Picano lavora a una lista civica E saluta Salvini

ALBERTO SIMONE per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Gabriele Picano divorzia da Matteo Salvini. Non a livello nazionale, dove il consigliere comunale spiega che c’è ancora piena sinergia con le battaglie e le idee portate avanti dal “Capitano”. Lo strappo si consuma invece sul territorio in vista delle elezioni comunali. Gabriele Picano, che sembrava essere il condottiero del movimento “nordista” nel Lazio, sbatte la porta e se ne va. Non senza però mettere prima qualche puntini sulle ì, e levarsi qualche sassolino dalla scarpa.

Argomenta il consigliere comunale: «Il coordinatore regionale Fusco sta praticamente sconfessando tutto quello che era stato fatto fino ad adesso. Prima erano state azzerate le cariche, ed io siccome non posso tenere i miei amici in balia di decisioni che poi dovranno essere prese, rimango con Salvini ma qui sul territorio seguo altre strade».

E a quale destinazione portano le altre vie che in queste ore sta per intraprendere Picano? Il consigliere lo spiega a chiare lettere: «In vista delle comunali a Cassino avrò la mia lista civica». E dove si collocherà? Un ritorno a casa con Forza Italia e quindi a sostegno di Carlo Maria D’Alessandro? «Assolutamente no, non è deciso nulla ancora. Verifichiamo i programmi e poi decideremo».

Picano continua dunque a marcare le distanze dal candidato del centrodestra Carlo Maria D’Alessandro, e come se non bastasse già tale frammentazione, si aggiunge anche un’altra spaccatura interna al centrodestra. Gianni Valente, salviniano della prima ora, conferma infatti che nonostante l’addio di Picano, il simbolo – e quindi la lista di NcS – sarà presente alle prossime consultazioni. «Abbiamo uomini e donne pronti a correre » spiega Valente, che però, così come Picano, evidenzia che un’alleanza con il candidato del centrodestra non è scontata. Anzi, getta benzina sul fuoco: «Non intendiamo essere portatori sciocchi facendo scelte che non condividiamo. Non ci sono “santoni” e se esistono e perché si sono sempre appoggiati sulle spalle degli altri: quando hanno giocato con noi hanno vinto la partita, contro di noi hanno perso. E a noi – è l’avvertimento – non piacciono le minestre riscaldate».

 

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