Come possiamo fregare subito Acea e farle abbassare le bollette

Il sasso nella palude lo aveva lanciato il blog Alessioporcu.it con l’intervista all’ex coordinatore provinciale di Forza Italia Adriano Roma. Era stato lui a rivelare che la tariffa dell’acqua era un finto problema e che il vero business sta da tutt’altra parte: dove i sindaci non guardano. Ad esempio, aveva fatto notare che in un anno era raddoppiata la spesa elettrica di Acea (che poi finisce sulla bolletta che paghiamo noi) eppure non erano raddoppiati i consumi; che Acea compra la corrente elettrica da Acea; che nessuno controlla se le spese per le riparazioni sono congrue o esagerate (anche quelle finiscono in bolletta). Leggi qui il precedente

Ora, dopo la decisione presa venerdì dai sindaci, a ripassare quei conti ci prova Cesidio Vano su La Provincia Quotidiano. E scopre che c’è tanto sul quale si può intervenire.

 

CESIDIO VANO

per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Se si vuole davvero cercare di contenere le tariffe idriche e i futuri costi che gli utenti saranno chiamati a coprire con i conguagli, è necessario giocare all’interno delle regole e lasciar stare i proclami elettoralistici. Acea Ato5 sostiene che per gestire il servizio idrico in Ciociaria, da qui al 2019 e realizzare nello stesso periodo 86 milioni di euro di investimenti, servano 83 milioni di euro ogni anno di ricavi dalle bollette (cioè tramite la tariffa).

 

Bene. Se si vogliono quindi bollette più leggere – senza tagliare gli investimenti che pesano circa il 25% di quei 83 milioni – occorre rivedere e tagliare il restante 75% che è fatto di costi e e spese. E cioè si deve controllare puntugliosamente ogni voce di spesa che Acea porta all’incasso, contestando quelle eccessive, irragionevoli o che il gestore non si impegna a contenere.

 

Questo dovrebbero fare i sindaci tramite la Segreteria tecnico operativa (E va detto che al Sto con la sua proposta ha provato a farlo).

 

Poi ci sono anche le sanzioni da applicare e, grazie alla convenzione vigente, si ha la possibilità di introdurne altre qualora ci siano inadempimenti da parte del gestore o comportamento censurabili ma per i quali non è prevista sanzione. Ad esempio: è un assurdo che Acea sia tenuta a presentare una polizza fideiussoria per avere l’appalto ma non c’è una sanzione se non la rinnova a scadenza o dopo un’escussione. Attualmente, infatti, tale polizza ‘obbligatoria’ non c’è, ma non c’è neanche la sanzione. Basterebbe introdurla: cara Acea ti faccio 3 milioni di multa per ogni mese che non sei in regola con la polizza. E magari incasso la polizza ogni volta che sei inadempiente.

 

Altro esempio: le bollette non arrivano agli utenti o arrivano oltre la scadenza perché hai preferito un servizio postale privato e poco affidabile: ti multo per 1 milione ogni volta che si verificano tali problemi.

Ancora: applichi agli utenti costi per solleciti mai inviati ma che automaticamente inserisci in fattura? Ti multo per 10.000 euro per ogni bolletta così ‘arricchita’.

Scommettiamo che alla fine o il gestore si mette in riga o il conguaglio lo paga agli utenti?

 

Infine: non è affatto vero che il Comune di Roma non ha riconosciuto gli aumenti tariffari ad Acea per il 2016. Li ha semplicemente rimandati al 2017 e li ha riconosciuti per quell’anno, tanto che per il mancato introito nel 2016 pagherà anche gli interessi che finiranno sulle bollette del prossimo anno.

 

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