Ottaviani: «Non c’è posto per i furbi, chi vuole stare con me lo dica ora»

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CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«Non ci sarà spazio per tutti nelle mie liste, ammesso che io stesso decida di correre per il secondo mandato». Il messaggio di Nicola Ottaviani è forte e chiaro, a meno di un anno ormai dalle elezioni comunali. Arriva nel contesto di un bilancio di quattro anni di amministrazione che il sindaco traccia nel corso di un’intervista esclusiva a Ciociaria Editoriale Oggi.

Allora sindaco, si ricandiderà?
«Deciderò più avanti sulla scorta di una serie di valutazioni personali e familiari. Ma se optassi di concorrere per il secondo mandato, non si potrà prescindere dalle primarie aperte a tutti, che oggi risultano essere l’unico strumento di effettiva partecipazione democratica. Il ragionamento vale anche per i sindaci uscenti».

Ricandiderà tutti quelli di quattro anni fa?
«Se dovessi essere di nuovo in corsa, non ci sarà spazio nelle mie liste per alcuni politici, sia di maggioranza che di opposizione, che spesso hanno brillato per inconsistenza amministrativa o per egoismo sfrenato. Del resto, se proprio hanno bisogno di spazio, avranno delle praterie aperte per quell’unica ambizione della quale a volte mostrano di essere dotati, ossia la mostra del pennacchio».

Da sinistra dicono che lei è un accentratore, da destra la rimproverano di fare cose di sinistra. Insomma, se sente al… centro?
«Ci sono cose che devono essere fatte nell’interesse della collettività. Punto e basta. Colorare ideologicamente gli atti amministrativi significa essere “daltonici” e poco sensibili verso le esigenze della collettività. Per me si tratta di un punto fondamentale di valutazione».

Ma perché non ricandiderebbe tutti?
«Perché non potrà e non dovrà esserci spazio per tutti quei politici che ancora oggi pensano ai compromessi di piccolo cabotaggio. Senza rendersi conto che è caduto un sistema che è stato stravolto il mondo».

Scusi Ottaviani, coalizione solo civica o Forza Italia e i partiti ci saranno?
«Saranno le primarie aperte a tutti a decidere l’eventuale coalizione senza pregiudizi e privilegi per gli uni o per gli altri. Dopodiché si verificherà quello che accadde per quella giovane sposa. Conosce la storia?».

No, ma se la racconta.
«Volentieri. Una giovane sposa avvertì tutti che alle ore 12 in punto di un determinato giorno sarebbe diventata fertile. Aggiungendo, però, che alle 12.01, i presenti sarebbero in ogni caso andati bene. Ma in buona sostanza la fertilità sarebbe stata portata avanti. Comunque. Perché il genere umano non poteva fermarsi».

Chiarissimo: non aspetterà e non pregherà nessuno. Già che ci siamo: la carica di vicesindaco?
«Credo che interessi solo al vicesindaco e non ai 48.000 resi denti che aspettano risposte concrete. E magari una prova di maturità da coloro che intendono unire e non dividere».

Però Ottaviani, si può stare in maggioranza e magari criticare.
«Certamente. Fino alle 12. Perché poi, alle 12.01, scatta l’interesse della collettività e della fertilità amministrativa. E non può esserci più spazio per le invenzioni e le polemiche che portano alla sterilità. Il punto è che ci sono ancora oggi, purtroppo, politici rimasti prigionieri di un mondo e di metodi che non esistono più da tempo. E che sono stati cancellati definitivamente anche dal voto delle ultime amministrative nazionali. Tentare oggi di contrastare l’antipolitica con strumenti diversi dalla sana e buona amministrazione non funziona. Così come non funziona la politica del selfie oppure dell’aperitivo consumato al bar con gli amici. Si tratta di tentativi velleitari e perfino umoristici».

Parliamo di amministrazione?
«Magari, anche perchè la preferisco».

Allora, giugno 2012. Cosa le viene in mente?
«A una settimana dal nostro insediamento la Corte dei Conti ci prospetta l’ipotesi del dissesto del Comune per 7 criticità strutturali. Bivio da far tremare i polsi. Il dissesto equivale all’azzeramento dell’economia locale. Scegliamo il Piano di rientro: 50 milioni di deficit da far ripianare in dieci anni. Attenzione, non si trattava solo di debiti dei precedenti dieci anni, ma anche di venti o trenta anni prima. L’orgoglio è rappresentato dal fatto che siamo stati tra i primi cinque Comuni d’Italia ad essere ammessi a un Piano di rientro. In quel momento, però, abbiamo scelto la strada della crescita: urbanistica, lavori pubblici, cultura. Quella scelta si è rivelata giusta».

Stadio al Casaleno: ci siamo?
«Con la società di calcio abbiamo iniziato a programmare dai tempi della Lega Pro. È un esempio enorme di collaborazione tra pubblico e privato. Il Comune ha sbloccato 4 milioni di euro della Cassa Depositi e Prestiti (che erano fermi in oltre cento pratiche), mettendo a disposizione anche i 5 milioni di euro relativi al valore dell’area del Casaleno. Il privato investirà 11 milioni per il completamento. Una sinergia perfetta. Teniamo presente che si tratta del terzo stadio in Italia che verrà realizzato con questo tipo di formula, dopo quelli della Juventus e dell’Udinese. Un esempio sul piano sportivo ma anche delle infrastrutture. Non dimentichiamo però il Parco del Matusa, che sorgerà sull’area dove ora c’è lo stadio. Il riferimento al Matusa è proprio per ricordare i fasti sportivi. Un Parco pubblico con un ettaro di verde non è una cosa da tutti i giorni».

Di quali opere è più soddisfatto?
«Non vorrei sottrarle troppo tempo, ma l’elenco è lungo: la sede dell’Accademia delle Belle Arti, oggi al Tiravanti. Mi piace sottolineare che il Ministero ha previsto un finanziamento di 2,5 milioni di euro. Segno della bontà del progetto. Poi aggiungo lo sblocco della Monti Lepini e le risposte date in materia di servizi sociali nonostante il 70% di tagli dei trasferimenti statali e regionali. Riduzione che è arrivata al 90% per l’assistenza domiciliare. Ma penso anche alla cultura: l’acquisto del teatro Nestor, la stagione teatrale invernale di prosa e quella estiva a piazza Valchera, completamente gratuita. E poi il Festival dei Conservatori, appuntamento nazionale e ora internazionale. Parliamo di musica pop, rock e jazz e di più di trenta Conservatori nazionali e internazionali. Una manifestazione che è fondamentale anche per dare la percezione all’esterno che il capoluogo della Ciociaria può creare Pil in ambito culturale. Infine, il taglio del 50% delle indennità di sindaco, assessori e consiglieri. Grazie alle quali viene finanziato il progetto Solidiamo, unico in Italia. Grazie al quale ogni anno vengono assicurate 400 borse di studio per i ragazzi e organizzati soggiorni culturali per anziani nelle principali città d’arte».
 

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