Gruppo unico Pd in Provincia, Cinelli gela Scalia e Pompeo

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«Per fare un gruppo consiliare unico bisogna avere qualcosa in comune, condividere un progetto politico, riconoscere la stessa classe dirigente. Questo al momento ancora non c’è, inutile fare finta di nulla». Antonio Cinelli, capogruppo del Partito Democratico alla Provincia, va dritto al punto. L’unificazione dei Democrat a Palazzo Gramsci è ancora lontana.

Eppure negli ultimi giorni è emerso chiaramente che il senatore Francesco Scalia vorrebbe estromettere Forza Italia dalla maggioranza alla Provincia. Per dare un segnale forte e chiaro al consigliere regionale Mario Abbruzzese dopo quanto successo all’Asi e al Cosilam.

Antonio Cinelli dice: «Parliamoci chiaro. Se il senatore Francesco Scalia viene all’interno del direttivo del partito e dice che dal punto di vista politico è arrivato il momento di “rompere” con Forza Italia, allora è un conto. E penso francamente che potrebbe facilmente trovare sponde e sostegni. Ma se un’operazione di questo genere è finalizzata a mandare un messaggio politico a Mario Abbruzzese o ad un altro esponente di Forza Italia, non ci siamo».

Continua Cinelli: «Non esiste una rivalità personale o politica tra il sottoscritto e Antonio Pompeo, presidente della Provincia. Noi abbiamo dato dei segnali molto precisi alla Provincia, votando lo statuto, il regolamento e altri importanti atti amministrativi e perfino politici. Però non abbiamo ricevuto quei segnali politici che avevamo richiesto. Il Pd deve riunificarsi alla Provincia anche e soprattutto per tornare ad esercitare una funzione di leadership all’interno del centrosinistra. Mettendo in campo una politica delle alleanze precisa, nel solco del centrosinistra. Invece non ci sono stati passi avanti e alcuni importanti consiglieri provinciali non riconoscono neppure la leadership dell’attuale gruppo dirigente del partito in Ciociaria. L’unità non può essere un cimelio da esibire, ma una condizione vera basata su valori e progetti. E i consiglieri dovranno pur avere qualcosa in comune. Per noi Forza Italia va estromessa perché non ha nulla a che fare con la nostra storia e con il centrosinistra. Fra l’altro da parecchi mesi è perfino caduto l’alibi del Patto del Nazareno. Ma non ci interessa nulla mandare un messaggio ad Abbruzzese o ad un altro. Il senatore Francesco Scalia venga all’interno del partito e ponga il tema in maniera politica».

Sull’estromissione di Forza Italia, però, il presidente Antonio Pompeo sembra non avere alcuna fretta. Fra l’altro a settembre si dovrà votare il bilancio e in quell’occasione si capiranno bene quali sono gli equilibri e i rapporti di forza all’interno di una maggioranza formata dai Democratici per Pompeo, da Forza Italia, ma pure dal Nuovo Centrodestra. Infine non bisogna dimenticare che il prossimo anno la provincia di Frosinone sarà interessata da una tornata elettorale importante per i Comuni. Con centri nevralgici quali Cassino, Alatri e Sora chiamati ad eleggere sindaci e consiglieri comunali.

A Sora in particolare l’alleanza tra l’area del Pd del senatore Francesco Scalia e il sindaco Ernesto Tersigni (Nuovo Centrodestra) è molto forte. Insomma, lo schema proposto alla Provincia potrebbe essere replicato in diversi centri, ma soltanto tra Pd e Nuovo Centrodestra. O meglio tra una parte del Pd e l’Ncd. Mentre Forza Italia, come ha fatto capire chiaramente il consigliere regionale Mario Abbruzzese nella sua intervista a Ciociaria Oggi, intende giocare in proprio la partita delle elezioni comunali. Con un occhio attento pure a quello che succede a livello nazionale. In caso di elezioni politiche anticipate molti schemi potrebbero saltare.