Pd, l’avvertimento di Pizzutelli e Turriziani

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ALESSANDRO REDIROSSI per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

De Angelis, Vicano, Sellari, Buschini e Michele Marini intorno al tavolo del bar Tucci. Pallone avvistato poco prima. La notizia dell’ennesimo incontro ristretto, rivelato con una foto da L’Inchiesta (leggi qui il precedente), in cui inevitabilmente si è parlato anche delle amministrative del capoluogo (tentando di riportare a casa Michele Marini dopo le minacce di una corsa solitaria), non sono passate inosservate. Specie all’interno del gruppo consiliare del Pd, i cui esponenti in diverse salse nei mesi precedenti avevano chiesto una centralità del gruppo frusinate nel percorso che porta alla scelta della coalizione e del candidato sindaco.

Fra chi non vede di buon occhio questa tipologia di riunioni ci sono certamente i consiglieri comunali del Pd Angelo Pizzutelli e Andrea Turriziani. Il primo, Pizzutelli, è stato campione di preferenze (572) alle ultime amministrative. Anche Turriziani, con le sue 286 preferenze alle ultime elezioni, è una macchina da voti. E se l’avvertimento arriva da loro due sicuramente non passa inosservato.

Sia Pizzutelli che Turriziani avevano chiesto, già mesi fa, di iniziare un percorso interno al partito e poi alla coalizione per individuare alcuni punti programmatici per la città e porli a confronto attraverso primarie aperte per la scelta del candidato sindaco. Avevano anche invocato la centralità del circolo frusinate e del gruppo consiliare. Per questo vedere in un’istantanea all’interno di un bar un numero ristretto di persone discutere con ogni probabilità di ruoli e candidature per il capoluogo fa storcere la bocca ad entrambi.

Così, se chiediamo a Pizzutelli cosa ne pensi di queste continue riunioni nei bar lui risponde: «A me non sta bene, ci sono gli organismi di partito. Invece mi sembra si vada avanti con correnti “carbonare”. Tutto questo è un po’ grottesco. Se questo è lo spirito per costruire un centrosinistra unito a Frosinone non si sta operando al meglio. Se si vuole vincere si fa una strategia unitaria. Se invece si vuole andare allo scontro poi rivince Ottaviani. Credo – aggiunge – che si abbia il timore di afferrare il toro per le corna: forse vogliono arrivare a un incontro ufficiale dopo aver già consumato una serie di passaggi. Dipende come si arriverà però a questo incontro ufficiale. Di solito si dice che tutti sono utili e nessuno indispensabile. Ma credo che alle comunali di Frosinone, nella situazione attuale, tutti sono utili e indispensabili, specie quando pesano».

Sulla stessa linea è Andrea Turriziani: «Bisognerebbe incontrarsi e discutere nelle sedi opportune, che sono quelle del partito. Poi bisogna rendersi conto che Frosinone è fatta di tante realtà che non sono necessariamente politiche e che il curriculum di qualcuno non vale più del consenso di qualcun altro. La strada da seguire è quella di un confronto vero nelle sedi idonee che culmini nelle primarie aperte: i tavoli nei bar lasciano il tempo che trovano. Frosinone ha bisogno di un sindaco che sia simbolo di novità e innovazione. È inutile fare trattative senza coinvolgere, ad esempio, me o Angelo Pizzutelli. Se non si coinvolgono nelle decisioni persone che hanno il consenso non basta mettere d’accordo “quattro notabili”. Proprio perchè il consenso può essere altrove. Altrimenti si va verso le spaccature di Cassino».

 

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