Acqua, primi scontri tra i sindaci (e Acea gode)

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ALDO SIMONI per IL MESSAGGERO ED. FROSINONE

Domani è il giorno della verità. I sindaci, convocati presso l’Amministrazione provinciale, sono chiamati ad esprimersi sul Piano degli Investimenti di Acea e sul Piano Economico Finanziario, la revisione del quale è obbligatoria ogni due anni. Cosa significa questo per i cittadini? Che in base alle decisioni che si prenderanno, la bolletta potrà subire aumenti più o meno corposi. Ma andiamo per ordine.

Ogni due anni (come stabilito per legge) la tariffa va rivista e ricalcolata. Sarà poi l’Autorità per l’Energia, in base alle richieste di Acea e alle osservazioni dei sindaci, a stabilire l’entità dell’aumento.

Dunque, da una parte Acea ha avanzato la sua richiesta (80 milioni di euro che equivale ad un aumento della tariffa superiore all’8%); dall’altra i sindaci (domani, appunto) dovranno esprimersi in merito, e lo faranno contestando gli investimenti non fatti, i ritardi negli interventi e così via. Sarà poi l’Autorità per l’Energia (valutando le due posizioni) a decidere in merito.

Come noto, da gennaio l’Autorità per l’Energia ha autorizzato un aumento delle tariffe del 9%. Aumento che gli utenti stanno già pagando. Proiettando questo aumento (già riconosciuto dall’Autorità) fino al 2027 la somma che dovrebbe incamerare Acea è dunque di circa 80 milioni.

Ma è qui che subentra la controproposta dei sindaci (dopo aver esaminato la relazione della struttura tecnica, ossia della STO): considerando i disservizi, i mancati investimenti, i ritardi negli interventi e così via, si andranno ad invocare le varie penali (applicate nella misura massima) motivo per cui all’Acea (considerando anche i dati forniti dall’Autorità per l’Energia) sarebbero riconosciuti 34 milioni di euro (e non 80). Non solo: ma i sindaci potranno giocare anche sul fattore tempo. Il che significa che la cifra dovuta al gestore idrico anzichè pagarla (in bolletta) sino al 2027, andrebbe spalmata sino al 2033, rendendola, così, molto meno onerosa per i cittadini.

I COSTI IN BOLLETTA «A conti fatti spiega l’ingegnere della Provincia, Umberto Bernola se la cifra dovuta dovrà essere liquidata entro il 2027 l’aumento medio, per ogni bolletta, sarebbe di 80-100 euro. Se riuscissimo a spalmarla fino al 2033 sarebbe invece di 10-15 euro».

«E questo spiega il presidente della Provincia, Antonio Pompeo è un passaggio importante, perché molti sindaci (l’allusione è al sindaco di Ceccano) ancora non hanno capito che l’assemblea dei sindaci non ha affatto il potere di approvare alcuna tariffa. Questo compito, va chiarito, spetta solo all’Autorità per l’Energia. E’ evidente che, se dai sindaci non uscirà alcuna indicazione, Acea avrà gioco facile ad ottenere quello che oggi richiede».

L’APPELLO DI POMPEO Il presidente Pompeo, dunque, lancia un forte appello al senso di responsabilità dei sindaci, ben ricordando che durante la scorsa amministrazione, guidata da Antonello Iannarilli, la scelta di «non decidere» dei sindaci è costata molto cara ai cittadini perchè tale atteggiamento determinò l’arrivo del Commissario ad acta che (in mancanza di una posizione degli amministratori del territorio) accolse in pieno le richieste di Acea al punto che oggi i cittadini stanno pagando un conguaglio di ben 75 milioni di euro. Da qui l’allarme di Pompeo: «Se seguissimo la stessa strada di Iannarilli (ossia quella di «non decidere») condanneremo i cittadini a pagare ulteriori 80 milioni. E’ questo che voglio i sindaci?»

L’ATTACCO DI CALIGIORE E’ evidente che su questa partita si giocano anche equilibri politici, magari di chi già pensa al rinnovo del Consiglio Provinciale in autunno (anche se, molto probabilmente, per la riforma ancora in discussione, l’amministrazione attuale resterà in carica, così com’è, per altri due anni).

E in quest’ottica si inserisce un duro intervento del sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, che prende di mira soprattutto la STO (la Segreteria Tecnica Operativa) ossia l’organismo deputato appunto al controllo dell’attività di Acea (soprattutto in merito ai lavori e agli investimenti).

Un comportamento, evidenzia Caligiore «poco efficace rispetto alla definizione degli elementi necessari alla valutazione delle grandezze tecniche ed economiche alla base delle proposte avanzate dal gestore (Acea)».

Poi Caligiore passa ad attacchi diretti alla Provincia: «Perché i sindaci non sono stati informati il 30 maggio della richiesta di Acea di adeguamento tariffario? Perché si aspetta l’ultimo giorno per convocare l’Assemblea dei Sindaci?»

Ma dalla Provincia arriva una riposta secca e lapidaria: «Ogni sindaco dovrebbe sapere che, ogni due anni, la revisione è obbligatoria. Che ci sarebbe stata l’assemblea dei sindaci, dunque, era ben noto a tutti da mesi…»

Infine l’affondo di Caligiore che arriva a chiedere addirittura le dimissioni del presidente Pompeo «per le pesantissime responsabilità politiche connesse con la gestione della vicenda Acea».

«TROPPA DISINFORMAZIONE» Ma la replica del presidente non si è fatta attendere: «Giocare la partita con Acea afferma Pompeo con le argomentazioni che sostiene il sindaco di Ceccano significa fare gli interessi del gestore». Il motivo? «Perchè si danno notizie non vere che denotano una profonda disinformazione».

«Il rischio che corre questo territorio – aggiunge Pompeo è quello di non tenere conto degli insegnamenti negativi del passato, come nel caso dei conguagli che adesso i cittadini si trovano in bolletta, che hanno un nome e un cognome e si riferiscono tutti alla stagione in
cui si è scelto “di non decidere”. Continuare su questa strada, praticamente vuol dire concedere 80 milioni di euro al gestore in un arco temporale ravvicinato e la mancata applicazione ad Acea delle penali previste».

Dunque Pompeo prosegue: «Va aggiunto, a chiarimento della confusione ingenerata da Caligiore, che la votazione di domani non significa mettere in discussione la procedura della diffida ad adempiere che la Conferenza dei Sindaci ha votato lo scorso mese di febbraio. Si tratta di due aspetti distinti. Quello di domani è un adempimento di legge imposto dall’Autorità per l’Energia che tra l’altro ha dettato anche i margini ristretti della convocazione. Tutti i passaggi sono stati condivisi dalla Consulta d’Ambito nel corso di questi mesi».

GLI ERRORI DEL PASSATO «Il comportamento di Caligiore – conclude Pompeo somiglia molto ad un atteggiamento già visto nel passato e che tanti danni ha generato. Se proprio Caligiore vuole l’interesse dei cittadini, approfondisca meglio la materia perché così come si è espresso, dimostra di aver capito molto poco. I cittadini della provincia di Frosinone si aspettano molto di più rispetto al solito populismo».

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