Caro Nicola, ridacci i soldi delle tasse, se è vero che hai risanato

STEFANO DI SCANNO per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Ha detto bene Maurizio Stirpe agli Stati Generali dell’Industria ad inizio settimana: se è vero, come ribadisce vantandosi il presidente della Regione Nicola Zingaretti, che i conti sono risanati e che la sanità ha i bilanci sotto controllo, allora restituisca reddito sottratto alle aziende. Ma – aggiungiamo – dovrebbe soprattutto restituire soldi tolti ai bilanci familiari, drenati “grazie” ad un’addizionale Irpef da primato nazionale. Dovrebbe farlo soprattutto per territori come il nostro, desertificati in termini di privazioni di servizi sanitari salvavita, con una politica di indecorosi tagli alle strutture ed agli organici, ancora in pieno corso. Mentre dal commissario Asl Luigi Macchitella attendiamo fiduciosi (si fa per dire) i cento medici in più promessi a fine 2015, all’ospedale di Cassino s’è sperimentata l’ultima “finta”: due medici arrivati per tre che vanno via.

Ma non è solo la sanità il terreno di prova di una politica regionale romanocentrica e pessima per le periferie, se non apertamente dannosa. Vogliamo parlare del rifinanziamento della famosa legge Fiat? Del fatto che mentre Fca, dopo la Giulia in fase di salita produttiva, sta lavorando anche all’uscita del Suv Stelvio per il prossimo anno, con un investimento sugli impianti per i modelli Alfa (Piedimonte dovrebbe produrre altre 3 vetture entro il 2020: due sportive e l’erede della Giulietta) che supererà i 3 miliardi di euro, la Regione non riesce a spendere 3,5 milioni di euro (previsti fra il 2015 ed il 2017) per tappare le buche stradali e dare un aspetto decente all’area industriale che ospita lo stabilimento più importante del Lazio. Poi c’è pure l’illusione che un po’ di fondi possano essere destinati a realizzate strade di collegamento adeguate con la Sanpellegrino che deve aprire a Castrocielo l’imbottigliamento dell’Acqua Vera e con la Weber di Aquino che ha in programma il raddoppio dello stabilimento. Qualcuno ha scritto che alcune strade sono segnate dal destino più che dalla destinazione. Fortuna che, tra un mese o giù di lì, Renzi e Marchionne arriveranno in elicottero.

La politica locale intanto continua a vivere delle sue dinamiche autoreferenziali. L’esempio della giunta di Frosinone, con assessori che salgono e scendono dall’esecutivo – “giostra” a seconda di accordi evidentemente non scritti (il caso Trina solleva proprio questo punto), misura la distanza fra le necessità del territorio e le risposte delle istituzioni. Per singoli problemi burocratici, intanto, ci si ritrova con assessori in carica ed ex che seguono pratiche varie e questi ultimi che, pur tornati dei privati cittadini, si ritrovano a dover accedere a pratiche di altri privati e ad impartire direttive a funzionari e dirigenti. Insomma sta ad Ottaviani valutare se il gioco vale davvero la candela perché, tanto, i risultati finali saranno valutati dai frusinati.

Viviamo una fase politica impazzita, il caso Verdini fa scuola. Ma localmente non si sfigura. Dopo il caso della Provincia – dove se non fosse per Bernardini nessuno siederebbe all’opposizione perché, tanto, dal Pd a Forza Italia si sta sempre meglio in maggioranza -, per la serie che potrebbe essere rubricata “con che faccia”, sono in via di perfezionamento per le prossime comunali accordi politici fra ex avversari di sempre che mettono di buonumore come le barzellette.

In materia di trasversalità, ammucchiate e “strane coppie”, conviene rassegnarsi e guardare a uno come Bersani che concluderebbe: signori, questa ditta non ha più senso, mica vorremo davvero mettere i peli intorno ai kiwi!

 

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