Pd a pranzo per evitare lo scontro frontale

 

Tutti i consiglieri provinciali del Partito Democratico a pranzo ieri (in una trattoria in territorio di Veroli) con il presidente Antonio Pompeo. Tutti: Domenico Alfieri, Germano Caperma, Massimiliano Quadrini, Maurizio Bondatti, Antonio Cinelli e Alessandro D’Ambrosio. Non c’è bisogno di avere capacità divinatorie per individuare il tema della discussione: l’alleanza con Forza Italia.

 

L’opzione del documento

Il primo passo sarà quello della redazione di un documento nel quale sottolineare che la logica di maggioranza impone scelte uniformi, anche in sede di conferenza dei sindaci. Il ragionamento è questo: “Antonio Pompeo è presidente della Provincia ma anche dell’Ambito Territoriale Ottimale, quindi votare contro una proposta da lui indicata ha una valenza politica”. Sarà Antonio Cinelli ad elaborare una bozza. Poi si deciderà il da farsi, ma probabilmente verrà chiesto un incontro a Forza Italia per chiarire le posizioni. Il tutto a stretto giro di posta, anche e soprattutto in considerazione del fatto che lunedì prossimo la direzione provinciale dei Democrat è convocata sul punto dell’alleanza con gli “azzurri”.

 

Antonio Pompeo frena

Con ogni probabilità il presidente Antonio Pompeo ha fatto capire che alla fine la decisione spetterà a lui, che ha siglato l’intesa di due anni fa. L’ipotesi della rottura resta in campo, ma è possibile che prima verrà effettuato un ultimo tentativo per cercare di capire come stanno le cose. Anche se in realtà sono tutti consapevoli che a perdere questa partita sarà quello che resterà con il “cerino in mano”. Insomma, il presidente frena.

 

Il termometro dei Dem

Mostrare i muscoli a Forza Italia è l’obiettivo minimo, ma bisogna considerare che nella direzione provinciale del Partito Democratico sono parecchi i “falchi” che vorrebbero terminare la fase dell’intesa con Forza Italia. Tra questi il segretario provinciale Simone Costanzo e il presidente Domenico Alfieri. D’altronde il botta e risposta al vetriolo con gli “azzurri” va avanti ininterrottamente da mesi. La tensione si respira e a nulla sono valsi finora i tentativi di cercare di separare i due piani, quello della Provincia e quello dell’assemblea dei sindaci. La contrapposizione è frontale.

 

Alfieri non molla

Intanto però Domenico Alfieri replica a Gianluca Quadrini, di Forza Italia. Rileva Alfieri: «Ha ragione Quadrini: non sono il presidente della Provincia, ma ricopro i ruoli di consigliere provinciale e di presidente del partito e non ho bisogno dell’autorizzazione di Quadrini per dire quello che penso. Mi permetto di invitare il collega di Forza Italia a guardare in casa sua. Nel Pd ci sono quattro o cinque posizioni: meglio così. All’interno di Forza Italia di posizione non ce n’è neppure una, diciamo che chi si alza comanda».

 

Partita a scacchi

La situazione è chiara. La maggioranza dei consiglieri provinciali vorrebbe arrivare alla rottura con Forza Italia. Non soltanto alla Provincia ma anche in qualche Comune. Il presidente Antonio Pompeo invece frena perché l’accordo del 2014 ha in calce la sua firma e non vuole farsi dire da Forza Italia che è inaffidabile sul piano politico. Sullo sfondo la decisione sul rinnovo dei dodici consiglieri provinciali. Se dovessero esserci, magari a gennaio, allora paradossalmente la situazione si risolverebbe automaticamente. L’accordo verrebbe azzerato e ci sarebbe una conta a colpi di voto ponderato. Ma se alla fine il mandato dei consiglieri dovesse essere allineato a quello del presidente (fissando una votazione unica nel 2018), allora nel Partito Democratico sono in molti a temere un effetto “logoramento” derivante dalla libertà di azione che Forza Italia ha.

Al contrario dei Dem.

 

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