Stellantis “Solo chiacchiere, prepariamoci o sarà peggio”

Niente lavoro oggi in Stellantis. Lastratura e Verniciatura ferme il 15 ed il 18. Una ventina i giorni di stop a dicembre. Non si torna in fabbrica prima del 7 gennaio. Licenziamenti alla Transnova ed alla De Vizia. L'ex presidente del Cosilam: "Basta con le illusioni, i tavoli locali non servono. Il peggio deve ancora arrivare. Ecco le evidenze”.

Visioni sbagliate, tavoli evanescenti: troppe parole sulla Crisi Stellantis, troppi affamati di selfie alla disperata ricerca di un titolo sui giornali e dieci secondi di gloria. Non ha dubbi Marco Delle Cese: è stato il presidente del Consorzio Industriale del Lazio meridionale fino alla sua fusione nel Consorzio del Lazio oggi guidato dal professor Raffaele Trequattrini.

Chiacchiere senza una visione precisa, nani con la pretesa di dire parole che nemmeno i giganti delle grandi economie mondiali in questa fase pronuncianotaglia corto Marco Delle Cese. Che mette in fila quattro evidenze.

La Germania è alle prese con la chiusura degli stabilimenti, gli Usa stanno riorganizzando tutta la loro filiera dell’Automotive, la Cina ci inonda delle sue auto elettriche in sovrapproduzione. A Frosinone continuiamo a pensare che una riunione del Consiglio provinciale possa cambiare le cose. Io me lo auguro, ma mi tengo i miei dubbi che ne abbia sia lo spessore che la competenza”.

Stop per venti giorni

Foto © Imagoeconomica

La situazione non è semplice. Martedì sera intorno alle 21 i sindacati hanno ricevuto la comunicazione che oggi lo stabilimento Cassino Plant resterà chiuso: mancano i materiali necessari per la produzione delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio. Poche ore prima l’azienda aveva comunicato il fermo produttivo per il 15 ed il 18 novembre nelle unità Lastratura e Verniciatura. Inoltre 7 giorni di chiusura a dicembre che uniti alle ferie già previste ed ai fermi per Solidarietà determineranno una serrata di una ventina di giorni.

Il fermo produttivo riguarderà tutti i reparti. Cassino si fermerà nelle giornate del 23 – 24 – 27 – 30 – 31 dicembre e 2 gennaio. Le sei giornate verranno coperte dalle ferie e dai permessi annui retribuiti dell’anno 2023/24.

C’è poi una settima giornata di stop. L’azienda ha deciso che la la festività del patrono di Piedimonte San germano, Sant ‘Amasio, prevista il giorno 23 gennaio verrà anticipata il 3 gennaio. Nella pratica, la produzione a Cassino Plant il prossimo anno comincerà solo il 7 gennaio.

Lo scorso anno, nella sostanza era accaduta la stessa cosa.

Cura dimagrante

Automotive
Foto: Kelly Lacy da Pexels

Stellantis ha dato il via alla cura dimagrante per Cassino. Martedì sera c’è stato un lungo confronto tra sindacati e azienda e Transnova, la società che gestisce la movimentazione delle auto nei piazzali: conta 60 dipendenti ed una parte di loro è a rischio. Stellantis intende abbassare i costi: il che significa licenziare. Allo stesso modo in cui rischiano di restare a casa i 31 della De Vizia alla quale Stellantis non ha ancora rinnovato l’appalto per le pulizie industriali interne. Nei mesi scorsi Uilm e Fiom avevano stimato in una sessantina i posto che sarebbero saltati nell’indotto prima di dicembre.

 Se non ci sarà il rinnovo degli ammortizzatori, il 2025 sarà un bagno di sangue. Al momento il Governo non intende finanziare altra Cassa ma investore quei soldi nella creazione di nuovi posti.

Il peggio deve ancora venire

Marco Delle Cese

Marco Delle Cese prevede che la situazione peggiorerà. E lo farà molto presto. “La società di oggi è veloce e così anche i processi di deindustralizzazione: questa provincia avrà un problema serio prima di quanto pensiamo”.

Nelle prossime ore si riunisce il Consiglio Provinciale e parlerà anche del caso Stellantis. Un dibattito sul quale Marco Delle Cese non fa affidamento: Comuni ciociari, Provincia di Frosinone, Regione Lazio, non hanno possibilità di incidere. La crisi ha dimensioni globali che non possono essere affrontate su scala locale: sarebbe come pretendere di svuotare il mare usando un secchiello”.

Allora cosa resta da fare mentre il Titanic affonda? “Calare le scialuppe e chiamare le navi intorno. Che tradotto significa favorire la conversione per quella parte di industria locale destinata a scomparire: una parte della produzione Automotive non si farà più qui. Illudersi del contrario non aiuta”.

L’ingresso operai dello stabilimento Stellantis Cassino Plant

Conversione in cosa?I settori che andranno sono l’energia, il Farmaceutico e la Logistica. Ma serve formazione. Qui una cosa deve essere chiara: le nostre industre farmaceutiche non fabbricano medicinali ma li mettono nelle confezioni, quindi non servono biologi ma operai che sappiano governare macchine. A Cassino ne abbiamo e ne avremo tanti da ricollocare. Ma vanno formati e gli va insegnato il nuovo lavoro”.

Il ministro Urso dice che è già alla ricerca di nuovi investitori per Cassino. “O qui la Meloni porta Tesla e Musk oppure player istituzionali, altrimenti non ci sono prospettive. Tutto le altre ipotesi sono cure palliative”.

Perché è irreversibile

(Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

L’ex presidente del Cosilam è certo che la crisi sia irreversibile. Per spiegarlo invita a concentrare l’attenzione su un dettaglio: c’è una relazione molto stretta tra la vendita delle automobili ed il calo nel numero dei figli che oggi compongono la famiglia media. Meno figli in casa significa meno auto: “Gli studi ci dicono che c’è una relazione diretta tra il calo della natalità ed il calo nella vendita delle auto. Addirittura, nella rappresentazione grafica sono due rette parallele che vanno di pari passo. La crisi dell’Automotive e un pezzo della più importante crisi demografica. Un Paese vecchio è un Paese povero”.

Anche se ci fosse un’ondata di cicogne sul Lazio e sull’Italia i risultati ‘automobilistici’ si vedrebbero tra vent’anni. Troppi per invertire la rotta dello stabilimento di Cassino.

Il vuoto della Regione

Una critica alla Regione Lazio ed ai suoi Tavoli. Maro Delle Cese evidenzia che “La destra al governo del Lazio partecipa a tutti gli evanescenti tavoli di crisi industriali, compreso quello di Saxa Grès. Poi però fa un documento di pianificazione come le Zls e mette fuori l’area industriale di Roccasecca. In questo modo fa venire a mancare tutto ciò che aveva detto. Bene l’orale ma molto male lo scritto”.