Una città ed un territorio già attrattivi che lo sono diventati di più dopo il rush per il riconoscimento di Capitale della Cultura
Fregola pubblicistica o pianificazione cheta: in tema di turismo sostenibile esistono solo due binari. Nel primo caso dici: “Faremo, faremo e poi faremo”. Nel secondo dici quello che ha detto Giuseppe Sacco in ordine alle nuove scommesse della “sua” Roccasecca: “Se non ora, quando?”. Già, quando se non adesso che l’automotive è in crisi e Stellantis Cassino dimezza i volumi? E che l’industria è una pupa in metamorfosi incompleta e la nuova governance di Unindustria ha alzato i radar su una nuova mobilità formattata per il terzo millennio?
Il dato da cui partire è empirico: Roccasecca è diventata (ancor più) polo attrattivo del turismo nel Basso Lazio perché ha maturato le sue brave skill aggiuntive oltre quelle che l’hanno contraddistinta da sempre. Quelle stesse skill che hanno permesso alla cittadina di concorrere, senza sfigurare, al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025. E che non solo come causa, ma anche come effetto di quell’aspirazione ha guadagnato ulteriori punti.
Quando hai – giusto ad andare random – le Gole del Melfa, il Festival Gazzelloni ed il castello dei Conti di Aquino in affaccio dall’Asprano poco da fare: i turisti arrivano.
Una città dal turismo “poliglotta”

E non solo dall’Italia. “Appeal turistico del territorio? Non solo yeah, ma riscontri positivi anche in altre lingue: dal tedesco al francese, passando per lo spagnolo. A Roccasecca questi idiomi, dall’Europa, dal Nord e sud America, fino all’Australia, si ascoltano sempre più frequentemente. E ne siamo estremamente contenti”. Parole e musica di “Peppe” Sacco, che a quell’appeal ci ha creduto al punto da fare di tutto per incentivarlo. Questo dato che i posti sono belli a prescindere da chi li governa, ma possono essere bellissimi se chi li governa ha le idee chiare.
“Come Amministrazione, a partire dal 2016 ci siamo subito posti un obiettivo: immaginare ma soprattutto scommettere su una nuova idea di territorio che valorizzasse il nostro patrimonio storico artistico e ambientale. Si tratta, a mio avviso, di una via obbligata per rivitalizzare le aree interne come Roccasecca e un po’ tutta la provincia di Frosinone”.
Crisi non ti temiamo

“E soprattutto per affrontare la crisi dei settori tradizionali, in particolare di quello legato all’industria, dell’automotive soprattutto”. Qui Sacco interseca le note dolenti di un territorio sui ci sono i segni di una crisi strutturale e burocratica e quelle liete di un’offerta che è cresciuta, e tanto. Qualche esempio? I B&B sono passati da 3 a 15 in 2 anni. E sono stati 3000 gli accessi al solo del Cammino di San Benedetto. Prosegue il sindaco di Roccasecca: “Una ricetta però non semplicemente enunciata come accaduto troppo spesso in passato, ma declinata attraverso un progetto concreto e innovativo. Fondato sulla qualità del marketing territoriale e sulla sinergia tra istituzioni”.
Le cause sono molteplici, ma una è cardinale: “La partecipazione al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, che ha visto Roccasecca arrivare tra le prime 10 finaliste, concorrendo con realtà come Agrigento, Aosta, Assisi. Insomma, territori consolidati dal punto di vista turistico, è stata il cambio di passo per l’attrattività della nostra città”.
La vetrina nazionale e il “botto”

