La mafia dei funzionari, politici ed industriali

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GIANLUCA TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Appalti, incarichi e consulenze. Sono al centro di una clamorosa inchiesta che coinvolge Comuni e Enti Pubblici. L’indagine, portata avanti dal Procuratore capo Giuseppe De Falco, è rigorosamente top secret. Nasce, secondo alcune indiscrezioni, da una sorta di illegalità diffusa, figlia di un modus operandi di funzionari e politici. Non semplicemente come quella che ha caratterizzato mani pulite, ovvero il mercimonio tra corruttori e funzionari infedeli, ma una corruzione affaristica caratterizzata da una rete vasta di scambi illeciti.

Nel mirino, stavolta, ci sarebbero anche imprenditori spregiudicati, come evidenziato dallo stesso dottor De Falco, nel corso di un convegno, che inquinano le regole del mercato e si rapportano in modo illecito al pubblico funzionario, mirando a consolidare legami utilitaristici.

Gli investigatori stanno lavorando a spron battuto per ricostruire l’eventuale contiguità che esiste tra politici, amministratori e imprenditori e sulla possibile interconnessione continua di interscambi: un sistema difficilmente individuabile e ancor più difficilmente aggredibile ma che stavolta potrebbe venire a galla.

Il modus operandi
Il sospetto della Procura di Frosinone è che ci potrebbero essere funzionari di alcuni enti, a libro paga di imprenditori, che prendono un “tot” al mese per il solo fatto di essere al posto giusto; persone pronte a risolvere questioni solo quando serve. Si tratterebbe di dirigenti che non chiedono la mazzetta ma favori e influenze quando avranno ambizioni politiche. Il procuratore capo, durante un incontro nella sede di Unindustria, aveva acceso i riflettori su tali questioni, invitando il mondo economico-politico a fare pulizia. De Falco, in quell’occasione, fece notare che l’imprenditore spregiudicato è un cancro per i suoi colleghi: inquina le regole del mercato. Inoltre aveva posto l’accento su un altro fenomeno preoccupante; ovvero che ai partiti destinatari dei flussi di denaro provenienti dalla corruzione, si vanno sostituendo figure politiche che diventano spesso anche manager e uomo d’affari e che quindi mirano ad avere contiguità con il mondo imprenditoriale, anche sotto il profilo del conseguimento di vantaggi indiretti.

Strane relazioni
Al vaglio degli inquirenti anche una possibile rete di relazioni economico-affaristiche che non si sostanzia solo in singoli episodi. Al microscopio pure la lentezza e la complessità di molte procedure pubbliche per avviare un’attività. Il sospetto è che la farraginosità nel rilascio di documenti da parte di alcuni enti, attribuisce a colui che deve sbrigare le pratiche poteri pericolosi: occhi puntati quindi su quella discrezionalità amministrativa che arbitrio.

Le verifiche riguardano non solo persone di primo piano, ma anche funzionari e semplici dipendenti. Il dubbio è che in alcuni Enti pubblici della provincia di Frosinone si sia creata una pluralità di posizioni di comando incompatibile con lo scarso numero di soggetti competenti e onesti: ci sarebbero amministratori, che muovono decine di milioni di euro e che affidano appalti, pronti a cedere alle lusinghe dei corruttori.

Guerra all’omertà Per scardinare tale fenomeno, secondo la procura del capoluogo, c’è bisogno di valicare il muro dell’omertà. I magistrati ritengono, però, inutile che cittadini e imprese, pensando di stare a posto con la coscienza, si limitino ad inviare esposti anonimi: lo stesso dottor De Falco, in più occasioni, che ne fa carta straccia. L’inchiesta, come detto, è ai primi vagiti. L’invito degli inquirenti è quello di denunciare. Senza paura.

 

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