La sentenza di Scalia: “Costanzo non può fare il Segretario”

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Il congresso provinciale è stato già convocato, in realtà si tratta soltanto di dare corso alla deliberazione dell’assemblea del partito». Così il senatore Francesco Scalia, del Partito Democratico. Spiega: «Mesi fa si decise di convocare il congresso dopo le elezioni comunali, che naturalmente si sono svolte. Credo che entro la fine dell’anno debba celebrarsi, non ci sono più scuse».

Il segretario provinciale Simone Costanzo sta aspettando la convocazione da parte del responsabile regionale Fabio Melilli, che avverrà dopo il 19 ottobre. Poi dovrebbe esserci la convocazione del congresso. Più volte Costanzo, che confida nell’asse con Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti, ha detto che può raggiungere una percentuale del 70%. Il senatore Francesco Scalia, dal canto suo, argomenta: «Il congresso va svolto presto: è necessario per legittimare politicamente gli organismi dirigenti. Auspico un esito unitario, anche perché francamente non vedo divisioni significative. Penso che le candidature alla segreteria possano confrontarsi con serenità e poi vedremo il da farsi in assemblea».

Non è un mistero che tra Scalia e Costanzo ci sia del “gelo”. La domanda al senatore è diretta: nell’ambito di un congresso unitario è possibile che lei possa sostenere la ricandidatura di Simone Costanzo alla segreteria? Scalia non si nasconde e risponde: «Simone Costanzo è stato un segretario di “rottura”, che ha interpretato il suo mandato “contro” un’area del partito. Lo dico serenamente: su que sto non ci sono dubbi, è un dato di fatto. Non può essere lui il segretario eletto da un congresso unitario». Un’affermazione che non ha bisogno di interpretazioni: tra Scalia e Costanzo si profila un durissimo braccio di ferro. Perfino sul profilo delle alleanze interne, perché è chiaro che il senatore cercherà di spezzare l’asse del segretario con il consigliere regionale Mauro Buschini, con il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis e con Sara Battisti, presidente dei Democrat.

D’altro canto il segretario Costanzo non sta certo con le mani in mano: è stato lui ad accelerare per la costituzione del gruppo unico alla Provincia e ha aperto un filo diretto con Antonio Pompeo, uomo di punta dell’area di Scalia. Sempre nella prospettiva del congresso va tenuta presente l’ipotesi di una candidatura alla segreteria di Domenico Alfieri, consigliere provinciale e sindaco di Paliano. Uomo vicino politicamente a Scalia.

Ma intanto alla Provincia il senatore è sempre convinto che Forza Italia debba essere estromessa dalla maggioranza? Nota Scalia: «Sinceramente non mi sono mai espresso in questi termini. Anzi, ribadisco che alla Provincia il livello politico non c’è più. Esiste un piano amministrativo e la votazione dell’ultimo bilancio è avvenuta praticamente all’unanimità. Detto questo, non mi sembra che Forza Italia possa rappresentare oggi un problema politico o elettorale: il distacco dal Pd è abissale in termini di consenso. Anche in provincia di Frosinone. Noi governiamo il Paese, la Regione, la Provincia, la maggioranza dei Comuni. Fra le altre cose mi auguro che la destra si riorganizzi perché c’è bisogno di un’opposizione vera, credibile ed autorevole rispetto a quella populista e politicamente inconcludente del Movimento Cinque Stelle». S

ulle candidature alla Camera Scalia dichiara: «Come capilista verranno scelti i big a discapito dei politici locali? Non credo in un ragionamento così rigido. Mi spiego meglio: in questa provincia ci sono tre parlamentari uscenti (il sottoscritto, Maria Spilabotte e Nazzareno Pilozzi). Questo dato avrà un valore. Poi penso che la prossima volta possiamo eleggere 2 parlamentari, 3 con il capolista. Non vedo perché precludersi questa opzione. Fra le altre cose il Pd di Matteo Renzi ha dimostrato grande attenzione per i territori. Magari il ragionamento potrà essere diverso: mettere i leader come capilista in collegi con 8 candidati, dove si possono eleggere 4 o 5 parlamentari. In provincia di Frosinone i candidati saranno 5, con 2 possibili eletti. Francesco De Angelis? Ha ragione lui: la contrapposizione tra noi è diventata una caricatura. E anche un alibi, soprattutto per chi, all’interno del partito, cerca una legittimazione del proprio ruolo o schierandosi con uno di noi due oppure ponendosi come terzo. Eravamo i leader dei due partito che hanno dato vita al Pd. Proveniamo da tradizioni culturali molto diverse, ma entrambi abbiamo avuto molto dal partito. Non abbiamo nulla da contenderci e abbiamo già fatto diversi accordi».

E’ un messaggio.