Quel fritto misto in salsa azzurra servito a Fiuggi (di C. Trento)

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Tutti i colonnelli del partito, molti addetti ai lavori e diversi giovani. La platea di Forza Italia nella due giorni di Fiuggi era composta soprattutto così. Antonio Tajani, padrone di casa, ha centrato l’obiettivo: riunire il partito e consentire il primo confronto tra i parlamentari e Stefano Parisi, il manager individuato da Silvio Berlusconi con una missione chiara soltanto all’ex Cavaliere: rottamare il partito e aprire la strada ad un nuovo (o vecchio) leader? Diventare il candidato alla presidenza del consiglio? Assumere il ruolo di segretario politico di una ampia formazione centrista? Non si sa.

Stefano Parisi il suo pensiero lo ha esplicitato senza troppi fronzoli: «Nel nostro futuro c’’è una squadra, non un leader». Peccato che poco prima proprio Antonio Tajani aveva sillabato: «Il capitano c’è già, tocca ai marinai convincere i passeggeri che remeranno tutti nella stessa direzione».

E’ vero che la platea ha più volte applaudito Parisi, soprattutto quando ha attaccato Matteo Renzi e i Cinque Stelle. Ma nei corridoi del Grand Hotel Palazzo della Fonte la preoccupazione dei parlamentari si percepiva chiaramente. Saranno tutti ricandidati?

Nel suo messaggio Silvio Berlusconi ha chiuso le porte all’alleanza con la destra politica. Poi però Giovanni Toti, Governatore della Liguria, ha detto che si riparte dall’alleanza con la Lega di Matteo Salvini e con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. «Perché – ha spiegato – se Palmiro Togliatti diceva di non volere nemici a sinistra, io dico che non voglio nemici a destra».

Stefano Parisi, invece, guarda al centro. In realtà Silvio Berlusconi non ha scelto il da farsi e sta valutando lui stesso Stefano Parisi. La convention della prossima settimana servirà ai giornali per dire chi c’era o chi non c’era, ma in realtà l’ex direttore generale di Confindustria ha invitato genericamente i big “azzurri”. La platea alla quale guarda è diversa e non è politica.

Nel frattempo nel grande cantiere di ricostruzione di Forza Italia c’è di tutto e di più. Dopo il referendum Silvio Berlusconi deciderà cosa fare.

Ascolterà tutti, ma deciderà da solo. Come sempre.

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