I consiglieri regionali del Lazio lavorano solo 127 giorni all’anno

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da CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Il Lazio è la la Regione con i costi della politica più alti d’Italia, dopo la Campania. Lo dice uno studio dettagliato della Uil che inchioda i consiglieri come i meno ligi al dovere tra i loro colleghi sparsi per l’Italia. Nonostante la forte contrazione delle spese che caratterizza la giunta Zingaretti rispetto alla precedente, il Lazio continua a spendere molto di più delle altre grandi regioni italiane (Lombardia, Veneto, Toscana e Campania) e, contemporaneamente, si colloca all’ultimo posto tra le cinque considerate per numero di sedute di Consiglio e leggi approvate in due anni.

Nel confronto con i primi due anni della legislatura Polverini, si evidenzia oggi una forte flessione dei costi dei rappresentanti della Giunta e del Consiglio, passati da 49,9 a 21,8 milioni di euro, dovuta sia alla riduzione dei contributi al funzionamento dei gruppi consiliari (-14,8 milioni di euro, passando da 19,6 milioni con la giunta Polverini a 4,8 con quella attuale) sia a quella delle retribuzioni dei rappresentanti di Giunta e Consiglio (-13,3 milioni, scendendo da 30,3 milioni della giunta Polverini a 17 con quella attuale).

Ancora più consistente la riduzione dei costi complessivi di funzionamento del Consiglio, passati da 115 milioni nel 2011 a 70 nel 2015, con una riduzione di 44 milioni di euro. Sempre il Lazio, inoltre, con 35 leggi approvate e 40 sedute di Consiglio in due anni risulta anche la meno produttiva. Basti pensare che la Toscana registra 122 leggi emanate in due anni.

A ciò si aggiunge un calo di produttività durante il secondo anno Zingaretti, rispetto al primo, soprattutto per quanto riguarda l’attività del Consiglio, dove le giornate lavorative complessive sono state pari a 127 in due anni, ovvero poco più di 5 giorni al mese.

Tra il primo e il secondo anno di legislatura Zingaretti, infatti, il numero di sedute è passato da 27 a 13, le proposte di legge da 141 a 95, quelle approvate da 19 a16, le proposte di deliberazione consiliare da 25 a 11. Stesso discorso per le mozioni e gli ordini del giorno. E contemporaneamente si sono dilatati i tempi per l’approvazione di quasi tutti gli atti, soprattutto quelli provenienti da proposte dei consiglieri che registrano un successo marginale (6,7%) in termini di approvazione. Approvazione di una legge che nel secondo anno ha avuto tempi molto più lunghi del primo: 123 giorni di media, contro 69 calcolati per il primo anno.

 

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