Acea, bollette aumentate del 30%

CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

C’è un pasticciaccio nel pasticcio delle tariffe idriche dell’Ato5 di Frosinone. A mettere il dito nella piaga è l’esposto che i comitati per l’acqua pubblica hanno presentato alla procura della repubblica di Frosinone e che ha dato il via ad un’inchiesta, la quale ha già portato la Guardia di Finanza a bussare alle porte di Acea e dell’Ambito territoriale ottimale.

La questione è la seguente: fino al 2013, l’articolazione tariffaria applicata ai consumi prevedeva il ‘minimo impegnato’: ovvero i 108 mc base che il gestore fatturava all’utente, a prescindere dal consumo reale se inferiore. Consumavi 30 mc? Ne pagavi comunque 108, benché 78 non erano stati mai erogati, mai usciti dal rubinetto. Questo ha comportato che fino al 2014 – anno in cui il minimo impegnato è stato eliminato come chiedeva la legge e sostituito con le quote fisse – Acea Ato5 ha fatturato circa il 30% in più rispetto agli effettivi mc erogati. Un 30% in più – esistente solo sulla carta – che ha avuto poi ricadute nel momento in cui, ad esempio, si sono ripartiti i conguagli (compreso quello da 75 milioni di euro) – da caricare in bolletta. Questa la tesi dei comitati.

Ma c’è anche di più: negli ambiti territoriali in cui era ancora applicato il minimo impegnato, come a Frosinone, l’assemblea dei sindaci non doveva adottare il nuovo metodo tariffario transitorio predisposto dall’Authority e questo, proprio per evitare le possibili storture volumetriche. In Ciociaria, nonostante il minimo impegnato, si è fatto il contrario: facendo scattare da subito (a valere dal 2012) aumenti tariffari che potevano essere, invece, molto più contenuti.

Una riprova delle fatturazioni per consumi “fantasma” – dicono i comitati nell’esposto – starebbe nel fatto che dal 2014, quando il minimo impegnato è stato cancellato, il valore dei mc realmente erogati si è all’incirca allineato a quello dei mc fatturati. Le ripercussioni di tale pasticcio e le eventuali ricadute in termini di responsabilità sono ora al vaglio della magistratura.

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