Questo “perché ci ha offerto una vetrina nazionale e non solo. E anche una nuova mentalità e un nuovo approccio. Punto di forza di questo progetto, che è la chiave di volta per avere risultati, è stato il fatto che Roccasecca è riuscita a coinvolgere altre 30 realtà territoriali comunali”. Realtà di cabotaggio altissimo come “la Provincia di Frosinone, l’Università di Cassino e la Banca Popolare del Cassinate. Solo facendo squadra si può valorizzare il comparto turistico. Se ogni realtà lavora in maniera singola, si possono sì ottenere risultati, ma non così incisivi”.
Il senso è quello: incentivare il turismo e cesellare le sue rotte sostenibili è sempre e solo frutto di un’azione sinergica. Lo si è visto a Veroli, dove la formula collegiale sta funzionando. “E i risultati per Roccasecca parlano chiaro: la presenza del Cammino di San Benedetto, il Triennio di eventi legati a San Tommaso D’Aquino, la valorizzazione dei sentieri e degli altri cammini hanno destato attenzione e curiosità. Abbiamo realizzato una rete di cammini di vario livello amatoriale tracciati su Monte Camarda e su Monte Asprano fino al Castello dei Conti d’Aquino e a breve inaugureremo una panchina gigante proprio sul monte che sovrasta la città”.
La bici sul treno, e poi si va…

A proposito del cicloturismo ci sono ulteriori novità: “La stazione ferroviaria è spesso tappa di cicloamatori che scendono dal treno in bici. E che partono alla scoperta del territorio ed in particolare dell’eremo dello Spirito Santo, dell’Eremo di Caprile e delle Gole del Melfa. Non solo, si registrano anche acquisti di abitazioni da parte di stranieri nel centro storico e soprattutto nel borgo di Caprile”. E ancora: “Con soddisfazione possiamo dire che un certo indotto economico è nato ed è sempre più in crescita: solo nello scorso mese di luglio sono state avviate tre attività di B&B, che si affiancano a quelle già esistenti e molte sono le richieste per ulteriori aperture. Insomma, il prodotto Roccasecca piace”.
Cosa piace della città del Flauto Magico? “Piace l’accoglienza, piace la dimensione del turismo lento legato ai cammini e al contatto con la natura. Piacciono e sono visitate le testimonianze legate a San Tommaso D’Aquino. Di questo indotto beneficiano anche le ulteriori attività commerciali presenti sul territorio. Il Comune non si è fermato: quest’estate, per esempio, abbiamo voluto avviare una campagna di promozione turistica attraverso la rete di Autostrade per l’Italia”.
I pannelli cittadini negli autogrill

Si tratta di “pannelli giganti informativi sull’offerta Roccasecca sono stati presenti negli Autogrill di Lazio, Umbria e Toscana. Ulteriore combustibile per alimentare il comparto”. Per Sacco va tutto bene dunque e birba chi non mettesse coccarda alla città che amministra? No, affatto: ci sono senari che vanno affrontati, sfide che vanno vinte e categorie che vanno galvanizzate.
Cioè attratte: “Non sono tutte rose e fiori però: a mio avviso, a questo forte impegno delle istituzioni, va accompagnato parimenti un impegno da parte delle realtà imprenditoriali locali. Va professionalizzata ulteriormente l’offerta e soprattutto va sperimentato il rischio d’impresa”.
Tutto bene? Non proprio e non ancora
Il punto di incontro tra un maggior “coraggio” di investire ed una rispondenza più selezionata del comparto che dia “birra” a quel coraggio è il vero cardine di uno sviluppo sistemico, e Sacco lo sa. Nessuno più di lui lo sa, a contare che Roccasecca è stata inserita anche tra gli spot del ciclo dei rifiuti, non esattamente un incentivo. E che il sindaco in carica è in prima linea e sulle barricate contro la riapertura della discarica. “Bisogna scommettere tutti su questa strategia”.

“E la seconda criticità, da qui il mio appello forte e il continuo richiamo, è quella di avere infrastrutture e collegamenti moderni per sostenere la crescita del turismo. Mi riferisco alla Tav, mi riferisco a un collegamento moderno e rapido con il Pontino, alla dorsale Tirreno Adriatico, all’aeroporto”.
E a chiosa: “E’ stato anche il mio appello alla nuova governance di Unindustria: sostenete i progetti già in campo! L’industria legata al turismo è il futuro di questa terra. Lo è non solo rispetto al settore specifico come economia, ma perché si porta dietro anche la possibilità di avere strutture e servizi più moderni. Davanti a noi c’è l’occasione unica del Giubileo. Se non ora, quando?”. Già, se non ora, allora quando?



