L’opposizione sgangherata ed il tappeto rosso ad Ottaviani

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ALESSANDRO REDIROSSI per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Ottaviani in una lunga arringa da “one man show” a tessere le lodi della sua gestione amministrativa. I banchi dell’opposizione vuoti al momento del voto e un 19 a 0 di sì per l’approvazione del bilancio comunale. In un clima abbastanza deprimente si è chiuso l’ultimo Consiglio comunale sul bilancio di previsione 2016-18 a un anno dalle elezioni. Fra citazioni e aforismi dall’una e dall’altra parte resterà alla memoria anche per l’assenza di pubblico (anche se, ex Multiservizi a parte, non è una novità) e l’indimenticabile digressione del consigliere di maggioranza Zirizzotti sugli orti comunali (la bellezza di 7 minuti). Un po’ come i violini che accompagnavano il Titanic mentre affondava. Per fortuna il consigliere ha rappresentato un bel quadretto bucolico mentre il capoluogo cade a pezzi.

Magari piantando qui o lì una “cicorietta” (gesto nobilissimo, così come sono apprezzabili gli orti comunali) potremmo dimenticarci per un attimo di più di un milione di euro in meno per asili nido, mense scolastiche e servizi d’istruzione fra 2013 e 2015 a Frosinone. Di una differenziata su percentuali ridicole (Frosinone è uno dei pochi capoluoghi sotto il 20%) fra scandali, aule di Tribunale, bandi copia-incolla, proroghe all’infinito e gare a colpi di ricorsi.

Con tutto che si riverbera sui cittadini, che in 5 anni hanno visto la tassa sui rifiuti aumentare del 40,5%. Ci siamo distratti per un po’ dal record delle perdite idriche, della sorte dei servizi comunali (con i lavoratori licenziati o alle prese con salari al limite della sussistenza), passando per la gestione del patrimonio pubblico cittadino (dagli impianti sportivi alle incompiute) e le condizioni di parchi, cimitero, pali della luce che piovono per strada.

Prima di abbandonare l’Aula alcuni consiglieri dell’opposizione hanno fatto riferimento ad alcune delle questioni che fanno di Frosinone un capoluogo in caduta libera. Accenni, sprazzi, niente di organico. In Aula erano solo in 7 tra l’altro. Fra gli assenti anche i due ex sindaci, Marzi e Marini, che dovrebbero forse dare spiegazioni al 22% e 25% di elettori che ha dato loro fiducia al primo turno delle ultime amministrative.

L’opposizione ha scelto di non presentare emendamenti. Dal Pd si è detto che la scelta è stata motivata in parte dal continuo rigetto degli emendamenti dell’opposizione negli anni passati; in parte dalla voglia di dire “è il vostro bilancio, votatevelo voi e prendetevene la responsabilità”; infine dalla contestazione di un “impianto illegittimo” dello stesso per presunti vizi procedurali (si è detto che la Commissione bilancio su rendiconto e tariffe non è mai stata convocata).

Al netto del fatto che se si è convinti di vizi procedurali si può e si deve ricorrere al Tar, al di là delle prese di posizione dell’opposizione prima del voto, rimane una certezza: non è stato presentato, nemmeno simbolicamente, alcun emendamento per dare un’altra visione della città rispetto a quella di Ottaviani. Nè sul sociale (dei fondi per la Cupola Unitalsi da destinare alle attività sportive dei disabili deviati sullo stadio, per dirne una, non interessa più a nessuno?), nè in materia di servizi (le mense scoppiano di famiglie morose che non possono permettersi le tariffe aumentate negli ultimi anni).

Così alla fine il sindaco ha potuto dar vita alla sua arringa immaginando di parlare all’opposizione (che aveva abbandonato l’Aula) e lodando (come è logico che sia dal suo punto di vista) il proprio operato.

