CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Metti una sera a cena, (quasi) tutti gli assessori e i consiglieri di maggioranza. Direttamente a casa del Sindaco. È successo per lo scambio degli auguri di Natale. Lunedì sera. Il fatto è che non c’erano però soltanto gli esponenti della maggioranza, ma anche quattro consiglieri attualmente all’opposizione, seppure eletti nel centrodestra. Ma il fatto è pure che si è notata un’assenza importante nelle file della coalizione di governo. Insomma, tutti gli ingredienti per condire di sapore politico anche una cena nella quale si è parlato soprattutto di sport e di attualità.
Menu e invitati
Semplice e squisito il menu: antipasto vario di montagna, pasta e fagioli, bufaletta e verdure assortite. Poi ottimo vino e dolci in quantità. Clima conviviale, ma i commenti politici sono stati inevitabili. Oltre agli assessori e ai consiglieri di maggioranza, c’erano i quattro rappresentanti di Impegno Civico: Pasquale Cirillo, Riccardo Masecchia, Giovambattista Mansueto e Vincenzo Savo. L’anno che sta per chiudersi è stato caratterizzato a livello comunale anche per la frattura tra Ottaviani e Impegno Civico, che infatti è all’opposizione in modo netto. La domanda più ricorrente, ovviamente sussurrata, è stata: “ma il sindaco sta pensando di ricucire, magari in vista delle elezioni comunali in programma tra circa diciotto mesi?”. Non è un segreto che la maggioranza in aula stia utilizzando il metodo della seconda convocazione per non correre rischi. E forse, considerando le continue fibrillazioni, non è escluso che Ottaviani possa pensare di riaprire la porta del dialogo.
L’assenza di Tucci
Non è passata inosservata la mancata presenza di Carmine Tucci, consigliere eletto nella Lista Marzi, che negli ultimi due anni è stato decisivo nel garantire la maggioranza in consiglio comunale. Tucci non era l’unico assente (mancavano, per esempio, pure Francesco Trina, Danilo Magliocchetti e Dino Grimaldi), ma era il solo a non essere “giustificato”. Voci di corridoio riferiscono di un malumore politico strisciante dello stesso Tucci. La presenza di Carlo Gagliardi, al tavolo con Adriano Piacentini e Massimiliano Tagliaferri, ha rappresentato il segnale che i margini di recupero ci sono. Però la circostanza che Carmine Tucci non c’era ha scatenato una serie di ricostruzioni. Non c’è soltanto il nervosismo per lo slittamento della costituzione del gruppo Noi con Salvini, sembra che Tucci non abbia gradito iniziative ed esternazioni di qualche assessore. Vedremo alla ripresa dei lavori consiliari se Carmine Tucci sarà ancora il valore aggiunto della maggioranza.
Presenze da decifrare
C’erano i due assessori attualmente in panchina: Fabio Tagliaferri e Riccardo Mastrangeli. A significare che Nicola Ottaviani tiene moltissimo alla coesione del “gruppo”. Ma c’era soprattutto Massimo Renzi, che da assessore si è dimesso poco tempo fa (al suo posto, in quota Ncd, è subentrata Katia Cameracanna). Presente pure Gianfranco Pizzutelli, referente cittadino del Nuovo Centrodestra. Messaggio politico fin troppo chiaro: se altrove l’Ncd guarda a sinistra, nel capoluogo ci sono le premesse per proseguire… l’eccezione. Magari attraverso una lista civica.
C’era anche Luca Sellari, vicepresidente del Consorzio Asi, voluto in quel ruolo da Nicola Ottaviani. Ma il punto è che Sellari da tempo non è più il referente della lista Frosinone nel Cuore (che fa parte della maggioranza), precisamente dopo la spaccatura evidenziatasi sul tema delle terme romane. Non è sfuggito a nessuno che Luca Sellari ha parlato a lungo con Daniele Zaccheddu, consigliere proprio di Frosinone nel Cuore. In molti in maggioranza si sono chiesti: “ma cosa sta succedendo?”. Non sono mancate sottolineature a proposito del fatto che Sellari (considerato inquota Forza Italia, ma proveniente dalle file di An, precisamente dall’area che faceva riferimento a Franco Fiorito) partecipi sempre più spesso a cene ed eventi con i massimi vertici del Pd: da Francesco De Angelis a Francesco Scalia, senza dimenticare Antonio Pompeo. Anche in questo caso inevitabili malumori in maggioranza.
Alla fine brindisi finale “chiamato” dal padrone di casa. In alto i calici. Guardando però a chi parla con chi.