Acea restituisce i soldi ma la gente non li chiede

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CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Acea Ato5 deve restituire oltre 3,7 milioni di euro (per l’esattezza 3.714.118,18) a circa 27 mila utenti che, fino al 2008, hanno pagato in bolletta il servizio di depurazione pur non essendo raggiunti da fognature e relativi e funzionali impianti.

Nel 2008, infatti, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che prevedeva tale onere anche a carico di chi quel servizio non lo riceveva proprio.

Ci sono voluti anni, però, prima che si riuscisse a chiarire – l’Italia è fatta così – come procedere alla restituzione agli utenti delle somme pagate e non dovute.

In Ciociaria – ci abbiamo messo del nostro come sempre -, la vicenda è stata ancora più travagliata visto che, anche dopo l’emanazione di un decreto ministeriale ad hoc che indicava la strada da percorrere, l’Ato5 e l’Acea non sono riusciti a mettersi d’accordo e c’è voluto anche l’intervento di un commissario ad acta appositamente nominato dal Tar.

Comunque, alla fine, l’operazione “rimborso depurazione” è stata varata e dal 23 marzo 2015 gli utenti che ne hanno diritto possono chiedere il pagamento del dovuto. Ma il problema sta proprio qui: il grosso degli utenti non ha ancora richiesto – e forse neanche sa che può richiedere – la restituzione del maltolto ed Acea, senza l’istanza del privato, non scuce nemmeno un quattrino: casomai ti manda una bolletta da infarto, ma non ti può dire che hai da recuperare quel credito.

Capita così che, dopo quasi un anno e mezzo, di quei 3,7 milioni di euro, non dovuti ma pagati al gestore idrico, ne siano tornati nelle tasche dei cittadini appena 245.000.

Vale la pena ricordare che ci sono 5 anni (dal marzo 2015) per richiedere il dovuto – quindi tempo ancora ce ne è -, poi scatterà la prescrizione delle somme e vale la pena ricordare anche che, per procedere alla richiesta di rimborso, qualora la propria utenza risulti tra quelle che ne hanno diritto, è necessario seguire le verifiche e quindi le indicazioni che sono pubblicate sul sito on line della società di gestione (www.aceaato5.it).

Forza: quasi 4 milioni di euro sono in attesa di tornare a casa.

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