«Al momento del nostro insediamento il risultato di esercizio segnava una perdita vicina ai 6 milioni di euro, con un indebitamento consolidato di circa 50 milioni di euro – ha ribadito ieri in una nota stampa il primo cittadino – Con il piano di risanamento, non soltanto abbiamo evitato il dissesto, con intuibili ripercussioni sui cittadini e sui lavoratori delle imprese che avanzavano crediti dal Comune, ma abbiamo messo in sicurezza i conti, attivando nuovi investimenti nelle opere pubbliche, sull’urbanistica e sulla cultura, riqualificando anche l’offerta nei servizi sociali e nel decoro cittadino. Da oltre un anno sono riprese le bitumazioni nelle strade urbane e periferiche, abbiamo realizzato nuove piazze e parcheggi, sbloccando cantieri strategici come la Monti Lepini, lo Scalo ed il nuovo stadio, acquistando anche due teatri per il rilancio del centro storico e della identità culturale della parte antica della città. È la dimostrazione che, anche con l’enorme diminuzione dei trasferimenti da parte della Regione e del Governo centrale, utilizzando le risorse con oculatezza, come avviene in tutte le famiglie, si possono portare avanti lo sviluppo e la crescita del territorio».

Mentre esprimeva questi concetti Ottaviani non ha incontrato in Aula nessuna voce ad opporsi o a interromperlo. Magari, come in parte aveva fatto il consigliere Turriziani durante la discussione, qualcuno avrebbe potuto ribattere che dei due teatri acquistati dal Comune uno (Vittoria) è chiuso e l’altro è gestito dal 2014 “di fatto” da privati senza un bando e senza introiti per le casse dell’Ente.

Si sarebbe potuto far accenno ai 70mila pasti in meno serviti nelle mense scolastiche fra 2013 e 2015, ai 75 euro in meno spesi nello stesso arco temporale per ogni studente che usufruisce in città dei servizi di istruzione per le elementari e le medie, dell’aumento delle rette per gli asili nido e delle spese per eventi (dalla Passione di Cristo per la regia di Marsinano al Festival dei Conservatori per cui si impegnano ogni anno circa 40mila euro salvo poi aggiungere risorse e toppe per le mancate entrate da sponsor).

Alcune critiche, in maniera disorganica, sono state mosse durante il Consiglio: ma al momento della verità Ottaviani si è trovato a parlare da solo e a poter dire senza essere contrastato ciò che voleva. Al voto sul bilancio è arrivato senza difficoltà, senza nessun emendamento che potesse andar a toccare dei nervi scoperti.

Così capita che da Forza Italia Danilo Magliocchetti commenti: «Fermo e imprescindibile il rispetto per le idee e le decisioni altrui, appare oggettivamente “debole” la strategia usata dall’opposizione….. per numeri e contenuti» e Marco Ferrara, di Frosinone nel cuore, gruppo in procinto di abbandonare la maggioranza fino a un mese e mezzo fa e ora alfiere di Ottaviani, osservi: «Sento il dovere di organizzarmi subito per sopperire a questa lacuna della minoranza cercando di garantire ai cittadini di Frosinone quella sana attività di controllo. In sostanza, dato che non funziona l’opposizione a Frosinone, qualcuno dovrà pure formulare delle proposte diverse all’occorrenza allo scopo di non approdare al pensiero unico ma per arricchire il ventaglio delle soluzioni possibili nell’interesse della città. In maggioranza ci stiamo organizzando per farci da soli opposizione dato che chi dovrebbe farla, nei fatti (si veda la non presentazione degli emendamenti al bilancio preventivo e le assenze in aula) non la fa come dovrebbe».

Un’opposizione scucita, sgangherata e sotto scacco dei continui riferimenti del sindaco a debiti e presunti “fantasmi” delle gestioni amministrative del centrosinistra:il Consiglio sul bilancio di mercoledì è sembrata la fotografia di un’intera consiliatura.

Qualche sussulto sconclusionato e per il resto un tappeto rosso.

 

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