
La riforma della Commissione Ue sulle accise del tabacco potrebbe colpire duramente l'economia agricola del Lazio, in particolare la provincia di Frosinone. Previste consistenti aumenti delle tasse su sigarette e prodotti alternativi, creando pressioni politiche significative.
Per l’economia agricola del Lazio rischia di essere un colpo molto duro. In particolare per la provincia di Frosinone. Qui, dice l’Istat, c’è più di un terzo degli ettari coltivati a tabacco in tutto il Lazio ed oltre la metà delle aziende agricole specializzate in quella produzione. La Commissione Ue ora lavora a una riforma radicale della direttiva sulle accise sui prodotti del tabacco (Ted), con aumenti che rischiano di essere senza precedenti per sigarette, tabacco da arrotolare e sigari. Se non bastasse, si stanno studiando nuove tasse sui prodotti alternativi come sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e bustine di nicotina.
I numeri

In base ai dati Istat, nel Lazio sono 414,23 gli ettari coltivati a tabacco suddivisi tra 90 aziende agricole. In provincia di Frosinone gli ettari coltivati a tabacco sono 138,56 con 56 aziende attive: il polo principale è quello di Pontecorvo con 132,75 e 45 aziende. La produzione è concentrata sulle qualità Kentucky Black e Burley.
La manovra allo studio dell’Europa ipotizza una stangata del +139% sulle accise minime per le sigarette, del +258% sul tabacco trinciato e di un clamoroso +1.090% per i sigari. Il prezzo delle ‘bionde’ potrebbe schizzare: a spanne in Italia, un pacchetto da 5 euro potrebbe salire a 5,80-6,20 euro, mentre uno da 7 euro potrebbe arrivare fino a 8,30 euro.
Secondo analisi dell’industria del tabacco a livello europeo ci sarebbe un aumento medio di 1,4 euro a pacchetto per le sigarette tradizionali e di 1,2 euro a pacchetto per i prodotti innovativi del tabacco riscaldato.
Bisogna fare cassa

Al momento si tratta di valutazioni ancora preliminari, anche se il commissario competente Wopke Hoekstra ha già espresso la volontà di intervenire, in particolare sui nuovi prodotti come le sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. La revisione della direttiva, per altro, non è neppure ancora all’ordine del giorno del collegio dei commissari europei per le prossime settimane o mesi.
Tuttavia, in un momento in cui Palazzo Berlaymont è alla ricerca di nuove entrate per far fronte al nuovo bilancio a lungo termine dell’Ue, e considerando che le accise sul tabacco sono già oggi una delle risorse proprie, cresce la pressione per agire. Già oggi una quota del gettito Iva nazionale alimenta le finanze europee, accanto ai contributi pari all’1% del Rnl, ai dazi e ad altre possibili nuove fonti in discussione (annunciato quello sui pacchi).
Così c’è chi scommette che le 196 pagine dello studio tecnico interno sul Ted, filtrate la prima volta sulla Bild, possano imprimere una forte accelerazione al dossier. Una proposta della Commissione sul bilancio UE post-2027 è attesa a metà luglio, e da quanto si apprende effettivamente la voce “tabacco” al momento è nell’elenco delle ipotesi sul tavolo per le nuove entrate.
Le accise

Tornando al ‘leak’ del documento della Commissione, l’accisa minima sulle sigarette passerebbe da 90 a 215 euro per 1.000 pezzi (+139%), sul tabacco da arrotolare da 60 a 215 euro/kg (+258%), sui sigari e sigarilli si propone 143 euro/kg o per 1.000 unità (+1.090%), sullo shisha accisa di 107 euro/kg, sulle bustine di nicotina 143 euro/kg.
Per le sigarette elettroniche si ipotizza una tassazione in base alla concentrazione di nicotina, da 0,12 a 0,36 €/ml, mentre per il tabacco riscaldato la proposta prevede 108 €/1.000 unità o 155 €/kg, ovvero circa la metà del carico fiscale previsto per le sigarette tradizionali.
Ogni modifica alla direttiva Ted, così come ogni decisione su nuove risorse proprie o sulla struttura del bilancio Ue, richiede l’unanimità dei 27 Stati membri. Una sfida politica e diplomatica di rilievo, che potrebbe segnare uno dei primi scontri sul futuro assetto finanziario dell’Unione.
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