Le spese “urgenti” in Regione? Multe, cene e cesti regalo

ANDREA OSSINO per IL TEMPO

Multe, ristoranti, alberghi, cesti natalizi e spese che mal si addicono ai principi di straordinarietà e urgenza previsti dal fondo economale, una cassa da 300 mila euro annue a disposizione dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Già, perché non bastavano le consulenze «sospette» da 1 milione di euro finite nel mirino della Corte dei conti e della guardia di Finanza, elargite ad amici di politici regionali, ottenute grazie al copia e incolla delle tesi o senza una documentazione adeguata. Non bastavano i 3 milioni di euro di contributi versati per soddisfare le esigenze di associazioni talvolta costituite solo qualche settimana prima di ricevere il denaro. Nel secondo capitolo sulle «spese pazze» che sarebbero avvenute tra gli uffici della Regione Lazio, durante la giunta di Renata Polverini, i militari della guardia di Finanza e la procura di Rieti hanno acceso i riflettori anche sui «Fondi Economali».

CASSA DA 300 MILA EURO
Ammonta a 300 mila euro la cassa a disposizione dell’ufficio di presidenza del Consiglio. Questi particolari fondi, dovrebbero essere solitamente utilizzati per spese straordinarie e urgenti. Capita di dover acquistare all’ultimo momento marche da bollo, carta, riviste, giornali o articoli da cancelleria. Una parte di questi fondi potrebbero servire anche alla pubblicazione a mezzo stampa di avvisi urgenti. O ancora potrebbero essere usati per spese di rappresentanza o di missione dei componenti della giunta regionale, ma sempre per finalità istituzionali e nel rispetto delle leggi che ne disciplinano l’uso. Nel capitolo sulle «spese di rappresentanza» possono essere contemplate alcune necessità derivanti dall’ospitare autorità pubbliche, o spese che scaturiscono da manifestazioni promosse dalla regione in maniera ufficiale. C’è il sospetto però che, tra il 2010 e il 2012, alcuni componenti dell’Ufficio potrebbero aver «frainteso» l’uso di questi soldi pubblici. Il risultato? La cassa era stata svuotata prima ancora che venisse richiesto un nuovo credito.

MULTE E RISTORANTI
A pochi chilometri da Frosinone, sorge il comune di Patrica, un paese della Valle del Sacco che ospita, tra l’altro, il ristorante Villa del Poggio. Non è una tipica osteria ma un locale rinomato soprattutto per le sue portate di pesce e di crudi. All’interno dell’ufficio di presidenza qualcuno deve aver pensato che attraverso i fondi economali fosse possibile offrire una cena a 15 persone non meglio note. Una spesa che ammonta a oltre 500 euro. Nulla a che fare con il pranzo che i contribuenti hanno cortesemente, ma a loro insaputa, pagato a ben 155 persone tra cui anche l’ex vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Astorre. L’evento sarebbe avvenuto presso il ristorante Casilinum, a Cassino. E così, tra un primo, un secondo, un dolcino e qualche bicchiere di vino, il simposio è costato oltre 2.500 euro. In assenza di una corposa documentazione, c’è anche chi potrebbe pensare che i due pasti siano stati offerti per altri scopi, visto che sono stati celebrati a ridosso delle elezioni comunali che si svolgevano, appunto, a Cassino e Frosinone. E siccome i momenti conviviali sono importanti, i generosi contribuenti hanno anche pagato una fattura presso l’Hotel Ida, sempre in provincia di Frosinone, a Ceprano. Tra le carte che i magistrati contabili potrebbero analizzare, e che la procura di Rieti sta già passando al vaglio, c’è infatti la fattura da oltre 1000 euro intestata all’Hotel Ida. 55 persone.

Evidentemente rientrano nelle spese di rappresentanza anche le oltre 400 euro spese in salsicce e salumi vari. Già, perché una fattura del 20 dicembre del 2010, indirizzata al Consiglio Regionale del Lazio, motiva così la somma: «Per consegne effettuate di cesti natalizi contenenti salsicce e salumi vari». Nel mirino della guardia di finanza sono finite anche le ricevute di un hotel, a Rimini, dove ha pernottato il presidente Mario Abbruzzese. Dulcis in fundo le multe a carico del segretario Nazzareno Cecinelli.

I 38 SOSPETTATI
Attualmente nessuna delle persone coinvolte nelle indagini è stata iscritto sul registro degli indagati. Le 38 persone finite nel mirino degli inquirenti però sono state segnalate alla procura della repubblica di Rieti, anche se il fascicolo potrebbe presto essere trasferito a Roma. Per quanto riguarda la vicenda legata ai fondi economali, è possibile che i magistrati ipotizzino il reato di peculato. Al vaglio dei magistrati, oltre alle posizioni delle persone sopracitate, ci sono anche i funzionari delegati al fondo spese economali, Antonella R. e il segretario Nazzareno Cecinelli. Il fondo infatti prevede che le spese vengano autorizzate dai funzionari delegati, appunto, a controllare la documentazione che in certi casi non sarebbe neanche stata esibita.