Anche l'assessore regionale Roberta Angelilli inizia ad essere preoccupata per la situazione Stellantis. "Dicono no a chiusure di impianti e no ai licenziamenti, ma siamo preoccupati”. Anche lei inizia a parlare di conversione dello stabilimento. Come aveva già detto il ministro Urso. il 15 incontro decisivo. La linea Coppotelli, il no di Maura, il ponte di Trequattrini
Il dialogo con Stellantis resta in piedi. Ma è attaccato ad un filo sottile pronto a spezzarsi in ogni istante. C’è una data critica: il 15 dicembre. Quel giorno si riunirà il prossimo tavolo al Ministero del Made in Italy e potrebbe accadere di tutto. Un’estrema fragilità figlia della mancanza di credibilità verso il colosso dell’Automotive da parte del Governo nazionale, della Regione Lazio e delle altre cinque Regioni che ospitano i suoi impianti produttivi.
Non si nasconde l’assessore regionale allo Sviluppo Economico del Lazio, Roberta Angelilli. Ha parlato con molta chiarezza durante la sua audizione nella Commissione Sviluppo Economico della Pisana: lì ha riferito quanto emerso al tavolo di giovedì scorso al Mimit.
Sempre più difficile
Stellantis non ha rispettato i patti. L’assessore lo ha detto in maniera diretta. Sottolineando che quegli impegni non erano stati presi per strada ma dentro ad un Ministero e con interlocutori che parlavano in nome e per conto del Governo italiano. “L’interlocuzione con Stellantis non è semplicissima perché, nonostante gli impegni presi lo scorso anno in più tavoli al Ministero del Made in Italy, non hanno rispettato i patti. Ad esempio quello sulla produzione di quest’anno. Si erano impegnati a realizzare in Italia un milione di veicoli e sono stati invece circa la metà”.
Il mancato rispetto di quell’impegno ha avuto gravi conseguenze. Molte si sono abbattute sull’economia della provincia di Frosinone. Infatti quelle produzioni realizzate lontano dalle linee di Piedimonte San Germano, fuori dal Lazio e fuori dall’Italia “hanno determinato la cassa integrazione per i lavoratori di Stellantis e grosse ripercussioni sull’indotto, che è il comparto più fragile e molto esposto“.
Ad un passo dal crollo
C’è poco da girarci attorno: la situazione è molto seria. Al punto che Stellantis ha diminuito la produzione nonostante l’erogazione dell’Ecobonus sulle auto prodotte in Italia. Il che ha portato a sollevare un interrogativo che è la domanda da anticamera della disperazione: che fare, continuare a finanziare gli ecobonus o spostare quei soldi sulla filiera per finanziare la riconversione?
La precisione impone di sottolineare che Roberta Angelilli non ha usato al tavolo la parola ‘riconversione‘ ma “tutte le sfide della transizione”. Nelle settimane scorse gli industriali invece sono stati più diretti, mettendo in chiaro che ora si tratta di mettere in sicurezza il sistema produttivo della provincia di Frosinone. Anche attraverso la riconversione di quelle aziende che non troveranno più sopazio nel sistema Stellantis.
La vice presidente della Regione Lazio non ha voluto usare il termine riconversione. Non la ha voluto scientemente pronunciare al tavolo: “Non parlo di riconversione perché vuol dire avere già abbandonato il campo. Questo rispetto a Stellantis non è costruttivo perché l’automotive è un settore strategico. E poi perché Stellantis sarebbe solo che felice se gliene parlassimo: altri soldi per alleggerirsi di responsabilità“.
Confermati gli impegni su Cassino
La multinazionale ha assicurato al tavolo che “non intendiamo chiudere gli stabilimenti ne’ licenziare” ha riportato Angelilli. Non in maniera generica ma in maniera precisa ed a precisa domanda posta dall’assessore. Su Cassino “ci hanno ribadito che la piattaforma Stla Large è super innovativa e ci hanno confermato la produzione della Maserati Grecale elettrica, la nuova Stelvio e la nuova Giulia“. Allora si può stare tranquilli. No, perché tuttavia “non abbiano nascosto la nostra preoccupazione – ha continuato Roberta Angelilli – perché usufruiscono della cassa integrazione ma non hanno parlato dell’indotto, che a loro non interessa“.
I numeri resi pubblici dai sindacati in provincia di Frosinone sono da ecatombe. Una sessantina di posti stanno saltando e si potrebbe arrivare al centinaio entro la fine dell’anno. Nel 2025 si stima una perdita di 1400 posti tra diretti Stellantis ed indotto. Per questo l’assessore ha chiesto a Stellantis “di rispettare i patti concordati. Abbiamo fatto un appello al ministro Adolfo Urso ed al ministro del Lavoro sulla finalizzazione delle risorse”. Cosa significa? “Che le risorse devono arrivare anche all’indotto altrimenti la filiera entra in crisi”.
