L’anno bisestile che rischia di mettere in ginocchio le casse di Ceprano

CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Una vicenda giudiziaria che si trascina ormai dal 17 anni. Da quando, cioè, il Comune di Ceprano, la provincia di Frosinone e la società Autostrade firmarono la convenzione per la realizzazione del nuovo casello autostradale.

Se da una parte, come noto, l’opera è stata portata a termine, dall’altra non è stata mai completata la procedura di espropriazione dei terreni su cui lo svincolo autostradale è stato realizzato. E tutto per colpa di un anno bisestile che ha mandato in tilt la già pachidermica macchina della burocrazia pubblica.

La procedura di esproprio infatti, iniziata il 16 maggio 2002, carte alla mano, doveva essere conclusa entro 1825 giorni. Ma è stata poi prorogata. Solo che la proroga è risultata tardiva poiché emessa il 1826° giorno, visto che l’anno 2004 era bisestile, ma pare che gli uffici preposti non se ne siano resi conto, né hanno pensato di fare tutte le cose per tempo.

Gli enti coinvolti hanno provato a spiegare che con ‘1825 giorni’ in realtà intendevano 5 anni e quindi erano nel tempo previsto, ma il giudice ha precisato che se hanno scritto ‘1825 giorni’ e non ‘5 anni’, tanti se ne debbono contare sul calendario. Il 1825° giorno, l’ultimo utile, era caduto 24 ore prima della proroga. Così nel 2012 il Tar del Lazio, rilevando tale illegittimità (ed anche altre), ha accolto il ricorso presentato dai proprietari dei fondi occupati ed ha annullato gli atti d’occupazione ed espropriativi, ordinando al Comune di Ceprano e all’Anas di procedere all’acquisizione di quei terreni secondo la norme che consentono di porre rimedio alle occupazioni divenute ‘abusive’ e di liquidare ai proprietari le somme relative al valore di mercato dei beni, al danno subito dalla occupazione dei fondi e al danno per la perdita del bene. Somme che, secondo la sentenza, debbono essere pagate per la metà dal Comune e per la restante parte dall’Anas.

La sentenza, però, è rimasta lettera morta, tanto che nel 2013 gli stessi proprietari si sono nuovamente rivolti al Tar affinché si pronunciasse in merito all’ottemperanza del giudicato per vedersi pagate le somme ed i risarcimenti statuiti dal Giudice.

Nel 2014, con un nuovo ricorso dei cittadini espropriati, il Tar ha disposto le operazioni da effettuare per giungere a calcolare le somme dovute, incaricando il Comune di Ceprano di procedere al riguardo tramite i propri tecnici o un professionista esterno, sempre a proprio carico, confermando che la metà di quanto dovuto ai privati sarebbe stata pagata dall’Anas.

Il Comune è rimasto inadempiente ed è scattato il commissariamento previsto dalla sentenza di ottemperanza con l’incarico affidato dalla Prefettura ad un proprio funzionario. Il compito commissariale è quello di procedere al computo del valore dei terreni espropriati, calcolare il risarcimento dovuto per il periodo di occupazione temporanea non seguito da esproprio, calcolare gli altri risarcimenti dovuti. Un’operazione che, però, a quanto pare non è cosa affatto semplice se già sono state concesse due proroghe ai tre mesi iniziali accordati e se, lo scorso 23 marzo, il Tar nell’autorizzare un ulteriore periodo di tempo aggiuntivo ha anche dato il via libera alla nomina di un tecnico che affianchi il commissario ad acta nella quantificazione delle somme dovute.

Insomma, dopo 17 anni la vicenda non riesce ancora a vedere al parola fine e soprattutto i proprietari espropriati non riescono a vedersi risarciti della perdita patrimoniale e dei danni subiti.

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