La pagliuzza di Pavia e la trave di chi non vuole vedere

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

“Un incrocio di destini, in una strana storia, di cui ai giorni nostri si è persa la memoria”. Così canta Francesco De Gregori. Ma nell’Italia del 2016 fare l’avvocato è una controindicazione per essere candidato a sindaco? Naturalmente no, eppure del tema si discute sia a Roma che ad Alatri. Nella Capitale perché l’avvocato Virginia Raggi, candidata a sindaco dei Cinque Stelle, avrebbe svolto una parte del tirocinio professionale presso lo studio di Cesare Previti, ministro della Difesa del Governo di Silvio Berlusconi. Ad Alatri, invece, tra i candidati a sindaco c’è l’avvocato Enrico Pavia. Il quale è il difensore dell’ex capogruppo regionale del Pdl Franco Fiorito. E che c’azzecca, avrebbe detto Antonio Di Pietro qualche anno fa? Già, che c’azzecca?

La “difesa” di Pavia
Enrico Pavia, però, non si scompone e dice: «Ho letto e qualcuno mi ha pure riferito che il problema sarebbe stato posto nel corso di una riunione politica di Fratelli d’Italia. Se fosse così, che devo dire? Si tratta di un falso problema. Che mi fa pensare, evidentemente, che in assenza di argomenti politici validi per obiettare il sostegno alla mia candidatura a sindaco, si voglia ragionare del nulla, di un problema che non è tale». Aggiunge Enrico Pavia: «Non voglio alimentare alcun tipo di polemica. Però ricordo a me stesso che la Destra storicamente ha annoverato nelle proprie file grandi avvocati, autentici principi del foro. Penso a Valensise, a Valentini, a Caroleo Grimaldi. E, a livello locale, penso a Romano Misserville, che è stato vicepresidente del Senato. Parliamo di autentici numeri uno della retorica e del diritto. Naturalmente il sottoscritto è lontanissimo dai livelli professionali delle persone che ho citato, però il punto è che non mi è mai parso che ci fosse una controindicazione tra essere avvocato e fare politica. Ecco perché ritengo che si tratti di argomentazioni sterili. E siccome a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina (come diceva il sette volte presidente del consiglio Giulio Andreotti), non vorrei che si voglia sviare l’attenzione da un problema vero, e cioè che si continua con il metodo politico di imporre al territorio decisioni e candidature calate dall’alto».

Il caso di Alatri
Enrico Pavia afferma: «Il sottoscritto conosce bene il mondo dell’autentica Destra ciociara e sa che gli esponenti autentici di quella parte politica non accetteranno imposizioni e sapranno mantenere la schiena dritta. Decideranno in piena autonomia e libertà. Fra le altre cose non riesco a capire perché, visto che si parla comunque di elezioni comunali, una persona non possa scegliere il candidato sindaco che ritiene più opportuno, quello che meglio di altri può rappresentare le istanze amministrative ma pure politiche».

La stoccata dell’avvocato
Enrico Pavia chiosa: «Assisto legalmente Franco Fiorito, da un punto di vista professionale. E la situazione giudiziaria che lo riguarda è ancora in corso. In questo Paese ci sono tre gradi di giudizio. Ma ci sono tante altre persone che hanno fatto politica con Franco Fiorito, che con lui hanno assunto decisioni politiche e condiviso un lungo percorso. Persone che improvvisamente hanno fatto finta di non averlo mai conosciuto, persone che non si sono mai messe in discussione sul piano politico. Ripeto: il sottoscritto l’avvocato lo fa come mestiere e in ogni caso ribadisco che occorre attendere l’iter dei procedimenti a carico di Fiorito. Altro discorso, invece, riguarda chi un esame di coscienza dal punto di vista politico non l’ha mai fatto. La mia candidatura a sindaco di Alatri? Ero convinto sin dall’inizio, ma quello che sta succedendo mi trasmette ulteriore determinazione. Credo che sarà una bella campagna elettorale».

LA PAGLIUZZA E LA TRAVE
Pierfederico Pernarella per Ciociaria Editoriale Oggi

I vertici di Fratelli d’Italia vedono la pagliuzza di Pavia, ma non si accorgono della trave di Antonio Salvati. Forse, non erano stati informati sulle più recenti vicissitudini giudiziarie del leader provinciale del loro partito. Se lo fossero stati, immaginiamo, non si sarebbero mai avventurati sul terreno scivoloso dell’opportunità, contestando peraltro l’incontestabile a chi, come l’avvocato Pavia, fa soltanto il suo lavoro: difende chi ha problemi con la legge. Strano invece, a proposito di problemi con la legge e di opportunità, che i rappresentanti nazionali e locali di Fratelli d’Italia, non abbiano nulla da dire o spiegare sul fatto che a Salvati, in qualità di presidente dell’Unione dei Comuni “Antica Terra di Lavoro”, Guardia di Finanza e Corte dei Conti hanno contestato un danno erariale di circa 800.000 euro provocato nella gestione dei profughi. Argomento sul quale FdI da anni si è distinta per le posizioni più radicali contro l’accoglienza.

 

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