Il nuovo corso di Tajani coordinatore: al ristorante di Fiuggi si paga

GIANLUCA TRENTO E CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

In maniche di camicia (verde a righine bianche), con il piglio di chi punta alla leadership e vuole trasmettere voglia di lavorare: è proprio nel look che Antonio Tajani fa capire che il tempo degli abiti blu è finito. Per ricostruire bisogna rimboccarsi le maniche. Letteralmente. E lui lo ha fatto. La svolta di Fiuggi stavolta riguarda Forza Italia e proietta l’europarlamentare verso la segreteria nazionale degli “azzurri”. D’altronde, se c’è uno che può convincere perfino il “cerchio magico” di Berlusconi, quello è proprio il vicepresidente del Parlamento Europeo.

Il clima è cambiato: pochi inni e tanto dibattito, concreto. Pure alla mensa tira aria di spending review: si può pranzare, ma si pagano 15 euro. Che, diciamoci la verità, non sono nemmeno tante trattandosi del Grand Hotel Palazzo della Fonte. Però si paga. Ed è giusto così.

Alla due giorni di Forza Italia è l’organizzazione che colpisce: ognuno ha un suo ruolo in un gioco di squadra che ha come obiettivo la ricostruzione del centrodestra. Antonio Tajani è un fiume in piena: «Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, per rappresentare il perno del centrodestra del futuro. Dobbiamo essere rassicuranti e parlare ai moderati, nella consapevolezza che le elezioni si vincono e si perdono al centro. La Lega resta un interlocutore privilegiato, ma i nostri valori sono diversi e dobbiamo difenderli. Guardiamo pure ad un’Europa differente, che punti di più sulla politica estera, nella quale non decidano le banche e la burocrazia, ma la politica».

Una giornata iniziata prestissimo e conclusasi tardi. Molti i big nazionali che hanno sfilato in una sorta di chiamata alle armi: da Lara Comi a Paolo Romani, da Mariastella Gelmini a Giovanni Toti, da Laura Ravetto ad Altero Matteoli, da Osvaldo Napoli a Marcello Fiori. Si è parlato di grandi tematiche: Europa, immigrazione, occupazione, lavoro.

Sullo sfondo si sono consumate anche le piccoli-grandi manovre locali. Il consigliere regionale Mario Abbruzzese, impeccabile (anche nel look: completo blu, camicia celeste, cravatta a righe) nelle vesti di padrone di casa. Ma se pensava che la scena sarebbe stata tutta per lui, si è dovuto ricredere quando, uno dopo l’altro, sono arrivati il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, il candidato alle scorse europee Silvio Ferraguti, ma soprattutto Antonello Iannarilli, ex parlamentare e già presidente della Provincia. Il quale ha fatto capire che continuerà la battaglia all’interno del partito. «Passi indietro non ne faccio», ha chiosato da-vanti ad un caffè sorseggiato al bar.

Abbruzzese dal canto suo, il messaggio lo ha lanciato. Così traducibile: “Il punto di riferimento di Tajani in Ciociaria sono io”. A buon intenditor, poche parole. Poi il consigliere regionale ha detto nel suo intervento: «Per offrire un futuro dobbiamo lavora-re insieme, non basta abbassare le tasse o eliminare la burocrazia, dobbiamo piuttosto svolgere il nostro compito così come ci è richiesto. Siamo ad un punto di svolta per una ripresa non solo economica ma anche politica del Paese. Con incontri come que-sto, organizzato dal vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, sono convinto che riusciremo a risvegliare gli a-nimi sopiti degli elettori che hanno a cuore il futuro della nazione e il benessere di tutti».

Ma il vero imprimatur a Tajani è arrivato da Antonio Lopez Isturiz, segretario generale del Partito Popolare Europeo. Testuale: «Senza Silvio Berlusconi non ci sarebbe neppure la speranza di una continuità del centrodestra in Italia». E ancora: «Il discorso di Tajani non solo è rassicurante e guarda ai moderati, ma spiana la strada al congresso del Ppe a Madrid». Due segnali forti e chiari alla leadership degli “azzurri” e principalmente al Cavaliere, che chiuderà i lavori oggi in videoconferenza dalla Russia.

Fin qui la parte ufficiale. Poi i retroscena. Nei corridoi del Grand Hotel Palazzo della Fonte è emersa una Forza Italia diversa, pronta a tornare a competere per la leadership del Paese, sfidando non soltanto Matteo Renzi ma pure Beppe Grillo e perfino Matteo Salvini. Una Forza Italia che non ti aspetti, che si preoccupa perfino delle alleanze con le liste civiche per le elezioni comunali. Vera svolta o fuoco fatuo? Nei prossimi mesi si capirà meglio il ruolo che gli “azzurri” intendono recitare.

Intanto la due giorni prosegue oggi. Si parlerà di economia, quella concreta: a moderare il faccia a faccia tra Antonio Tajani e il numero uno di Unindustria Maurizio Stirpe sarà Vittorio Macioce, caporedattore de Il Giornale. Poi Renato Brunetta, Elisabetta Gardini, Maurizio Gasparri e tanti altri per le conclusioni. Con Antonio Tajani a dettare i tempi. In maniche di camicia.