Servono nuovi ammortizzatori
Nei giorni scorsi il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli aveva messo in chiaro che senza nuovi ammortizzatori non ci sarebbe stato scampo per quasi 1500 lavoratori dell’Automotive laziale. Ed aveva sottolineato che siamo in presenza di una crisi che non è solo Stellantis, non è solo laziale, non è solo ciociara. Ma è una crisi di sistema, europea: per questo aveva sollecitato l’individuazione di nuove forme di ammortizzatori su scala europea.
Roberta Angelilli ha fatto sua la sollecitazione ed ha chiesto al ministro Urso se al prossimo incontro può partecipare anche il ministro del Lavoro o il sottosegretario perché questa è la prima delle emergenze. “Se i lavoratori dell’indotto non potessero più accedere alla cassa integrazione sarebbe un grosso problema“, ha affermato Angelilli.
Il tavolo è stato riconvocato per il 15 dicembre con due ipotesi. La prima: “O Stellantis si mette a disposizione di una soluzione che vada incontro alle esigenze di lavoratori e indotto e si chiude poi con un accordo a Palazzo Chigi oppure vediamo” ha proseguito Angelilli. Conferma che il ministro vuole chiudere il 24 sapendo cosa fare. Il timore è quello di “usare ingenti risorse pubbliche senza arrivare ad alcuna a soluzione. Perché se loro continuano a produrre in Marocco noi salvaguardiamo i posti di lavoro del Marocco“.
Salvare la competitività
Tra i vari allarmi delle settimane scorse c’è quello di Unindustria. Proprio il presidente della Territoriale di Frosinone Corrado Savoriti aveva parlato della necessità di mettere in sicurezza la capacità di produrre che oggi hanno le fabbriche ciociare. Per Angelilli “dobbiamo mettere le imprese nelle condizioni di restare competitive nell’automotive così come sarà o orientarsi verso altri segmenti, ma senza traumi“.
Insomma, al di là dei tatticismi, allo stato la riconversione del sito produttivo di Stellantis è una possibilità reale: “Io sono stata bene attenta a non parlare di riconversione non perché non dobbiamo essere pronti alla riconversione – ha spiegato Angelilli – ma perché dire questa parola significa affidargli un pezzo della soluzione e noi non glielo dobbiamo affidare“. Nei giorni scorsi anche il ministro Adolfo Urso aveva parlato del lavoro avviato per cercare una soluzione sul futuro di Cassino, compresa la ricerca di un partner. (Leggi qui: Stellantis, allarme rosso per Piedimonte: il ministero cerca già nuovi investitori).
Basta con i soldi a Stellantis
Di sicuro secondo l’assessore “dobbiamo mantenere l’impegno sulla cassaintegraizone, in particolare per l’indotto e non certo per Stellantis che non ha bisogno delle nostre risorse: un sostegno rispetto alla transizione“.
La situazione è molto tesa ed il filo rischia di spezzarsi. Fratelli d’Italia prende posizione per bocca del consigliere ciociaro Daniele Maura: “Basta con i soldi a Stellantis, non e’ più credibile. Meglio formare i lavoratori e spostare i fondi su altri comparti come la farmaceutica, l’agricoltura e la logistica“. Non è una frase buttata a caso. Nasce da un warning lanciato dal professor Raffaele Trequattrini, commissario del Consorzio Industriale del Lazio: i nuovi posti nel 2025 nasceranno nel comparto Farmaceutico e servono operai. Occorre gente che sappia gestire le linee di produzione ed interfacciarsi con i macchinari. Ma quei lavoratori vanno convertiti verso le nuove produzioni.
Probabilmente non con i toni netti usati da Daniele Maura e sui quali si è sintonizzato anche il Movimento 5 Stelle ma la commissione Sviluppo Economico approverà a breve una di risoluzione da sottoporre poi al Consiglio per arrivare anche in questo caso a un’applicazione unanime. Una sorta di “armatura politica” che tutto il Lazio (Giunta e Assemblea) vuole fare indossare ad Angelilli, che redigerà il testo da discutere in commissione, in occasione dell’incontro (che si preannuncia decisivo) al Mimit del 15 dicembre.
“Dobbiamo avere una strategia – ha detto Roberta Angelilli – Un testo semplice che sia un messaggio politico importante, sia della Giunta che del Consiglio, altrimenti se ne approfittano“. Stellantis sottointesa.