Salvate Rosso Malpelo: la ricetta Borgomeo contro il lavoro minorile

Il rapporto dell’Osservatorio Unicef nella Giornata contro lo sfruttamento del lavoro minorile. La risposta che la Ciociaria ha già dato: con l'economia circolare. La visione dell'uomo di Saxa Gres e Grestone

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Non si sarebbe chiamato Verismo. Non lo si sarebbe chiamato così se non avesse messo alla letteratura la birra acida della verità. Verità come quelle che colano via grevi nell’animo del lettore di Rosso Malpelo, la novella con cui Giovanni Verga narra di un ragazzino siciliano che fa il minatore in una cava di “rena rossa”. E che lì dentro ci muore ma non del tutto, diventando una specie di spirito cupo che significa il male di vivere dei vinti. E di alcuni in particolare tra i vinti: quelli che perdono sogni, gioventù e diritto alla beatitudine dell’innocenza nel massacro del lavoro minorile.

I bambini vanno protetti dal lavoro e preparati a farlo quando bambini non lo fossero più, lo ha ricordato ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo ha fatto citando l’articolo 32 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, quello che “riconosce il diritto di ciascun bambino ad essere protetto dallo sfruttamento economico e da qualsiasi lavoro pericoloso”.

L’intuizione di Francesco Borgomeo

Sergio Mattarella

Flash Back, dissolvenza e torniamo indietro, non al 1878, anno di stesura della novella del ragazzo dagli “occhiacci grigi”, ma al 2021, a soli tre anni fa. Cioè quando Francesco Borgomeo disse cose molto in linea con quelle pronunciate oggi dal Capo dello Stato. Le disse da uomo del mondo produttivo, uno degli ultimi superstiti di quelli che fanno manifattura. Non parò da figura istituzionale. Ma in certe cose, quando le cose vanno bene, è così: le battaglie coincidono anche se le angolature e le aspettative divergono.

Erano i giorni del Cersaie, l’appuntamento continentale con le ultime novità dal settore della ceramica. Un calciatore della nazionale fu testimonial della fabbrica ciociara. Disse dunque Borgomeo: “C’è stato un notevole incremento sul mercato straniero e questo ci fa ben sperare per il futuro. Non tanto sotto il profilo economico ma soprattutto su quello ambientale. Cosa voleva dire? Perché un imprenditore che ha il suo nord magnetico nel profitto all’improvviso si era messo a parlare di ambiente?

Per due motivi: primo, perché Borgomeo quello ha sempre fatto: coniugare cioè il green fattuale con il diritto all’intrapresa. Poi perché il suo fiuto gli aveva già fatto capire che quella non era una forzatura, ma una crasi storica che era già in atto. “Utilizzare la pietra-ceramica realizzata nei nostri stabilimenti di Roccasecca e di Anagni significa salvaguardare l’ambiente”. (Leggi qui: Interris scopre Borgomeo: “Le mie aziende nate dal Vangelo”).

Niente suolo né minori sfruttati

Foto CloudBird / Pixabay

E ancora: “In questo modo evitiamo lo sfruttamento del suolo, lo sfruttamento della manodopera minorile che è ancora un dramma in alcune zone estrattive”. Eccolo, il fantasma di Rosso Malpelo che ritorna dal budello in cui si era sperso con i suoi occhiaggi grigi e livorosi. Come tutti i fantasmi che si rispettino indossa un lenzuolo e su quel sudario ci sono scritte. Dati, a dire il vero. Che dicono come il numero di bambini che lavorano nel mondo sia “di 160 milioni. Di questi, 79 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni sono coinvolti in lavori pericolosi, cioè definiti come lavori che potrebbero minacciare la loro salute, sicurezza o integrità”.

Borgomeo aveva appena messo il calciatore campione del mondo Marco Materazzi a fargli da testimonial per i prodotti e le rotte degli stabilimenti Grestone di Roccasecca e Saxa Gres di Anagni. In un padiglione dell’opima Bologna era andata in scena la mistica di un’industria che salva posti di lavoro e che mette a regime politiche di economia circolare in purezza. Ma cos’è la pietra-ceramica? Era un futuro che già si ammantava di presente nel 2021, è il presente oggi che siamo nel 2024, un presente che se ne sta fiero a dirci cose.

Grestone e Saxa Gres, dove accade il miracolo

Il nuovo impianto di frantumazione Grestone

Cose come la “fine delle montagne sventrate con gli esplosivi”. Perché sì, la pietra ceramica è un prodotto della fabbrica che utilizza in parte “la cenere dei combustori che producono energia elettrica: fino a qualche tempo fa doveva essere interrata perché nessuno sapeva cosa farci”. Ne sanno qualcosa a San Vittore del Lazio, tanto per dire. E con quel nuovo elemento a finire è anche lo sfruttamento minorile, perché se un prodotto non lo devi rubare alla Terra e non è materia prima non serve attingere alle miserie umane per strapparlo dalle viscere del pianeta.

Non serve che Rosso Malpelo muoia, anzi, lo si salva. I dati sul suo sudario continuano a sciorinare la litania di un mondo che per profitto uccide: a volte sogni, altre volte ragazzin*. “Nel settore agricolo è impiegato circa il 70% dei bambini costretti nel lavoro minorile (112 milioni) seguito dal 20% in servizi (31,4 milioni) e 10% nelle fabbriche (16,5 milioni)”. Ma quanti anni hanno questi spettri rubati ai posti dove pascolano ancora gli unicorni? “Il 28% circa dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35% dei bambini tra i 12 e i 14 anni costretti nel lavoro minorile non vanno a scuola”.

