Le grandi manovre dietro le quinte per dire «L’ho fatto io»

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Amministrazione Provinciale, ore 14.30 di ieri, giovedì 18 febbraio. Nella Sala Consiglio sono riuniti i sindaci del Partito Democratico, unitamente al presidente dell’ente Antonio Pompeo, per mettere a punto le ultime strategie prima del voto in aula. Contemporaneamente, presso la Sala Giunta, summit degli amministratori di Forza Italia, con il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e con i consiglieri provinciali Danilo Magliocchetti e Gianluca Quadrini.

Gli “ambasciatori” fanno la spola da una parte all’altra: c’è un “dettaglio” sul quale non si trova l’intesa. Quanti mesi dare ad Acea nell’intimazione ad adempiere: 6 (come chiede il Pd) o 3 come vorrebbero gli “azzurri”. Nei corridoi dell’ente ci sono altri sindaci che discutono con il primo cittadino di Ceccano Roberto Caligiore. Per loro non ci sono dubbi: tre mesi bastano e avanzano. Alla fine tutti decidono che deciderà l’assemblea. Ma è evidente che ancora una volta è la politica che decide merito e metodo. Altro che organismi tecnici.

Fuori ci sono i rappresentanti dei vari comitati, non solo dell’acqua pubblica. Protestano tutti contro Acea: Casapound, Movimento Cinque Stelle, uomini e donne di sinistra. E quando finalmente, con quasi due ore di ritardo, l’assemblea dei sindaci ha inizio, al primo piano dell’ente di piazza Gramsci si ascoltano nitidamente slogan e cori. In piazza si nota il deputato Luca Frusone, del Movimento Cinque Stelle.

Arrivano anche i tecnici della Segreteria Tecnico Operativa, guidati dall’ingegner Serafino Colasanti. L’elenco delle contestazioni ad Acea è lungo, ma Colasanti fa anche notare che gli investimenti da 62 milioni di euro sono stati deliberati il 5 maggio 2015. E che quindi occorre comunque un certo periodo di tempo. Sei mesi. Molti non sono d’accordo, tra i quali il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, che fa notare come non si può concedere un tempo così lungo. Intanto però emergono le “penali” quantificate dalla Sto nei confronti del gestore: si tratta di quasi 14 milioni di euro. Per la precisione 13,8 milioni di euro: 6,9 per ognuna delle due annualità, il 2014 e il 2015.

Dentro l’aula dove si svolge l’assemblea il nervosismo è palese e la tensione si taglia con un coltello. Nonostante vogliano tutti la stessa cosa: attivare la procedura di risoluzione della convenzione con il gestore. La sensazione forte è che la “politica” incomba. La realtà è che tutti vogliono “intestarsi” la battaglia. Qualcuno commenta: «Oggi inizia ufficialmente la campagna elettorale, ma non soltanto nei venticinque Comuni chiamati alle urne in primavera. Pure negli altri, probabilmente anche a Frosinone e Ferentino».

Chiaro il riferimento a Nicola Ottaviani e Antonio Pompeo. Sara Battisti, presidente provinciale del Pd, porta la stoccata: «Tutti oggi cercano la paternità politica di questa “battaglia”. Però il primo a lanciarla è stato Giuseppe Moretti, sindaco di Esperia». Uomo che fa riferimento all’area di Sara Battisti.

In aula intanto inizia la “battaglia”. Per Caligiore «l’unico documento depositato è il nostro». Pompeo dice no. È sempre la politica, signori.