De Angelis: «Petrarcone ko? Non è colpa del Pd»

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LUCIANO D’ARPINO per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

Per Giuseppe Petrarcone, sindaco uscente di Cassino sconfitto a sorpresa per una manciata di voti, la responsabilità della sua mancata riconferma è del Pd provinciale. O meglio di alcuni suoi esponenti che non lo hanno appoggiato. Neanche dopo il primo turno quando erano schierati per Mosillo. Petrarcone è infuriato con uno dei leader del partito in Ciociaria, il presidente dell’Asi Francesco De Angelis e con il suo delfino storico, l’assessore regionale Mauro Buschini. Addirittura i seguaci di Petrarcone pensano che, nel ballottaggio, i voti siano stati addirittura orientati verso Carlo Maria D’Alessandro, il sindaco eletto con uno schieramento di centrodestra. Il Pd, insomma, avrebbe compiuto un vero e proprio suicidio politico.

Come replica a queste pesanti accuse il leader Francesco De Angelis?
«Sono affermazioni di così bassa lega che non meritano risposta alcuna attacca E’ bene che ora nel Pd si apra una discussione seria sul ‘caso Cassino’ dove, va detto subito, il partito non ha alcuna responsabilità nella sconfitta, non deve rimproverarsi nulla. Respingiamo con forza queste illazioni. Non è l’ora di cercare pretesti e alibi. Bisognerà piuttosto interrogarsi sulle capacità che ha avuto il sindaco uscente di unire il centrosinistra, sui cinque anni di governo. Se al primo turno il 70% degli elettori ha votato contro l’amministrazione uscente qualche problema doveva pur esserci. Il Pd ha sempre lavorato per unire, mai per dividere».

Ma di fatto al primo turno vi siete presentati con due candidati espressione del Pd. Un bel regalo per il candidato voluto dal leader di Forza Italia Abbruzzese…
«Ma è sbagliato dire che unendo le forze si sarebbe vinto subito. Non si può fare la semplice somma delle due coalizioni che non erano riconducibili solo al centrosinistra ma c’erano anche alcuni esponenti di centrodestra»

Tipo?
«Penso a Picano che sembra vicino a ‘Noi con Salvini’. Il sindaco uscente ha chiesto autonomia dal partito e gli è stata garantita ampiamente».

Ma gli è stato negato il simbolo…
«Questo lo ha deciso il Pd all’unanimità anche se non mi pare che ci fosse questa corsa per averlo. All’assemblea convocata a Cassino sul tema non si è presentato nessuno»

Quindi lei e Buschini al primo turno non vi siete spesi per Mosillo contro Petrarcone?
«No, non mi sono proprio impicciato. Non mi sono speso per nessuno dei due. Non ho fatto nessuna dichiarazione, non ho partecipato a nessuna iniziativa. Sono stato ligio alle direttive del partito».

Al ballottaggio, però, tutto il Pd non si è stretto anima e corpo al candidato Petrarcone…
«Questo non è vero. Tutto il partito ha lavorato unito per farlo riconfermare. A Cassino è venuto anche Zingaretti. Ma sono stati sbagliati anche gli appelli al ballottaggio da parte degli amministratori uscenti, si doveva svelenire il clima e lavorare per la ricomposizione. Ma l’errore, forse, è stato fatto a monte».

Vale a dire?
«Per non arrivare divisi all’appuntamento elettorale andavano fatte le primarie ma non sono state accettate».

L’anno prossimo a Frosinone, quindi, sceglierete così il candidato?
«Certamente le primarie sono l’unico modo per realizzare un’alleanza la più ampia possibile per cercare di scalzare Ottaviani».

Come candidati a sindaco circolano i nomi di Cristofari, Venturi, Pizzutelli e adesso anche quello del presidente della Saf Vicano. E’ così?
«Attualmente sono questi nomi ma ogni potenziale candidato dovrà accettare il verdetto inequivocabile delle primarie».

Per la riconferma di Morini ad Alatri dovete ringraziare un po’ anche Iannarilli di Forza Italia?
«No, dobbiamo ringraziare il sindaco Morini che ha saputo riunire il centrosinistra, il Pd e tutte le forze della coalizione».

Il Pd non è uscito sconfitto solo da Cassino ma anche da Sora. Non è stata una bella domenica...
«A Sora il tentativo di replicare l’alleanza nazionale con l’Ncd non ha funzionato. La gente ha scelto il cambiamento e le scelte degli elettori vanno sempre rispettate».

 

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