Asl di Frosinone: siamo su Scherzi a Parte?

DANIELE BELLI per IL GIORNALE D’ITALIA

Un consigliere regionale del Lazio presenta un’interrogazione per chiedere chiarezza sugli atti deliberati da una Asl ed il responsabile della Trasparenza della stessa Azienda lo “minaccia”; una settimana dopo l’atto ispettivo viene portato in Aula alla Pisana e discusso nella question-time con un rappresentante della Giunta che, scusandosi con il sottoscrittore dell’interrogazione per le minacce ricevute, dichiara che entro pochi giorni tutti gli atti della Asl sarebbero stati pubblicati online sul sito della Azienda. Sono passati sette mesi e tutto è rimasto come prima: della trasparenza nessuna traccia e il “minaccioso” responsabile dell’ufficio è al suo posto come se nulla fosse successo.

Non è uno sketch della trasmissione “Scherzi a parte”, ma la triste realtà andata in scena sull’asse Asl di Frosinone – Giunta regionale del Lazio. E gli attori protagonisti (in negativo) sono: Nicola Zingaretti, Concettina Ciminiello, Isabella Mastrobuono e Francesco Giorgi.
Nei primi giorni del mese di marzo il capogruppo de La Destra, Francesco Storace, ha presentato una interrogazione per chiedere “per quale motivo sul sito della Azienda Sanitaria di Frosinone sia impossibile consultare documenti di primaria importanza come delibere e determine dirigenziali”. Nello stesso giorno non si è fatta attendere la risposta del Responsabile alla Trasparenza della Asl ciociara che ha “minacciato” Storace: “Facemmo a pugni nel 1978…. E se dovessi rispondergli, l’istinto sarebbe quello di mettermi in macchina ed affrontare la questione faccia a faccia, come si faceva in quegli anni”.

Il 4 marzo la questione è stata discussa nell’Aula della Pisana e non si sono fatti attendere gli attestati di solidarietà nei confronti del Capogruppo de La Destra. Su tutti il Presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, che a fine dibattito ha annunciato: “Credo che tutto il Consiglio auspichi che la Mastrobuono questa volta intervenga per censurare un comportamento di questo genere e per prendere provvedimenti che tutto il Consiglio credo richieda”.

Nella question-time del 4 marzo, però, la Giunta regionale aveva preso anche un altro impegno. L’assessore Ciminiello, che rappresentava il Presidente Zingaretti in quella occasione, ha dichiarato che “la Direzione regionale del servizio sanitario ha invitato il Direttore generale ad accelerare la procedura di trasparenza sul sito della Asl entro pochi giorni”. Quindi, il 4 marzo 2015, la Giunta regionale si era impegnata a far sì che in pochi giorni la Asl di Frosinone avrebbe finalmente reso accessibili tutti gli atti prodotti.

Dopo sette mesi nulla è avvenuto, nonostante l’obbligo di legge che imponeva già dal 1 febbraio 2011 la pubblicazione degli atti (delibere e determine) e relativa accessibilità e nonostante le promesse fatte nella discussione alla Pisana sollecitata dall’interrogazione presentata da Storace. Ma si annunciano tempi duri per la coppia Zingaretti-Mastrobuono. In una nota il sindacato Fials fa sapere di aver formulato, in questi giorni, un esposto all’Autorità anticorruzione nazionale (Anac): “E’ palese ed indiscutibile l’omissione aziendale e non si comprende per quale ragione la Regione Lazio non sia inter venuta al riguardo, come inizialmente preannunciato. Si accerti il rispetto degli obblighi di trasparenza e l’eventuale sussistenza di dirette e personali responsabilità, avviando, se del caso, il procedimento sanzionatorio per le violazioni provvedendo all’accertamento, alle contestazioni e alle relative sanzioni”.

Ormai i silenzi di Zingaretti e della sua maggioranza sulle criticità in materia di sanità sono all’ordine del giorno. Ne sanno qualcosa i circa 2000 operatori CUP che in questi giorni stanno lottando per la conservazione del posto di lavoro e che venerdì 4 settembre sono scesi in piazza per protestare contro il bando di gara per l’acquisizione del servizio CUP presso 17 Asl della regione. Lavoratori che hanno portato in piazza lo slogan “il Bando ci manda allo Sbando”. Anche di fronte al pericolo della perdita di centinaia di posti di lavoro la maggioranza di centrosinistra in regione resta immobile.