Sette modifiche allo Statuto per rinnovare Bpf

La nuova governance di Bpf ha messo a punto le proposte di variazione dello Statuto. Per rispondere alle sollecitazioni fatte da Bankitalia. Sette punti. Quali articoli intendono modificare e come. Le date.

Tre pagine, sette punti: è la road map con la quale trasformare la Banca Popolare del Frusinate. Rispondendo all’invito fatto dalla Banca d’Italia che nelle settimane scorse aveva sollecitato Bpf a rivedere il modello di business e l’assetto organizzativo e dei controlli ciò al fine di consentire alla banca di intraprendere un più equilibrato percorso di sviluppo lungo un livello di rischio sostenibile”. (Leggi qui: Bankitalia bacchetta Bpf: “Rivedete modello ed assetto”).

Ad avanzare le proposte di modifica dello Statuto Sociale è stata la nuova governance. Quella che ha visto il ritorno a Frosinone di Carlo Salvatori, il super banchiere nato a Sora che ha guidato Unicredit ed il ramo italiano della banca di investimenti americana Lazard. (Leggi qui: Il superbanchiere Salvatori per guidare Bpf su una nuova rotta).

Le proposte

Carlo Salvatori (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

La prima modifica proposta metterebbe le mani sull’Articolo 21, quello in base al quale si convoca l’assemblea. Si propone di ridurre il numero minimo dei soci necessario per convocare l’Assemblea: da 1/10 si scenderebbe ad 1/20. Il che renderebbe più facile convocare i soci. Si intende modificare anche l’Articolo 23 che disciplina il diritto d’intervento in Assemblea. Art. 23 – Diritto di Intervento in Assemblea: verrebbe aggiornato recependo le ultime novità inserite nel Testo Unico di Finanza; con la modifica potrebbero intervenire all’Assemblea e votare, i Soci iscritti nel libro soci da almeno 90 giorni prima della prima convocazione.

Si passa poi all’Articolo 30 che disciplina Composizione, Nomina, Revoca e Durata del Consiglio di Amministrazione. È il nocciolo della proposta e si divide in 5 paragrafi. Propone che ogni anno il Consiglio di Amministrazione si rinnovi per 1/3 dei componenti: in questo modo la base avrebbe la possibilità di esprimersi ogni anno sulla composizione del Consiglio. Il numero dei Consiglieri scenderebbe a 9: erano stati fatti salire da 7 a 11 nel maggio scorso; la conseguenza è che ogni anno verrebbero rinnovati 3 amministratori.

Per quanto riguarda gli amministratori: 2 devono essere in possesso dei requisiti di indipendenza prescritti dalla normativa di settore; 5 devono essere non esecutivi; 5 devono essere scelti tra i Soci che sono espressione delle attività economiche prevalenti nei territori della Banca; 2 dovranno appartenere al genere meno rappresentato.

Gli altri punti riguardano la Sostituzione degli Amministratori, le Cariche Consiliari, il Collegio Sindacale ed il Regolamento Assembleare.

I passaggi

Entro il 15 settembre la nuova Governance deve mandare la proposta di modifiche a Bankitalia per la preventiva approvazione. In caso di approvazione, le nuove regole verrebbero applicate per l’assemblea di aprile 2025. Prima c’è quella di ottobre: lì si andrebbe con le vecchie regole.

Viene abbassato il numero di firme necessario per presentare le candidature. Rimane la vittoria dell’intera lista, al fine di scoraggiare la presentazione di più candidati in liste diverse.

Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica

L’impressione è che si vada verso una ‘cura da cavallo‘: con queste modifiche il controllo di Bankitalia sarà quasi totale, si andrebbe verso un CdA blindato. Il che presenterebbe il problema sollevato più volte in passato dalle “minoranze”: non è garantita una loro presenza.

Il 10 settembre le proposte di modifica verranno discusse con i soci. Una volta definite, dovranno essere deliberate dal CdA nella seduta del 12 settembre per poi essere trasmesse all’Autorità di Vigilanza. Una volta ottenuto il semaforo verde da Bankitalia ci sarebbe un ultimo passaggio per la definitiva approvazione. Avverrebbe in Assemblea Straordinaria: è prevista per il 31 ottobre.