Il rapporto dell’Osservatorio Unicef

Borgomeo aveva intuito che si potevano regimentare ambiente, profitto ed etica, al di là di spot e gargarismi lessicali. Al di là di un Verismo ineluttabile ed al di là della memoria corta che non ci fa vedere il sangue misto a caucciù delle nostre snikers, sangue giovane. Grestone ad esempio è spot di un’esclusività che abbraccia tutti e tre gli ambiti. “L’azienda di Anagni e Roccasecca è l’espositore che porta un prodotto unico al mondo per composizione, formati e lavorazione. L’eco pietra in gres porcellanato prodotta in provincia di Frosinone è il risultato di un processo totalmente ecologico, basato sulla rigenerazione dei materiali provenienti da altri processi produttivi”.

Sì, è roba ciociara quella che sta nella nicchia delle cose che salveranno il mondo. Roba spremuta dalla tigna con cui a suo tempo venne presa e riconvertita Ideal Standard, e venne rimesso il sorriso in bocca a decine di famiglie di operai che fiutavano il disastro. La Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile ha dunque messo in moto l’Unicef Italia e spinto Mattarella a toccare il tema. Il tutto avendo come libro mastro il II Rapporto statistico “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

I dati Inail, Inps ed Istat

Il Rapporto è stato realizzato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile. E coordinato dal professor Domenico Della Porta, nonché curato dal “Laboratorio di Sanità Pubblica per l’analisi dei bisogni di Salute delle Comunità” del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana”– Università degli Studi di Salerno. A realizzarlo i dati base elaborati a partire da report e database presenti su portali nazionali dell’INAIL, dell’INPS e dell’ISTAT. Lo hanno presentato ieri nell’ambito delle “OFFICINE UNICEF”, durante l’incontro on line “Tutelare i diritti dei minorenni che lavorano”.

Cosa dice? Che “in Italia, nel 2023 erano 78.530 i lavoratori minorenni 15-17 anni (il 4,5% della popolazione totale dei minorenni di quella fascia d’età), in aumento rispetto ai 69.601 del 2022 e ai 51.845 del 2021. Oppure che “la posizione di ‘dipendente’’ raccoglie gran parte dei lavoratori, seguita da ‘operai agricoli’ e ‘voucher’”. Ci sono dunque cosa da capire e cosa da fare. “L’aumento dei lavoratori minorenni richiede sempre più una riflessione che riguarda sia l’aumento concreto dei rischi a cui i minori sono esposti durante le attività lavorative, sia la necessità di implementare la formazione dei giovani lavoratori. Ad esempio “attivando azioni per educare ai rischi e alla sicurezza sia i ragazzi che i datori di lavoro”. Il tema cardine è il reddito minorile.

Il maledetto reddito minorile

Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

Quello medio settimanale stimato per i lavoratori di sesso maschile “oscilla da 297€ nel 2018 a 320€ nel 2022 mentre nelle donne passa da 235€ nel 2018 al 259€ nel 2022. Viene confermata una retribuzione costantemente più alta per il genere maschile”. Ma dov’è che ci sono più minori che lavorano? Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Abruzzo e Marche. Ecco, lì il fantasma di Rosso Malpelo si aggira con maggior frequenza e quello che aveva ed ha in mente Francesco Borgomeo per esorcizzarlo assume ancor più valore. Inutile puntare solo all’etica, il segreto è scoprire la circolarità ulteriore di metodi che, assieme all’economia circolare, puntino anche sulla deprivazione del vero killer. Cioè uno smodato fabbisogno di materie prime ed un bisogno vorace di ottenerle usando forza lavoro atipica.

In Italia e “nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022 le denunce di infortunio presentate all’Inail a livello nazionale, relative ai lavoratori entro i 19 anni di età, ammontano a 338.323.

Rileggiamo: ci sono stati in quattro anni tanti minori a farsi male sul lavoro quanti ne servirebbero per la popolazione di quella stessa Bologna in cui tre anni fa Francesco Borgomeo esibiì un prodotto ed assieme un farmcao di civiltà. Di esse, di quelle denunce “211.241 per i minori di età fino a 14 anni e 127.082 nella fascia 15-19 anni”.

83 morti in quattro anni: morti giovani

E i morti? 83 in quattro anni, 83 Rossi Malpelo che non avevano occhiacci grigi ma occhi spalancati nello stupore di cessare la vita negli anni in cui neanche è cominciata. E nel quinquennio 2018-2022, “tra le denunce di infortunio dei lavoratori entro i 19 anni di età, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte si confermano le quattro regioni con le percentuali di denunce maggiori”. E con il 53% della casistica.

Ci sono volte in cui Rosso Malpelo ghigna senza più denti né corpo dai budelli dove scompare per l’avidità umana. E ci sono volte in cui, grazie ad un Presidente e ad un capitano d’industria, la storia va a finire diversamente. Rosso Malpelo non ghigna perché non muore prima di morire sul serio. E i suoi occhi sono solo pieni di cielo. Perché sono gli occhi di un bambino strappato al lavoro.