Acea, nuova supposta: rivista la tariffa 2012-2015

CESIDIO VANO per LA PROVINCIA

Altri 53 milioni di euro ad Acea Ato5 per i conguagli dal 2012 al 2015 e riconoscimento di un costo per la morosità (2014-2015) provvisoriamente pari al 6,5% del fatturato totale.

La delibera dell’Aeegsi
L’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico) ha completato l’istruttoria per la validazione delle tariffe idriche da applicare nell’Ato5 di Frosinone dal 2012 al 2015 ed ha pubblicato la relativa delibera.
Ha confermato gli aumenti tariffari nella formula massima, per ogni anno, del 9% ed ha riconosciuto ad Acea Ato5 spa un conguaglio massimo per il periodo 2012-2015 di 53.198.106 euro che verranno caricati sulle bollette a partire dal 2016 (quindi da quest’anno) per il numero di anni successivi che sarà necessario a recuperare la cifra e garantire, nel contempo, la sostenibilità della gestione e della tariffa, accogliendo di fatto la disponibilità manifestata dal gestore Acea Ato5 di rinviare ai futuri periodi regolatori il recupero delle differenze tariffarie emerse.

Nuovo maxiconguaglio
Insomma – come parrebbero aver già concordato – Acea e Ambito territoriale dovranno predisporre un piano di rientro che tenga conto di tale nuovo maxiconguaglio, il quale si somma a quello di 75 milioni di euro – che già stiamo pagando a rate in tre anni – riconosciuto ad Acea per il periodo 2006-2011, durante il quale l’assemblea dei sindaci è rimasta inadempiente.
L’istruttoria dell’Aeegsi è scattata – come previsto dalla norma – poiché l’elaborazione delle tariffe, da parte di Ato5 e gestore, aveva comportato un aumento per i bienni 2012-2013 e 2014-2015 superiore al massimo consentito.

Le ribelli Cassino, Atina e Paliano ci costano 3,7 milioni
L’autorità ha dunque riguardato tutte le carte, chiesto chiarimenti all’Ambito ed al gestore e, quindi, ha tratto le conclusioni.
Non ne esce bene l’Ambito territoriale a cui si rimproverano ritardi e “protratta inerzia”. Ne esce peggio la Segreteria tecnico operativa (Sto) più volte bacchettata dall’Autorità regolante.
Le tariffe originariamente proposte dopo il voto dei sindaci sono state comunque già in parte rettificate a seguito proprio dei chiarimenti richiesti durante l’istruttoria dell’Autorità. E questo perché erano state conteggiate non tenendo presente che alcuni comuni (Paliano, Atina e Cassino) non hanno ancora conferito i loro impianti (in tutto o in parte) con il risultato che, rifatti i conteggi e riviste le voci relative a costi operativi e immobilizzazioni, è risultato un minor ricavo da parte di Acea per il quadriennio 2012-2015 di 3,7 milioni di euro.
Inoltre, le tariffe sono state riviste in funzione del rinvio al successivo piano di rientro dei 53 milioni da conguagliare ed al riconosciuto maggior costo della morosità.

Minimo impegnato, nessuna censura
Nella delibera che definisce le tariffe è stata affrontata anche al questione del minimo impegnato in bolletta, la cui presenza avrebbe dovuto escludere – per le tariffe a partire dal 2012 – l’applicazione del metodo tariffario transitorio (circostanza su cui i comitati per l’acqua pubblica hanno presentato anche un esposto in procura). Per l’Aeegsi, però, il problema non si pone: sia perché il minimo impegnato è stato rimosso a partire dal 2014, sia perché le fatturazioni 2012 e 2013 sono state fatte nell’unico modo possibile: attenendosi alla normativa applicabile, non determinata da Acea.

La morosità in bolletta: chi paga, paga per tutti
Infine, l’authority ha anche provveduto a riconoscere al gestore un costo della morosità pari al 6,5% del fatturato) superiore al massimo previsto (3%) davanti ai dati forniti che indicano al 18% il non pagato rispetto al fatturato. In sostanza – come di recente previsto dalle norme – gli importi delle bollette non pagate, vengono ricaricati in tariffa: chi paga, paga anche per i morosi. Sul punto, l’Aeegsi ha richiamato l’Ato5 rimasto inerte davanti all’istanza di Acea affinché rivedesse tale parametro ed ha ordinato di provvedere, entro 30 giorni, a verificare la richiesta di riconoscimento di un costo di morosità superiore alla soglia massima.

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