Aria di trappolone per Cristofari

Le primarie del pd sono sempre più in bilico. Ma questo non significherebbe accettare in modo automatico come candidatura unitaria del Partito l’unica rimasta sul campo: quella del presidente dell’Ordine dei Medici Fabrizio Cristofari. Prima dovrebbe superare l’esame, ed il voto, del Direttivo e dell’Assemblea Pd. E c’è già chi sente puzza di trappolone,

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Il diavolo si nasconde nei dettagli”, recita un antico adagio. Significa che è prestando attenzione alle piccole cose e ai lati apparentemente insignificanti che si può comprendere davvero una determinata situazione.

Prendiamo le primarie del Pd, fissate per il prossimo 20 novembre. Cosa succede se dovesse esserci una sola candidatura? Le primarie non si potrebbero fare, ma a quel punto l’unica designazione in campo non si trasformerebbe in un endorsement ufficiale. No, andrebbe sottoposta all’attenzione del direttivo prima e dell’assemblea cittadina poi.

Il che significa, considerando le spaccature e le polemiche all’interno dei Democrat, che la partita politica rischierebbe di ricominciare dall’inizio.

Una trappola, l’ennesima, per Fabrizio Cristofari? Troppo presto per dirlo, ma, come amava ripetere Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina.

Mercoledì 26 ottobre, dopodomani, scadono i termini per la presentazione delle candidature. Il presidente dell’ordine provinciale dei medici Fabrizio Cristofari ha quasi ultimato la raccolta delle firme. Intenzionata a partecipare è anche Alessandra Maggiani, esponente dell’area di Cuperlo. «Le primarie si faranno», ripete da settimane Francesco De Angelis.

Se però alla fine dovesse rimanere una sola candidatura, la palla tornerebbe al partito. Con un quadro noto, che più noto non si può: il segretario del circolo cittadino Norberto Venturi ha comunicato ufficialmente il suo ritiro attraverso una lettera al vetriolo. L’ex sindaco Michele Marini ha più volte sottolineato che alle primarie non parteciperà, che il Pd non doveva candidare Fabrizio Cristofari (il quale avrebbe potuto partecipare alla guida di una o più liste civiche) e che lui “qualcosa farà”. Lasciando intendere che potrebbe candidarsi a sindaco autonomamente. Nel frattempo Marini ha iniziato a partecipare ad una raffica di incontri, sia con i fedelissimi che con i sostenitori. Che faccia un pensierino ad una candidatura a sindaco con il Pd qualora si riaprissero i giochi? Difficile e complicato, ma comunque lo scenario potrebbe esserci.

Fabrizio Cristofari per il momento tace. Ed è concentrato sulle primarie e sul programma da sottoporre ai cittadini. I suoi fedelissimi non si stancano di ribadire che le fibrillazioni quotidiane rappresentano pure dei tentativi per provare a sbarrargli il passo. Cristofari va avanti, ma valuterà la situazione quando avrà a disposizione tutti gli elementi. In tempi non sospetti ha dato la sua disponibilità a partecipare a primarie aperte del Pd e della coalizione, ufficializzando poi la sua discesa in campo con una conferenza stampa. Sta osservando quanto accade nel Pd. Se dovesse sentire “puzza di bruciato” non esiterebbe a dire la sua. Perfino con delle scelte drastiche. Il presidente dell’ordine dei medici non ha alcuna intenzione di esporsi al fuoco dei “franchi tiratori”.

Mercoledì la situazione sarà già più definita, anche perché il Pd dovrà pure fare i conti con la sostanza politica, oltre che con le procedure ed i deliberati interni. La domanda è netta: a cosa serve fissare le primarie se poi non si celebrano perché c’è un solo partecipante? Verrebbe cioè messo in discussione l’unico che ha creduto nel metodo? La situazione è molto tesa. I giorni continuano a passare senza che si arrivi ad una bozza di sintesi.
 

Il rischio del fuoco amico e l’effetto boomerang

Una corsa al Casaleno con Francesco Brighindi, presidente cittadino del Pd: una domenica all’insegna della normalità per Norberto Venturi, segretario del circolo frusinate dei Dem. Intanto però è evidente da mesi che le elezioni comunali di Frosinone saranno seguite con attenzione pure dal segretario regionale Fabio Melilli. La sensazione è che nel Partito Democratico alla fine qualcuno chiederà conto politicamente su quello che sta succedendo. Dopo le spaccature alla Provincia, alle comunali di Ceccano e Cassino, ci si aspettava una presa di posizione unitaria. Che nessuno però appare in grado di imprimere, nonostante il congresso della primavera scorsa. Fra le altre cose i candidati a sindaco in campo sono già due: il socialista Vincenzo Iacovissi e Stefano Pizzutelli, di Frosinone in Comune. Ce ne saranno altri, a cominciare da quello del Movimento Cinque Stelle. E di una possibile “lista arancione” che unisca forze di sinistra ma non solo. Finora nei Democrat l’argomento delle alleanze non è stato neppure toccato, eppure è fondamentale. Considerando per esempio la presenza di Area Popolare. Non dimenticando nemmeno le liste civiche. Alla fine la segreteria regionale potrebbe valutare quanto successo, le spaccature, i veti incrociati, il “fuoco amico”.

 

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