Frosinone mantiene la Prefettura, evitato l’accorpamento con Latina

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

La Prefettura di Frosinone resta. Non sarà né tagliata né accorpata. Un segnale forte, peraltro in controtendenza rispetto a quanto sta succedendo in Ciociaria negli ultimi anni.
Dal 1 gennaio 2016 il ministero dell’Interno partirà con la riorganizzazione dei suoi uffici in base ad un decreto del presidente della Repubblica che prevede numerose modifiche.
Saranno 23 le Prefetture tagliate: Teramo, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Asti, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa Carrara, Prato, Rovigo, Belluno.

Le Prefetture in Italia passeranno da 103 a 80: ai 23 tagli corrispondono altrettanti accorpamenti. Rieti, per esempio, farà riferimento a Viterbo.
Il rischio della soppressione della Prefettura di Frosinone nell’ambito di questo processo di riorganizzazione c’era.

L’elemento decisivo è stato rappresentato dalla Sezione della commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato politico.

Un organismo chiamato a decidere sulle richieste di asilo dei migranti. Presso la Prefettura di Frosinone l’ufficio è operativo dalle 9 alle 20, tutti i giorni. Ed esamina una media di 12 domande al giorno. Il riconoscimento di rifugiato politico è raro rispetto alle domande esaminate.

La condizione di rifugiato è definita dalla convenzione di Ginevra del 1951. Si tratta di una persona che «temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale Paese».

Dal punto di vista giuridico-amministrativo è una persona cui è riconosciuto lo status di rifugiato perché se tornasse nel proprio paese d’origine potrebbe essere vittima di persecuzioni. Una Sezione fortemente voluta dal Prefetto Emilia Zarrilli. Un’intuizione che si è rivelata decisiva.

E proprio la dottoressa Emilia Zarrili dice: «Ovviamente la soddisfazione è grande, ma devo essere sincera: sono stata sempre convinta che la Prefettura di Frosinone non sarebbe stata né tagliata né accorpata. La conferma, però, fa piacere».

Una conferma che si è lavorato bene. Dicevamo dell’effetto controtendenza, che ha una sua valenza. Negli ultimi anni la provincia di Frosinone è stata costantemente inserita in progetti di riforma penalizzanti per questo territorio. Quando si parlava di accorpamenti delle province, lo spettro di una fusione con Latina aleggiava.

E nel riordino delle Regioni, le province di Frosinone e Latina vengono individuate insieme a quella campane, non nel Lazio.

Per non parlare del fatto che non c’è da tempo la sede della Banca d’Italia. Anche per le Camere di Commercio si parla di accorpamento. Mentre per la sanità, recentemente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha seccamente smentito ipotesi di accorpamento tra le Asl di Frosinone e Latina, specificando che questa opzione varrà solo per l’acquisto di beni e servizi.
Ma Frosinone mantiene la Prefettura: la notizia è questa.

Il fatto che Frosinone conserverà la Prefettura potrebbe rappresentare un segnale di “riscossa”, pure sul versante del peso politico del territorio.

Per quel che concerne il decreto del presidente della Repubblica, prevede che spariranno 23 Prefetture e altrettante Questure, oltre a 6 vicedirezioni generali. È previsto un risparmio del 20%, cioè di 10 milioni di euro.

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