La sfuriata di Pompeo: «Ma dov’è il Pd?»

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Dove sta il partito? È questa la domanda, neppure tanto sottintesa, che il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha formulato ai vertici del Pd dopo l’ennesimo flop in sede di conferenza dei sindaci. Non perché il tema del servizio idrico debba essere affrontato in un’ottica politica (Pompeo non ha voluto effettuare una riunione dei sindaci dei Dem nell’immediata vigilia), ma perché è ormai chiaro che il partito non riesce a governare alcuna situazione.

Per tre volte di seguito in assemblea dei sindaci il Pd è andato sotto. Antonio Pompeo ha provato e sta provando a tenere la posizione e va pure detto che ormai è lui il punto di riferimento di diversi sindaci: da Simone Cretaro (Veroli) a Fausto Bassetta (Anagni), da Marco Galli (Ceprano) a Lucio Fiordalisio (Patrica) e tanti altri. Ma è evidente che il Pd va in ordine sparso: chi non partecipa, chi vota sì, chi vota no. Chi esce dall’aula.

Fra le altre cose, la netta e plateale presa di distanza dalla linea dell’Ambito Territoriale Ottimale (presieduto dallo stesso Pompeo) del primo cittadino di Alatri Giuseppe Morini ha fatto riflettere non poco Pompeo.

Le lacerazioni, prima ancora che in conferenza dei sindaci, si sono verificate a Cassino, a Sora, a Ceccano. Per non parlare di Frosinone.

Con ogni probabilità Antonio Pompeo aveva pensato che la ricucitura del gruppo del Pd alla Provincia, avvenuta su suo preciso input, potesse rappresentare un’inversione di tendenza. Adesso però tra i suoi fedelissimi c’è chi comincia a pensare che la spaccatura di due anni fa (alla presidenza della Provincia si presentarono lo stesso Antonio Pompeo ed Enrico Pittiglio) sia giudicata da qualcuno come una sorta di “peccato originale”.

È deluso Pompeo e non resterà a guardare.

Fra le altre cose non è sfuggito a nessuno che sia stato l’ospite d’onore di un incontro promosso dal coordinatore regionale di Area Popolare Alfredo Pallone. Proprio nel giorno della votazione della conferenza dei sindaci. Infine, quella che appare come più di una sensazione: Antonio Pompeo non ha intenzione di fare, per usare un’immagine manzoniana, il vaso di terracotta costretto a viaggiare tra vasi di ferro.

Guardando in prospettiva, sia alle elezioni politiche che regionali, gli spazi nel Pd appaiono intasati. Il presidente della Provincia potrebbe però decidere di giocarsi le sue carte, indipendentemente dall’imprimatur dei big.

Lo scenario è questo.

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