Francesco De Angelis: «Io segretario del Pd? E perché no»

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«Bene, anzi benissimo la pacificazione nel partito. Su tutto il resto vediamo». Francesco De Angelis non si sbilancia sull’ipotesi di una sua candidatura alla segreteria provinciale del Pd nel solco di un accordo con il senatore Francesco Scalia. Però il presidente del Consorzio Asi indica quella che potrebbe essere una piattaforma di confronto.

Rileva De Angelis: «È presto per parlare di nomi. Servono un tavolo di confronto e una soluzione condivisa. Da tutti». La traduzione dal politichese è la seguente: “Senza un accordo globale e unitario l’ipotesi di Francesco De Angelis segretario del Pd non può esistere, proprio per l’autorevolezza del nome, che non può essere bruciato o logorato ».

In realtà le difficoltà non mancano, soprattutto nell’area del senatore Francesco Scalia, che preferisce evitare ogni tipo di dichiarazione ufficiale. Proprio perché sa che “tra i suoi” i dubbi non mancano, dal momento che il nome di De Angelis non viene percepito da tutti come una “sintesi unitaria”. La sensazione è che le difficoltà siano enormi. Anche se non si può escludere che le “colombe” delle varie componenti possano a questo punto lavorare lontano dai riflettori.

Alcune considerazioni, però, vanno fatte. I livelli nazionale e regionale del Pd hanno dato il via libera alla celebrazione del congresso provinciale (che si svolgerà a febbraio) a patto che ci sia perlomeno una piattaforma condivisa. E, se possibile, unitaria. Questo significa che i Democrat a livello provinciale tutto possono permettersi meno due cose: 1) un ulteriore rinvio del congresso; 2) una soluzione che lasci immutata la situazione.

Per essere più chiari: il muro contro muro tra le componenti di De Angelis e Scalia deve essere superato. Poi va valutata la posizione della componente di Sara Battisti, presidente provinciale del partito. Le coordinate sono chiare: un nome autorevole per la segreteria e regole chiare e condivise. Lasciando fuori dal dibattito le candidature alla Camera e alla Regione, anche perché le prospettive personali possono attendere. Anche e soprattutto in considerazione di un ragionamento di realpolitik: le designazioni alla Camera saranno comunque vagliate dai livelli nazionali.

Quanto alla Regione, nonostante le smentite a raffica, non si può non tener conto che i vertici del Pd possano chiedere a Nicola Zingaretti di concorrere per la poltrona di sindaco di Roma. Per il resto, non ci sono pregiudiziali aprioristiche. In più occasioni Sara Battisti ha detto che «l’importante è come si arriva alle candidature». Cioè le stesse non possono innescare un “gioco al massacro” che travolgerebbe tutto. In questo caso il metodo è importante quanto il merito. Ieri mattina intanto colloquio tra Francesco De Angelis e il presidente della Provincia Antonio Pompeo, uno dei “falchi” dell’area di Scalia. Impossibile che non abbiano parlato di congresso.