Mascitti (Pd): “Con i Socialisti finiamo come a Ceccano”

ALESSANDRO REDIROSSI PER L’INCHIESTA QUOTIDIANO

FROSINONE – «Il responsabile degli enti locali del partito dice che bisogna ricomporre il centrosinistra. Già lo hanno fatto con i risultati che abbiamo visto a Ceccano. Quello che vogliono riproporre è stato già bocciato dai cittadini. Con i Socialisti a Frosinone faremmo la stessa fine di Ceccano». Non lasciano spazio a molte interpretazioni le parole di Otello Mascitti, membro della direzione provinciale del Pd e della segreteria del circolo frusinate, nella quale si era autocongelato dopo l’operazione che ha portato all’ingresso di Marzi. In quell’occasione Mascitti aveva anche sollevato più di qualche dubbio su ipotesi di dialogo con i Socialisti che non passassero per la discussione interna al partito.

A salutare l’ingresso di Marzi, infatti, in prima fila insieme a esponenti della mozione De Angelis (“il responsabile degli enti locali del partito” cui fa riferimento Mascitti, per chi non lo avesse capito) c’erano esponenti di punta del Psi provinciale e frusinate. «I socialisti non esistono più in Italia e in provincia Frosinone. Qui da noi erano un’enclave che oggi non c’è più – sostiene Mascitti – A Ceccano non hanno nemmeno un consigliere comunale. Riproporre i soliti “giochetti” del responsabile degli enti locali del Pd e Schietroma è perdente in provincia di Frosinone. A testimoniarlo sono gli stessi cittadini con il voto. Quel centrosinistra è morto, siamo antiquati. Oggi ci confrontiamo con il Movimento 5 stelle, con Salvini, con una destra che avanza per i nostri errori. A mio avviso in questa situazione il Pd dovrebbe correre da solo. Non guardare a Psi e Sel».

Mascitti, nel sostenere questa posizione rigetta anche l’etichetta di esponente dell’area Scalia, sottolineando che il suo pensiero è indipendente. «Io sono un iscritto al Pd» sottolinea. Preannuncia poi, un intervento forte alla infuocata direzione provinciale del Pd, convocata per lunedì 22 giugno alle 17 e 30 all’Hotel Memmina di Frosinone. All’ordine del giorno c’è l’analisi del voto delle elezioni amministrative 2015, con la debacle di Ceccano al centro dell’attenzione. Sottotraccia già si affilano le armi in vista di lunedì e pare girino proposte per raccogliere le firme e chiedere le dimissioni della segreteria provinciale. «Io non le ho firmate – ha detto Mascitti – non sono d’accordo. Sono contro le dimissioni del segretario provinciale. Io sono per l’esilio del segretario, della segreteria e del presidente del partito».

L’iperbole del riferimento all’esilio fa quindi già respirare quale aria ci sarà lunedì. Non tutti escono allo scoperto come Mascitti, ma fra gli iscritti del Pd si registra un certo grado di tensione che potrebbe esplodere definitivamente in direzione. Alcuni si dicono già pronti a immaginare come si svolgerà l’incontro di lunedì attorno al solito duello dei due “Franceschi”, De Angelis e Scalia. C’è chi già scommette sul gioco delle parti di mozione e punterebbe già più di qualche euro sulla seguente sceneggiatura: da una parte (quella vicina al presidente dell’Asi De Angelis) si dirà che si è perso perchè Scalia non si è impegnato nella campagna elettorale. Dall’altra (quella vicina a Scalia) si chiederanno le dimissioni dei vertici provinciali.

Nel frattempo cresce velocemente il fronte di quanti pensano che l’eterna telenovela di litigi e pace fra Scalia e De Angelis stia logorando il partito e tenendo lontano la società civile, impedendo l’arrivo di nuovi iscritti. Proprio mentre in molti pensano già di non rinnovare la tessera, a partire dall’area di “Frosinone Possibile” che guarda con sempre maggiore interesse alla presentazione, domenica a Roma, del nuovo movimento di Civati “Possibile”. Insomma sarà una direzione ad alta tensione nonostante i “fraterni saluti” con cui Battisti e Costanzo hanno invitato i membri della direzione e gli amministratori del Pd a partecipare lunedì.

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