello che manca è la formazione specifica degli aspiranti occupati. Da un punto di vista di economia di scala e di massimo sistema questo comporta un gap ferreo. Tra ciò che le aziende si aspettano di “pescare”, incrementando i livelli occupazionali del Paese, e ciò che il Paese effettivamente offre.
Spostando i dati nelle due nicchie chiave, quella produttiva e quella occupazionale, appare chiaro che serve, oggi più che mai, un approccio formativo maggiorato che copra delle nicchie di formazione sui cui spesso il mondo accademico è carente.
Una sorta di “preambolo” operativo al mondo del lavoro che dello stesso sia grimaldello.
Domanda, offerta e i dati Cgia

A metà mese la Cgia di Mestre, tecnicamente la massima autorità sul tema, aveva snocciolato i dati. Ed è roba mesta: da un lato le imprese italiane che hanno dichiarato all’Unioncamere/Ministero del Lavoro l’intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori. Attenzione: di essi 380mila dovranno essere assunti a tempo indeterminato. Dall’altro – e qui le dolenti note – un aspirante lavoratore su due non ha le competenze adatte per andare a coprire quel posto. Una situazione desolante, perché non fa il paio con congiunture economiche negative, ma con l’incapacità di un sistema complesso-società di formare professionalità giovani che facciano girare il sistema.
E che, contestualmente, siano vettori di Pil, capacità di approcciarsi al credito e possibilità di migliorare il patrimonio cognitivo e tecnico della Nazione. Del tema se ne era occupata anche Unindustria, quando aveva deciso di formare professionalità ex novo in ambito meccatronico invece di elemosinare skill che non c’erano. Arrivò al punto di finanziare una scuola superiore vera e propria per creare in house quelle figure di cui gli industriali avevano una fame disperata per le loro fabbriche.
Quello di cui si sente l’esigenza insomma era un insieme di realtà che possano contribuire motu proprio a formare i giovani. Meglio ancora se giovani del posto: perché a parità di stipendio tenderanno a rimanere a lavorare vicino alla famiglia.
L’idea di Altobelli: un’accademia

Nel calcio c’è la celebre Cantera, tra le imprese italiane si sta facendo spazio l’Accademy. Una sfida alla quale ha deciso di aderire anche Profima, la società che si occupa di formare figure di ambito precise: quello della finanza agevolata.
L’idea delle Accademy si sta rivelando a suo modo geniale, nella sua semplicità. E se, in iperbole, il mondo del lavoro fosse un ipotetico campo di battaglia, allora Profima e la sua “Academy” sono la caserma nella quale in provincia di Frosinone si cercherà di sfornare truppe scelte da schierare sul fronte della Finanza e non marmittoni da fureria.
Il quadro lo ha disegnato con efficacia il Ceo di Profima, Enzo Altobelli. Così: “L’esigenza chiave è quella di individuare, specie dopo il Covid, risorse umane che vogliano intraprendere esperienze di lavoro. E parliamo di una carenza che tocca praticamente tutti gli ambiti, senza contare che ve n’è una seconda”. Altobelli spiega: “Nel nostro mondo non esistono percorsi universitari di tipo professionalizzante che ci possano portare a reperire tecnici nell’ambito della finanza agevolata”.
A cosa si riferisce di preciso?
“In buona sostanza parlo di professionalità che siano in grado di intercettare un bando, di saperlo leggere, interpretare ed adattare. Soprattutto di portarlo a risultato”.

A quel punto l’uovo di Colombo. “Dato che come Profima noi siamo sempre in cerca di professionalità e nel rivolgerci al mercato questa professionalità non le reperiamo facilmente, abbiamo deciso di formarle noi inside, internamente”.
E come funziona?
“Da un po’ di tempo abbiamo lanciato la Profima Academy. Una realtà che oltre a formare ed a far crescere le persone interne in ambito tecnico e commerciale ed in ambito tutor, si è aperta al territorio”. Ecco come: “Noi individuiamo un certo numero di persone da inserire in un percorso di formazione che parta dalla definizione di finanza agevolata ed arrivi a come si applicano le informazioni per la risoluzione delle problematiche“.
“Lo start sarà il 7 febbraio per 52ore di formazione. A quel punto i migliori tre li andiamo ad inserire in organico Profima”.
Cioè, li prendete a lavorare voi?
“Certo, questo nella speranza che poi, proseguendo nella formazione pratica in ambito lavorativo, possano rimanere anche a tempo indeterminato”. A questo punto

Altobelli chiosa: “Gli altri non verranno presi in azienda, tuttavia avranno un attestato che potranno letteralmente ‘rivendersi’ come skill-grimaldello lavorativo sia sul territorio che in altre realtà di areale produttivo.
“E questo sia in aziende interne alla finanza creativa che in quelle che vogliano inserire in organico almeno una risorsa in grado di interfacciarsi con l’universo della finanza creativa”.
Il percorso semestrale
“Questo è il ruolo che abbiamo immaginato e realizzato per Profima Academy, con un percorso a cadenza semestrale. Lo faremo su un lato tecnico più a livello locale per dare spazio a giovani del territorio, mentre sul fronte commerciale e del tutoring direzionale lo faremo a livello nazionale su Roma”.
“Sono percorsi importanti, che hanno una valenza chiave per noi e per ragazzi che escono dall’università e che si possono professionalizzare senza costi. Perché ad investire siamo noi: su di loro e sulla mission stessa della nostra azienda”.