Terre rare, la sfida europea alla Cina passa per Ceccano

L'Europa scopre che la Cina ha il controllo di quasi tutti i giacimenti di terre rare. E lancia un progetto. Che passa per Itelyum e per Ceccano. Qui nascerà il primo impianto in Europa per ricavare Praseodimio, Neodimio e Disprosio senza scavare. Ma lavorando hard disk e motori elettrici a fine vita

Niente più scavi a Bayan Obo nella Mongolia interna. Nè a Mountain Pass in California oppure a Van Rhynsdorp e Naboomspruit in Sud Africa e Mount Weld in Australia. Non per noi almeno: abbiamo una strada alternativa per procurarci la monazite da cui ottenere il Praseodimio. E la stessa cosa sarà per Neodimio e Disprosio. Sono ossidi e carbonati di terre rare e ci prepariamo a farceli da soli: senza miniere senza scavare suolo

Nascerà a Ceccano l’impianto all’avanguardia per il recupero di terre rare con cui l’Italia risponde alla sfida geopolitica delle materie prime critiche strategiche. Una sfida nella quale la Cina è avanti più di chiunque altro: controlla le principali miniere e quasi tutti i giacimenti dei materiali rari. L’Europa se n’è accorta. Se n’è accorto il suo sistema industriale. Nasce da qui l’obiettivo europeo di una sostanziale autonomia nell’approvvigionamento delle terre rare.

Il progetto Inspiree

È il progetto Inspiree, il primo impianto in Europa per la produzione di ossidi e carbonati di terre rare (neodimio, praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti permanenti esausti. Quell’impianto nascerà a Ceccano nell’area Itelyum Regeneration: lì c’è uno dei pilastri del gruppo industriale diventato negli anni un player europeo dell’Economia circolare. Recupera, ricicla, rigenera. Ed a Ceccano lo fa con gli olii esausti: li lavora e recupera poco meno di tutto.

Ora, accanto a quello stabilimento ne nascerà un altro che sostituirà le miniere ed i giacimenti. I materiali contenuti oggi nelle terre rare, Itelyum li tirerà fuori da hard disk e motori elettrici arrivati a fine vita.

Un progetto che proietta Itelyum e Ceccano al centro del nuovo disegno strategico europeo. La Commissione europea infatti ha dichiarato urgente affrontare la dipendenza europea dal resto del mondo per approvvigionarsi di materie fondamentali in sempre più settori. La situazione è talmente concreta che il Governo italiano ha recentemente approvato il decreto legge “Materie prime critiche. Recepisce il regolamento Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea.

Semaforo verde

La presentazione del progetto

Il progetto Life Inspiree ha preso ufficialmente il via con la presentazione avvenuta a Roma presso Palazzo di Ripetta. Dove l’assessore al Bilancio Giancarlo Righini ha evidenziato che oggi il Lazio è sede di molte eccellenze e si candida a diventare campione di green economy. Si punta alla sostenibilità, coniugando sviluppo del territorio, protezione ambientale e attenzione alla comunità.

Lo scale-up industriale dell’impianto di Ceccano avverrà grazie a un processo a due livelli. Il primo step prevede il disassemblaggio dei magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero di ossalati di REE (Rare Earth Elements) tramite idrometallurgia a bassissimo impatto ambientale.

A Ceccano l’impianto di smontaggio potrà trattare 1.000 tonnellate all’anno di rotori elettrici e l’impianto idrometallurgico a regime potrà trattare 2.000 tonnellate all’anno di magneti permanenti ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e grandi motori elettrici. In questo modo si prevede il recupero di circa 500 tonnellate all’anno di ossalati di REE. Quanti sono: tanto o poco? È una quantità sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie nell’automotive elettrico.

Progetto all’avanguardia

Marco Codognola

Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia – spiega Marco Codognola, AD Itelyum – che mette insieme le migliori competenze Made in Italy. L’economia circolare e la sostenibilità fanno parte del nostro DNA ed è un onore metterle a disposizione nella costruzione di nuove filiere, di importanza strategica nazionale ed europea, con partner di alto valore’.

Sono partner del progetto: EIT Raw Materials, il più grande consorzio nel settore delle materie prime a livello mondiale; Erion, il sistema multi-consortile no profit per la gestione di differenti tipologie di rifiuti e la valorizzazione delle materie prime seconde; Glob Eco, azienda con pluriennale esperienza nella raccolta e nel trattamento di RAEE; Università degli studi dell’Aquila, che ha sviluppato, brevettato e ottimizzerà la tecnologia idrometallurgica.

“Per l’approvvigionamento delle materie prime strategiche l’Europa dipende ancora troppo da Paesi terzi, nonostante gli sforzi in atto per rendere più circolare la nostra economiaspiega Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organisation. “Ora però abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle terre rare, attraverso la realizzazione di impianti con tecnologie innovative e strategie più efficaci per massimizzare la raccolta dei rifiuti tecnologici”.