Il punto (di Corrado Trento)


 

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Diciamo la verità: i congressi di partito o non si fanno più (Forza Italia) oppure, quando si fanno (Pd), viene tutto deciso prima e la conta vera non vuole farla più nessuno. Ecco perché le elezioni diventano l’unico momento utile a misurare i rapporti di forza e gli equilibri. Qualche esempio? La vittoria di Antonio Pompeo alla Provincia segnò un punto importante a favore del senatore Francesco Scalia, dopo che nel 2013 la doppia elezione di Maria Spilabotte al Senato e di Mauro Buschini alla Regione avevano dato ragione all’altro Francesco, De Angelis, capace di imporre la sua linea negli enti intermedi: Saf, Asi, Cosilam.

Dal canto suo Scalia aveva risposto con le vittorie nei Comuni di Isola del Liri e Veroli. Quest’anno è cambiato tutto: la Caporetto di Cassino, ma anche di Sora, ha ridimensionato i big dei Democrat, a parte Mauro Buschini che si è parzialmente salvato vincendo ad Alatri. Nel frattempo sono tornati protagonisti Mario Abbruzzese (Forza Italia) e Gian Franco Schietroma (Psi). Grazie alle vittorie di Carlo Maria D’Alessandro a Cassino e Roberto De Donatis a Sora. Adesso però sono tutti consapevoli del fatto che le elezioni comunali di Frosinone avranno un valore politico almeno triplo rispetto a quello di poche settimane fa. È per questo che già si sono i veti di Marini e i silenzi di Marzi Il fattore “ex ” accesi riflettori sul capoluogo, nonostante manchino undici mesi.

La posta in palio è delicata. Per tutti. Nicola Ottaviani non si farà imporre la linea da Mario Abbruzzese e quest’ultimo non può fare la “guerra” al sindaco di Frosinone. Perciò non lo contrasterà, ma lo… abbraccerà. Forza Italia avrà un ruolo normale nell’ambito di una coalizione soprattutto “civica”. Il centrodestra non ci sarà. Abbruzzese però non alzerà la tensione, sperando che Ottaviani lo sostenga alle regionali. Evitando cioè di lanciare una candidatura del capoluogo per l’ente della Pisana.

A Frosinone Gianfranco Schietroma si gioca tutto: una percentuale in doppia cifra gli consentirebbe di presentarsi al tavolo nazionale avendo mantenuto la “roccaforte”. Passaggio decisivo nell’ambito perfino delle future candidature alla Camera e alla Regione. Il candidato sindaco sarà uno tra Maurizio Ferrante, Vincenzo Iacovissi e Massimo Calicchia. Non ci sono margini di manovra perché il Psi torni indietro e accetti di partecipare alle primarie dei Democrat.

Nel Pd la situazione è kafkiana. A una candidatura a sindaco aspirano il segretario cittadino Norberto Venturi e i consiglieri comunali Angelo Pizzutelli e Andrea Turriziani. Forse anche Stefania Martini. Verrà effettuato un ultimo tentativo per cercare di convincere la senatrice Maria Spilabotte, che però ha già detto no. Il presidente dell’ordine dei medici Fabrizio Cristofari ha lanciato l’idea di primarie aperte, ma i silenzi assordanti non sono mancati. L’ex sindaco Domenico Marzi ha detto che per lui le primarie non servono. L’altro ex sindaco Michele Marini è pronto a far scattare numerosi veti per quello che è successo nel 2012 (quando Marzi, i Socialisti e una parte del Pd lo mollarono) e sta valutando l’idea di concorrere autonomamente.

In questo quadro De Angelis e Scalia faranno una valutazione preventiva: ci sono le condizioni per provare a vincere? Qualche “malig no” aggiunge: ma un candidato forte e potenzialmente vincente avrebbe il gradimento dei big o questi ultimi inizierebbero a temere che un sindaco di Frosinone eletto dal popolo potrebbe “fare ombra”?.

 

  

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