Accuse per le assunzioni di Ciacciarelli al Consorzio di Bonifica

PIERFEDERICO PERNARELLA
per IL MESSSGGERO ED FROSINONE

 

Pochi giorni prima dell’approvazione della legge sull’accorpamento in un unico ente, il Consorzio di Bonifica Valle de Liri ha proceduto ad un’infornata di stabilizzazioni di personale (34) e di assunzioni di nuovi dipendenti (5). Provvedimenti in odore di illegittimità che hanno spinto la Regione Lazio a non approvare una variazione di bilancio per l’esercizio finanziario 2016 dell’ente consortile. È tutto scritto in una delibera approvata nei giorni scorsi. Un documento al vetriolo destinato a non restare senza conseguenze.

Vediamo perché. La Regione, prima di tutto, punta il dito sui tempi con cui sono stati adottati i provvedimenti. Il Cda del Consorzio di bonifica approva la variazione di bilancio il 3 agosto su una proposta del comitato esecutivo datata 29 luglio. Ecco le obiezioni della Regione: «Il Cda ha approvato la variazione di bilancio senza che ci fosse l’unanimità ai lavori dei componenti, dopo soli 5 giorni solari, festivi inclusi, in violazione dello Statuto del Consorzio di Bonifica secondo cui la convocazione del Consiglio di amministrazione è disposta dal presidente con preavviso, mediante lettera raccomandata, di almeno sette giorni prima di quello fissato per l’adunanza, non considerando i giorni festivi»

E pur volendo non dubitare della buona fede della celerità con cui sono stati adottati i provvedimenti, c’è un piccolo dettaglio che la Regione non manca di osservare: «Non sono state precisate motivazioni per procedere alla convocazione d’urgenza». Ma allora perché tutta questa fretta? La risposta si trova nelle carte.

 

IL FINANZIAMENTO
Nella delibera del Consorzio si dice che l’ente di bonifica, dopo un contenzioso conclusosi favorevolmente contro il Ministero delle politiche agricole su un finanziamento mai erogato per l’ammodernamento dell’impianto irriguo Cassino Sant’Elia, ha ottenuto un impegno di spesa per 300.000 euro. E come sono stati utilizzati questi soldi? Ecco i conti del Consorzio di Bonifica: 70 mila euro vengono destinati al fondo di riserva; 98 mila euro ai lavori di manutenzione; 132 mila euro alla stabilizzazione di contratti, all’assunzione di nuovo personale e a un incarico dirigenziale.

 

LE ASSUNZIONI
Nella delibera della Regione Lazio si dà conto nel dettaglio di quest’ultimo capitolo di spesa: «Con deliberazioni, tutte datate 29 luglio 2016, non sottoposte a controllo regionale, ha trasformato 30 contratti di lavoro a tempo indeterminato part-time in contratti di lavoro a tempo indeterminato full-time, ha proposto la trasformazione di altri 4 contratti di lavoro a tempo indeterminato part-time in contratti a tempo indeterminato full-time (vincolando la procedura ad un preventivo accordo transattivo con i 4 dipendenti), nonché ha assunto, con contratti di lavoro a tempo indeterminato part-time, 5 unità individuate tra soggetti che, senza alcuna procedura selettiva, avevano collaborazioni con il Consorzio in virtù di incarichi professionali, contratti d’opera, ovvero rientravano nel contingente di personale designato da società di lavoro interinale (‘Generazione Vincente’ e altra indefinita società di lavoro interinale)».

Il 3 agosto, ancora senza il preventivo e obbligato controllo regionale, viene deliberato l’incarico di dirigente dell’area tecnico agraria.

Tutto a posto? Mica tanto, secondo la Regione. Innanzitutto si fa notare che, trattandosi di personale, si è in presenza di «spese permanenti che graveranno indefinitivamente sugli esercizi finanziari del Consorzio». Stipendi, oneri sociali e assistenziali per i quali, scrive la Regione, non è stata indicata alcuna credibile e documentata previsione di entrata». Il che, annota la giunta regionale, va contro le più elementari regole contabili di pareggio tra entrate e spese e soprattutto non tiene in considerazione delle raccomandazioni della Corte dei Conti alla prudenza della gestione finanziaria.

E a proposito di Corte dei Conti, la Regione avverte «che la generazione di squilibrio gestionale, ove le spese correnti risultino superiori alle entrate ordinarie, determina responsabilità per gli amministratori».E questo, scrive subito dopo la Regione, sembra essere il caso del Consorzio di bonifica della Valle del Liri: «Per effetto delle variazioni al bilancio di previsione 2016 apportate dal Consorzio di Bonifica Valle del Liri, non si evidenzia il rispetto dell’equilibrio di parte corrente e l’adozione di criteri di prudenza nella gestione delle entrate non ripetitive per finanziare spese di parte corrente ripetitive».

 

IL TEMPISMO
Anche perché, ricorda sempre la Regione, era noto che si stava procedendo all’accorpamento dei Consorzi di bonifica. Riordino (un unico ente al posto di quattro) che diventa legge il 10 agosto, giusto pochi giorni prima, guarda un po’ il caso, delle stabilizzazioni e delle assunzioni disposte dal Consorzio Valle del Liri. Tanto che la stessa Regione scrive: «Criteri di prudenza e buona amministrazione avrebbero dovuto precludere per ciascun Consorzio di Bonifica l’assunzione di impegni di spesa permanenti, se non connotati da motivata urgenza e adeguata copertura economica, nella delicata fase di approvazione della suddetta legge regionale».

 

CIACCIARELLI NON È D’ACCORDO
Il presidente del Consorzio Valle del Liri, Pasquale Ciacciarelli (che è anche coordinatore provinciale di Forza Italia) non condivide le posizioni della Regione: «Andremo al Tar, noi avevamo il dovere di salvaguardare i posti di lavoro. Abbiamo stabilizzato persone che lavoravano da 30 anni nell’ente e per le assunzioni la selezione non era prevista.

 

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