Elezioni, a settembre il primo giudizio

DOMENICO TORTOLANO per IL MESSAGGERO ED FROSINONE

A settembre la decisione della Procura. A novembre quella del Tar. Dunque, tra settembre e novembre sono attese le decisioni della procura di Cassino sui presunti brogli elettorali e del Tar di Latina su due ricorsi per gravi irregolarità nello spoglio delle schede del 5 e 19 giugno scorsi. Decisioni che potrebbero modificare l’esito elettorale. Perciò tutti con il fiato sospeso, sia nel centrodestra che nel centrosinistra di Cassino, soprattutto per la sentenza che emetterà il Tar di Latina nell’udienza del prossimo 17 novembre in merito al ricorso dei candidati, l’ex sindaco Petrarcone e il consigliere mancato Claudio Trotta (lista Mosillo).

Petrarcone chiede di rivotare in tutte le 33 sezioni per “gravi vizi di forma” e in subordine nelle sei sotto inchiesta della magistratura mentre Trotta chiede l’assegnazione di voti non attribuiti che gli permetterebbero di entrare in consiglio.

La procura entro settembre chiuderà l’indagine e non sono esclusi provvedimenti giudiziari se ravviserà presunti brogli.

Secondo i legali dei due candidati alle elezioni comunali di Cassino del 5 e 19 giugno scorsi i giudici del Tar esamineranno per primo il ricorso dell’ex sindaco pur avendolo presentato dopo Trotta. Perché se i giudici accoglieranno le tesi di Petrarcone, ossia di annullare l’esito elettorale e di rivotare, a quel punto non sarà più necessario entrare nel merito del ricorso di Trotta. Solo se quello di Petrarcone verrà respinto o accolto in parte (rivotare in 6 sezioni) allora verrà esaminato il caso di Trotta.

Adesso è il primo dei non eletti e con l’attribuzione dei voti che rivendica passerebbe davanti al consigliere Sarah Grieco che dovrebbe lasciare l’assise. Dice Trotta: «Sicuramente i giudici esamineranno il ricorso di Petrarcone per primo. Dall’esito del suo esposto dipenderà tutto il resto».

Petrarcone ha perso le elezioni ufficialmente per 249 voti ma secondo la commissione elettorale locale per 129. E perciò nel ricorso i legali di Petrarcone citano diverse incongruenze che risultano dai verbali dello spoglio nelle 33 sezioni. Perché in ben 18 di esse sarebbero avvenute delle “stranezze”, come voti fantasma di elettori che non avrebbero votato ma che risultano aver votato. E poi schede vidimate e non votate risultanti in più rispetto al numero degli elettori iscritti e così via.

I legali così scrivono: «Le gravissime illegittimità dei verbali elettorali rendono impossibile ricostruire con certezza la volontà del corpo elettorale comunale, con la conseguenza che, all’esito del presente giudizio, il Tar del Lazio non potrà che annullare i risultati elettorali e l’intero procedimento elettorale, ordinando il rinnovo delle elezioni».

Viene citato anche il caso di un candidato presente in due liste collegate al candidato sindaco Tullio Di Zazzo. Per regolamento non è ammesso. E i legali di Petrarcone fanno rilevare nel ricorso: «Tali gravissimi vizi comportano l’annullamento dell’ammissione di entrambe le liste dalla competizione elettorale» anche in virtù della raccolta firme per le due liste che risulterebbe «viziata e deve essere annullata. Il danno andrebbe ben oltre la somma dei voti delle due liste incriminate, 423, ma toccherebbe tutti i 1492 voti presi dell’ex sindaco Tullio Di Zazzo visto il legame che c’è tra il sindaco e le liste a lui collegate».

Petrarcone spera nell’annullamento del voto mentre il neo sindaco D’Alessandro si rimette ai giudici: «Spetta a loro valutare le eventuali irregolarità. Io sono sicuro di continuare a governare».

«Parlano di brogli, di elezioni da rifare….ma sia chiaro un concetto: io in tutta questa storia sono la vera vittima. E vi spiego perchè». Il sindaco di Cassino, Carlo D’Alessandro, ha sempre precisato la sua posizione, e ogni volta che si affronta questo argomento diventa un fiume in piena. E subito riprende: «Sono una vittima perchè, avendo più liste a suo sostegno, la coalizione di Petrarcone aveva molti più rappresentanti di lista dei miei (compresa la moglie di Petrarcone) così come gli scrutatori (da lui nominati)». Il sindaco non lo dice, ma nella sezione di Caira (una delle più contestate) la rappresentanza ai seggi era stata in gran parte vicina al consigliere regionale Fardelli.

«Dunque- prosegue D’Alessandro – aspetto fiducioso l’esito delle indagini della magistratura. Io, per quel che mi riguarda, sono sereno e tranquillo. Anzi sollecito la magistratura a fare subito chiarezza, in modo da allontanare tutte le nubi che si sono addensate su queste elezioni».

 

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