Agenzia di Formazione scoppia il caso assunzioni

CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Con quale criterio ed in base a quali procedure sono stati assunti i dipendenti dell’Agenzia provinciale Frosinone Formazione?

La domanda sorge spontanea a leggere alcuni passaggi della sentenza n.1505/2014 con cui la Corte d’appello di Roma riforma la decisione di primo grado in merito al licenziamento di un lavoratore dell’Agenzia Formazione. La Corte, infatti, nel vagliare le pretese del dipendente, rileva come l’asserita assunzione a tempo determinato seguita a procedura di stabilizzazione non sia stata mai dimostrata. Insomma, per quanto risulta agli atti di quel processo, il lavoratore in questione sarebbe stato assunto solo sulla scorta di “accordi personali” senza alcuna selezione o concorso, con una procedura «invero – scrive la Corte d’appello – non proprio rispondente alla natura ed alle norme che regolano l’Agenzia».

La magistratura d’appello ha riformato completamente la sentenza di primo grado che dava ragione al lavoratore licenziato proprio perché non ci sarebbe stata alcuna stabilizzazione atteso che per quella era richiesta una procedura selettiva che non risulta svolta: «L’assunzione – sentenzia la Corte – è avvenuta esclusivamente per accordi personali intercorsi tra le parti». Un accordo davvero duraturo se si pensa che, nonostante la conferma del licenziamento nel 2014, il dipendente è ancora al suo posto. La cosa assurda, però, è che chi dal giudice ha ottenuto, invece, la reintegra perché non doveva essere licenziato, non viene riassunto: è il caso del docente di cui ci siamo occupati nell’edizione di ieri che nonostante il provvedimento favorevole della Corte d’appello è lasciato a casa.

Due pesi e due misure, insomma. E non è un caso isolato. Numerosi esposti in merito alla disparità di trattamento del personale sono già al vaglio della magistratura ordinaria e contabile e la stessa Corte dei conti dà atto di tali segnalazioni nei provvedimenti di controllo sull’Agenzia. Due pesi e due misure, però, verrebbero utilizzati anche in riferimento ad altri lavoratori. Si tratterebbe dei dipendenti, licenziati sempre a seguito dell’annullamento della procedura di stabilizzazione, ma poi reintegrati in forza di provvedimenti cautelari d’urgenza emessi dal giudice (ex articolo 700 Cpc). Fin qui nulla da eccepire se non fosse che contro alcuni lavoratori provvisoriamente reintegrati dal giudice l’Agenzia ha ritenuto fare ricorso mentre contro altri no. E, strana coincidenza, l’impugnativa non è scattata nei confronti di consanguinei… vip: lavoratori licenziati ma con qualche santo in paradiso.

Sempre in materia di assunzioni, però, particolarmente gravi appaiono le conclusioni a cui – nella sentenza citata – giunge la Corte di appello quando analizza la procedura di stabilizzazione al termine della quale sono stati assunti a tempo indeterminato 35 lavoratori. Come noto tale procedura è stata poi ritenuta irregolare dalla Giunta provinciale guidata da Antonello Iannarilli e annullata. Scrivono i magistrati: «Dagli atti (…) risulta incontestabilmente che l’Agenzia ha provveduto a “stabilizzare” 35 persone senza avere proceduto ad alcuna selezione degli stessi. Né può ritenersi che questi fossero stati selezionati precedentemente».

Più avanti la Corte conclude: «Tutte le pretese avanzate (sono) fondate su una procedura di stabilizzazione illegittima, o se si preferisce nulla, perché contraria alla legge».

ECCO LE DETERMINE MA OCCHIO ALLE DATE

Un milione e 200mila euro euro. Sono le somme anticipate dalla provincia di Frosinone, presieduta da Antonio Pompeo, tra il novembre 2014 e il gennaio 2015 all’Agenzia di Formazione per il pagamento degli stipendi ai dipendenti nonostante la diffida ad interrompere tali procedure di anticipazioni più volte reiterata all’ente dal Collegio dei revisori dei conti. Uno stop alle anticipazioni – sul cui adempimento ora la Corte dei conti ha chiesto chiarimenti al Consiglio – dettato anche dall’assenza di rendicontazioni da parte dell’Agenzia.

Il rischio insomma è che la Provincia prosegua ad anticipare somme per finanziamenti attesi dalla Regione che però, in assenza di rendicontazioni, potrebbero non essere più erogati.

Dell’esistenza degli 1,2 milioni di euro versati finora, si è appreso solo ieri mattina, quando – proprio nel giorno in cui la stampa ha concentrato l’attenzione sulla gestione dell’Agenzia e sulle censure mosse dalla Corte dei Conti – sull’albo on line dell’ente sono state (finalmente) pubblicate le due determine con cui si è proceduto all’erogazione all’Agenzia Formazione di un primo anticipo da 600.000 euro e un secondo anticipo di pari importo. Le determine (la prima è del 24 novembre 2014, la seconda è del 19 gennaio 2015) erano rimaste ‘segrete’ fino a ieri, quando qualcuno si è improvvisamente ricordato degli obblighi di trasparenza e pubblicazione (che – nota a parte dovrebbero valere anche per i decreti del presidente).

Le determine di erogazione – su cui in passato aveva inutilmente chiesto informazioni il consigliere Antonio Cinelli – danno attuazione alla delibera del Consiglio provinciale votata il 27 novembre 2014 con cui, accogliendo la richiesta dell’Agenzia del precedente 21 novembre, si autorizzava una prima anticipazione di 600.000 euro a fronte di 1,5 milioni di euro richiesti dall’ente di Formazione e si delegavano i dirigenti competenti a procedere a successive eventuali erogazioni. Il primo acconto veniva quindi erogato a novembre 2014, il secondo a gennaio 2015 anche in forza di un decreto del presidente della Provincia che, ‘interpretando’ un passaggio della delibera consiliare di novembre, di fatto autorizzava i dirigenti a procedere con ulteriori anticipazioni.

La stranezza che emerge da tali atti è però che la determina di erogazione dell’ulteriore acconto da 600.000 euro (datata 19 gennaio 2015) richiama nel dispositivo il decreto presidenziale di ‘precisazione’ datato 20 gennaio, cioè del giorno dopo. Un singolare caso di preveggenza amministrativa.